Com’è andato il draft?

Passata l’orda dei fanatici del voto al draft di chiunque (un’assurda pratica che andrebbe vietata, o almeno i votanti dovrebbero essere obbligati, da qui a cinque anni, a commentare pubblicamente i loro voti una volta che i giocatori si sono stabilizzati nella lega, allora sì che rideremmo alla grande), cerchiamo di commentare le scelte effettuate dal front office di Los Angeles.
Detto che i giudizi definitivi sui giocatori li darà solo il campo, siamo di fronte ancora una volta ad un draft in puro stile Les Snead: tante scommesse, decisioni cervellotiche, molti punti lasciati irrisolti.
Ha lasciato un po’ tutti basiti la decisione di scendere di qualche posizione al secondo giro. Senza una scelta al primo e con il proprio giocatore presumibilmente “fregato” da qualche altra squadra poco prima della dodicesima posizione al secondo giro, i Rams hanno preferito lasciar passare il miglior giocatore disponibile al momento, Forrest Lamp, una linea offensiva che avrebbe certamente fatto al caso nostro, ed il migior ricevitore disponibile in qual momento, Zay Jones, per scendere sul tabellone ed aggiudicarsi il milionesimo Tight End, dopo averne draftato due solo lo scorso anno. Tra l’altro gli scouting report lo indicavano come probabile terzo turno, per cui è possibile che sarebbe stato ancora disponibile nel giro successivo.
Già, gli scouting report. Licenziare i quattro top scout a pochi giorni dal draft non sembrava essere una mossa azzeccata prima del draft medesimo. Lo è ancora di meno a cose fatte…
Perso Zay Jones, si è andati su Kupp, di cui tutti dicono bene. Se però c’era necessità di un WR, perché passare la mano su un prospetto sulla carta migliore? Ai posteri l’ardua sentenza.
Per il resto spicca l’acquisizione di una safety che sembra in grado di poter dare un contributo immediato, ma a parte quello fa sensazione il fatto che, nonostante le evidenti lacune in linea d’attacco e nella posizione di cornerback, si sia preferito tralasciare i due reparti in fased i draft per poi scommettere su degli undrafted free agent.
Anche in questa occasione i Rams hanno dato l’impressione di essere una creatura gattopardesca: mille e mille cambiamenti continui che però, alla fine, non portano alcun cambiamento.
Ad Aprile sono tutti vincitori del Super Bowl ed hanno draftato tutti dei futuri Hall of Famers. Non chiediamo tanto, ma ci piacerebbe poter dire che usciamo da questo draft rafforzati in qualche modo, ed invece non vediamo miglioramenti evidenti in alcun reparto.
Abbastanza chiaro, invece, il segnale mandato a Tavon Austin. Con la scelta di un tight end ricevitore più che bloccatore e con l’ingaggio di un altro ricevitore interno come Kupp, o il puffo con il numero 11 fa una stagione strepitosa, oppure vediamo il suo megacontrattone chiudersi anche prima della scadenza. Magari ci sbagliamo di grosso, ma McVay non sembra intenzionato a dare troppe seconde chance ad un giocatore tanto elettrizzante da vedere quanto troppo spesso inconsistente.
E voi? Cosa ne pensate del draft dei Rams? Scrivete le vostre impressioni a ramsitalia@altervista.org: le pubblicheremo su queste pagine.

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