Essere tifosi dei Los Angeles Rams significa riuscire ad attraversare uno spettro di emozioni tutte contrastanti tra loro nell’arco di una sola partita. Quella andata in scena domenica al Lumen Field di Seattle, non ha fatto eccezione. Dalla perplessità iniziale si è passati alla speranza e poi, subito dopo allo sconforto totale per aver buttato nel cesso una partita in un minuto. Poi si è tornati alla speranza, sostituita dall’appagamento di una vittoria ormai probabile e poi, di nuovo, allo sconforto totale per aver buttato la partita nel cesso una seconda volta. Infine, non senza passare per l’attesa dell’ineluttabile sconfitta, si raggiunge il climax con la ricezione ad una mano, nonostante il fallo del difensore, che mette la parola fine ad una partita che i Rams hanno avuto occasione di chiudere più e più volte prima dei tempi supplementari ai quali sono stati costretti dai Seahawks.
È stata una partita a dir poco strana, con le difese in cattedra fin dall’inizio e gli attacchi con le polveri bagnate, eccezion fatta per qualche episodio sporadico qua e là.
Con Nacua a mezzo servizio e poi espulso per uno stupido fallo di reazione che, come sanno anche i bambini dell’asilo, viene sempre, sempre, sempre punito senza che alcun provvedimento venga preso nei confronti di chi lo ha provocato, il gioco aereo dei Rams si è affidato quasi esclusivamente a Cooper Kupp, autore di una partita con ottimi numeri ed ottimi spunti.
Nonostante l’ottima prestazione di una linea d’attacco dove i due rookie Limmer e Dedich stanno facendo non bene ma benissimo, Stafford è apparso impreciso ed incapace di mettere palloni ricevibili per gran parte del primo tempo. È ormai tutta la stagione che fa così, con rari momenti di lucidità che ci permettono di portare a casa le partite, a volte. La sua capacità di condurre drive vincenti come quello dell’overtime è direttamente proporzionale a quella di mettere la squadra nella condizione di doversi affidare proprio a questi drive vincenti.
La difesa di Seattle è stata molto fastidiosa per tutta la partita, negando spazio ai ricevitori e bloccando, di fatto, il gioco di corsa di Kyren Williams, il quale solo nel secondo tempo è riuscito a trovare qualche varco buono per finire a ridosso delle 70 yard guadagnate in partita, un totale molto lontano dai suoi standard.
L’attacco si è svegliato solo nel secondo tempo, quando finalmente Stafford è riuscito a colpire i ricevitori con maggior frequenza, anche se gli acuti prendevano sempre delle stecche ed i Seahawks lo graziavano almeno in un paio di occasioni in cui poteva scapparci l’intercetto facile.
Quando sembrava che tutto fosse praticamente fatto, è stato proprio il momento in cui il reparto offensivo si è di nuovo bloccato. Sarebbero bastati tre punti o forse anche un paio di primi down in più, per chiudere la pratica. Invece Stafford lasciava palla a Geno Smith con ancora troppo tempo sul cronometro ed una secondaria difensiva che, sul profondo, aveva patito per tutta la partita e che, infatti, permette a Seattle di portare l’incontro in overtime.
Perso il sorteggio, come al solito, si prospettava una situazione come quella di Detroit alla prima giornata, quando i Lions vinsero l’extra quarto grazie ad una serie di corse che aprì in due una difesa ormai sfiancata. I Seahawks facevano tutto bene fino alla red zone, dove si impantanavano in un quarto e uno giocato alla mano con una corsa proprio in mezzo alla linea di difesa avversaria.
Improvvisamente Stafford si trasformava in un Dan Marino dei bei tempi e con tre passaggi andava a vincere la partita.
Una menzione d’onore va certamente alla difesa, nello specifico al front seven, che ha portato pressione e scompiglio nel backfield difensivo come se non ci fosse un domani. La coppia Verse-Fiske ha portato a casa tre dei sette sack messi a segno dalla difesa, rompendo spesso e volentieri le trame offensive avversarie già nel backfield. Con un po’ più di precisione in fase di placcaggio verse avrebbe potuto tranquillamente andare in doppia cifra nei tackle for loss.
Se la linea difensiva ha giocato egregiamente, lo stesso si può dire dei linebackers. Speight e soprattutto Rozeboom hanno giocato davvero un partitone epico, dando una mano anche in fase di copertura nel corto.
Qualcosa da rivedere, invece, nella secondaria difensiva, totalmente responsabile dei due touchdown in un minuto presi alla fine del primo tempo ed anche del touchdown del pareggio. Amnesie, assegnamenti sbagliati, poca concentrazione in due free play dei Seahawks a causa di un fallo difensivo, entrambi convertiti in touchdown, sono leggerezze che non possono essere completamente azzerate dallo splendido ritorno in touchdown per 103 yard di un intercetto da parte di Kinchens e dal successivo intercetto, sempre di Kinchens, che sembravano aver definitivamente strappato dalle mani dei Seahawks l’opportunità di vincere questa partita.
La squadra è in netta ripresa, ma molto bisogna ancora lavorare in attacco e nella secondaria difensiva per poter sperare di non arrivare a fare solo le comparse in una eventuale post season.
Per intanto la posizione in division è cambiata nettamente: da ultimi a secondi con una partita in meno rispetto ad Arizona. Che ci sarà da lottare fino all’ultima giornata non c’è dubbio alcuno, ma i Rams stanno tornando a ranghi completi, e saranno comunque difficili da affrontare per chiunque.