I Rams erano ancora basati a St.Louis quando avevano preso l’abitudine di scendere a Phoenix e farsi beffe dei Cardinals in partite spesso a senso unico. L’abitudine è andata avanti per dieci anni, tanto che i tifosi dei Rams erano sicuri di non finire mai una stagione con zero vittorie, perchè c’erano sempre i Cardinals da sculacciare a domicilio. Kyler Murray e Budda Baker accumulavano frustrazione anno dopo anno, uno divenendo il bersaglio preferito di Aaron Donald, l’altro costretto a cedere le armi in balia dei ricevitori di turno che, a Glendale, facevano sempre il bello ed il cattivo tempo.Poi è arrivata la stagione 2024, ed è arrivato il momento della rivincita. E che rivincita!
È vero che i Rams sono arrivati a questa partita piuttosto incerottati nonostante sia solo la seconda giornata di campionato, ma quella andata in scena domenica sera allo State Farm Stadium è stata una partita che ha rasentato la perfezione, da parte di Arizona. Una partita perfetta come il rating di Kyler Murray che, senza l’orco cattivo ad inseguirlo, ha fatto letteralmente impazzire la pass rush di Los Angeles, estendendo i giochi come mai gli era accaduto, trovando un ricevitore libero in end zone dopo otto (OTTO!!!) secondi dallo snap e quattro placcaggi mancati dagli avversari, sempre più in difficoltà ad atterrare il folletto in calzamaglia rossa.
Alla pfrestazione da record di Murray si è aggiunta la comparsa in terra di un alieno dal nome Marvin Harrison Jr. Un po’ in ombra nel suo esordio la scorsa settimana, il rookie dal cognome pesante si è palesato in occasione del terzo passaggio di Murray, trasformato in un touchdown da 23 yard dopo aver bruciato in velocità Tra’Devious White. Poi, dopo un three and out dei Rams, si è ripresentato in occasione del quarto passaggio della partita di Murray: una bomba da 60 yard che ha mandato al tappeto una secondaria totalmente allo sbando. Dopo 6 minuti e 13 secondi i Rams erano già alle corde, incapaci di arginare sia Murray che Harrinos e, allo stesso tempo, imbrigliati da una difesa devastante che fermava qualsiasi cosa avesse una maglia bianca impedendo anche solo un minimo avanzamento. Ad un certo punto della partita una statistica impietosa stabiliva che delle 17 azioni di attacco dei Rams, ben sette (quasi la metà) avevano perso terreno.
In questo scenario emergevano Budda Baker, che sembrava avere il teletrasporto, tanto da trovarsi nel posto giusto al momento giusto anche quando partiva dal lato opposto dell’azione, e soprattutto Denis Gardek, che alla fine della partita metterà a referto 6 tackle, di cui 3 sack e 4 for loss totali, 1 fumble forzato e 3 QB hits e soprattutto collezionerà una denuncia per maltrattamenti da parte di Warren McClendon Jr., bullizzato continuamente per tutto il primo tempo, confermando che la posizione di left tackle è, al momento, l’emergenza più pressante per Los Angeles. Tra Arcuri contro Detroit e McClendon contro Arizona, da quella parte sono arrivati i problemi più grossi per Stafford, e solo la buona sorte ha fatto sì che abbia terminato le due partite senza danni.
Sotto pressante attacco aereo, la difesa dei Rams ha subito l’nesorabile avanzata delle truppe di terra, con Conner in prima linea e Murray a sfruttare l’inconsoistenza dei linebacker interni (anche questa una zona debolissima da qualche anno, ormai).
I Rams hanno reagito come hanno potuto. Kyren Willaims, a segno nel garbage time e poi sostituito da Blake Corum, ha provato a muovere palla sulle corse, ma la linea non gli è sytata granchè d’aiuto.
Già: la linea. Completamente rivoluzionata tra sospensioni ed infortuni, alla fine McVay ha messo in campo 3/5 di linea titolare, in teoria, con Havenstein al riento dopo un lungo stop per infortunio, Dotson a mezzo servizio, Limmer al centro e Jackson guardia sinistra, con il buon McClendon a prendere schiaffi a sinistra, ma il disastro che tutti temevano si è palesato sin da subito.
Come non bastasse, Cooper Kupp ha lasciato il campo zoppicante con un infortunio alla caviglia la cui entità dovrà essere valutata una volta tornati a Los Angeles, ed i fantasmi del 2022, quando i giocatori cadevano come mosche durante ogni partita, si sta facendo sempre più largo nella mente di tutti: staff, giocatori, tifosi.
Con questo perentorio 41-10 Arizona, oltre ad interrompere una fastidiosa striscia negativa, rilancia le proprie chanche con una prestazione davvero interessante che dovrà essere riconfermata nelle prossime giornate, tanto per essere sicuri che non si tratti di un fuoco di paglia causato dalle particolari condizioni di salute degli avversari e dalle motivazioni extra, ma l’impressione è che la coppia Murray – Harrison farà ancora parlare di sè questa stagione, supportati anche da una difesa decisamente sottovalutata da molti addetti ai lavori ma capace di sostenere il proprio attacco restituendogli palla in posizioni di campo favorevoli.
La prossima settimana è già tempo di ultima spiaggia per i Rams, che ospiteranno al SoFi Stadium i 49ers. Un avversario decisamente scomodo per rimettersi in rotta ma che, paradossalmente, potrebbe costituire proprio la motivazione in più per performare meglio. Arizona, invece, ospiterà Detroit, ed anche per loro sarà l’occasione per una riconferma contro una squadra data tra le favorite alla vittoria finale.