I Los Angeles Rams, dopo la sconfitta con Miami, restano nella AFC East e viaggiano fino a Foxboro per affrontare i New England Patriots, con i quali la serie storica è molto più equilibrata rispetto a quella con Miami, sempre ammesso che non si giochi il 3 febbraio e che non si tratti di un Super Bowl.
Dando uno sguardo alle statistiche, il vincitore di questa partita dovrebbe essere palese: i Patriots hanno più primi down, più yard di corsa, sostanzialmente le stesse yard su passaggio (se si escludono i sack), poco meno del doppio del tempo di possesso ed una maggior percentuale di conversioni al terzo down.
Ed infatti hanno vinto i Rams.
È stata una partita molto particolare, nella quale i Rams hanno faticato inizialmente come è ormai costante in questa stagione, ed hanno giocato un primo quarto abbastanza inguardabile sia in attacco che (meno) in difesa, ed infatti dopo la prima frazione di gioco erano proprio i Patriots ad essere in vantaggio, guidati da un ispirato Drake Maye che riusciva a trovare i buchi buoni nella secondaria difensiva di Los Angeles, che quest’anno è un spesso la croce ed ogni tanto la delizia della difesa gialloblu.
I Patriots sembravano in grado di condurre il gioco, costringendo i Rams ad un paio di three-and-out e rendendo quasi inefficace la pressione portata dal front seven sul proprio quarterback. Stafford regalava una pessima prestazione, come ormai troppo sovente accade quest’anno, e tutto sembrava portare ad una partita fotocopia di quella con Miami della scorsa settimana.
Nel secondo quarto, però, Stafford perdeva la pazienza, forse intuendo i mugugni dei tifosi non solo sugli spalti ma anche davanti ai televisori di tutti gli Stati Uniti ed oltre, e faceva vedere che non era affatto avviato verso il declino come si sente sempre più spesso dire.
Improvvisamente la linea gli dava tempo per lanciare, i ricevitori riuscivano a trovare qualche spazio, anche perchè la difesa di New England iniziava a mostrare tutti i propri limiti, e Stafford iniziava a giocare in maniera più proficua.
Saranno 295 le yard su passaggio a fine partita, con ben 4 TD pass e zero intercetti: numeri che non si vedevano da tempo e che permettevano ai Rams di mettere la freccia e superare in corsa i Patriots, che non riuscivano più ad essere efficaci in attacco, dovendosi accontentare di qualche field goal, mentre Kupp (due volte), Nacua e Parkinson trovavano la via della end zone avversaria in maniera anche spettacolare.
La difesa di New England andava completamente in bambola, e l’azione esemplificativa della confusione mentale dei Patriots in questo frangente era proprio il touchdown di Cooper Kupp. I Patriots optavano per una cover 0 con tutti dentro a portare pressione, ma assegnavano la copertura di Kupp ad un giocatore che gli rendeva almeno 10-15 Km/h in velocità. Il risultato non poteva che essere un rapido lob per Kupp che si involava in end zone voltandosi anche un paio di volte, forse incredulo di tanta libertà e di tanta facilità nel segnare.
In tutto questo ci pensava il kicker Karty a complicare un po’ le cose, mandando sul palo di destra (calciando dalla hashmark sinistra!!!) un field goal da 26 yard che avrebbe chiuso la partita.
Nel convulso finale con i Patriots alla ricerca del touchdown della vittoria, arrivava Kamren Kinchens a mettere l’ultimo chiodo sulla bara dei padroni di casa, intercettando un passaggio di Maye a poco più di un minuto dalla fine.
La victory formation siglava così una importantissima vittoria per Los Angeles, certificando anche una brutta sconfitta per New England che li relega all’ultimo posto in division alla pari con i Jets con un record di 3-8.
Nonostante il risultato negativo, una luce, nei Patriots, si è accesa, ed è quella di Drake Maye, che sembra avere tutte le carte in regola per guidare un attacco NFL. Se riuscissero a dargli una offensive line almeno decente, potrebbe sorprendere molti.
A Los Angeles, invece, nonostante le prestazioni a singhiozzo, la fiammella per la post season non si spegne, e l’obiettivo di questa seconda parte di stagione è quello di puntare i Cardinals, che al momento detengono il primato divisionale. Il calendario non aiuta, ma i Rams hanno dimostrato che, quando vogliono, le partite le possono portare a casa con qualunque avversario.
Ottima la ripresa dell’attacco, mentre in difesa c’è qualche preoccupazione in più e qualcosina da aggiustare, perchè è ormai assodato che all’aggressività del front seven spesso non corrisponde un gioco altrettanto efficace della secondaria difensiva.
Per una volta la partita la vince l’attacco, ed è già una gran bella notizia.