La vittoria dei Rams a Dallas è di quelle che lasciano il segno e che, oltre a confermare Los Angeles come capolista solitaria della NFC West, lanciano i californiani nell’olimpo delle sorprese di questo inizio di stagione.
In realtà quasi tutti gli addetti ai lavori avevano pronosticato un avvio 3-1 per i Rams, sebbene la sconfitta preventivata era proprio relativa alla partita con i Cowboys, ma il modo con cui queste tre vittorie sono state ottenute hanno sorpreso la maggioranza. Un attacco efficiente, guidato da un quarterback che è lontano parente dal rookie sperduto
lanciato nella mischia da Fisher nel bel mezzo di una stagione disgraziata, con un Gurley finalmente ritrovato ed una batteria di ricevitori che non si vedeva da tempo, è il vero e proprio traino di questa squadra, che veniva accreditata di qualche possibilità di vittoria solo grazie alla propria difesa. Una difesa che, a dispetto delle previsioni sta invece faticando parecchio, ma finchè la fase offensiva porta almeno un punto in più rispetto a quelli subiti, si può lavorare con la tranquillità della vittoria, che permette di non avere il fiato sul collo.
Un Jared Goff ancora una volta molto positivo (21/36 per 255 yds e 2 TD) ha vinto il duello a distanza con Dak Prescott (20/36 per 252 yds, 3 TD e 1 int), soprattutto perché è rimasto in partita per tutti e quattro i quarti, mentre il quarterback dei Cowboys, come buona parte del resto dell’attacco, ha giocato una seconda metà piuttosto in sordina, messo in difficoltà dagli aggiustamenti effettuati da Wade Phillips nell’intervallo.
Ultimo ad arrendersi dei padroni di casa è stato sicuramente Dez Bryant (5 ricezioni per 98 yds su ben 13 target), ma anche per lui la seconda frazione di gioco si è rivelata più ostica della prima, durante la quale aveva scherzato in parecchie occasioni la marcatura di Trumaine Johnson.
Assieme a Goff anche Todd Gurley ha fatto la partita della vita. Chiamato in causa sia nel gioco di corsa che in quello di passaggio ha messo assieme 215 yard dalla scrimmage (121 su corsa e 94 su passaggio) producendo uno dei migliori totali della sua breve carriera, con la ciliegina sulla torta dello splendido touchdown su ricezione da 53 yard con una traiettoria a tagliare che Goff ha colpito alla perfezione.
Di nuovo sugli scudi Cooper Kupp, che ha approfittato della strettissima guardia montata sulla coppia Watkins/Woods per tornare ad essere un bersaglio preferenziale di Goff, segnando anche un touchdown alla squadra nelle cui fila avevano militato in passato sia il padre che il nonno.
L’unica pecca che si può trovare alla prestazione offensiva dei Rams di questa settimana, è l’aver segnato solamente due touchdown, lasciando al preciso piede di Greg Zuerlein il compito di piazzare la palla tra i pali per ben sette volte (record di franchigia) oltre ai due extra point. Se qualcuno di questi drive fosse terminato in touchdown anziché accontentarsi forzatamente del field goal, ora staremmo parlando di attacco tritatutto capace di segnare più di 40 punti in tre delle quattro partite iniziali. Non siamo comunque molto lontani, perché nella storia NFL solo altre tre squadre hanno segnato più punti dei Rams 2017 nelle prime quattro partite.
Dallas ha subito questo attacco ben più di quanto la difesa abbia lasciato vedere. A fronte di alcuni ottimi interventi difensivi, la maggior parte delle mancate conversioni di terzo down sono da addebitare ad errori dei Rams, più che ad interventi decisivi da parte del reparto arretrato della squadra di casa, e ancora una volta, soprattutto nel secondo tempo, la tenuta mentale dei Cowboys è sembrata venire meno, permettendo agli ospiti di rimontare lo svantaggio iniziale e vincere la partita.
Tutta da rivedere, invece, la difesa di Los Angeles che, soprattutto nel primo tempo, ha patito fortemente le corse di Elliot e le soluzioni aeree di Prescott. Subito, però, il buco centrale da 70 yard di Morris, grazie anche ad un eccellente bloccaggio in linea, Wade Phillips è corso ai ripari chiudendo tutte le porte che poteva chiudere, ed infatti nel secondo tempo l’attacco di Dallas non è più sembrato così inarrestabile come pareva nel primo tempo. Elliot si fermava a 85 yard corse e 54 ricevute, con due segnature, ma non erano abbastanza per evitare la sconfitta per 35-30.
La partenza 3-1 di quest’anno sembra essere totalmente differente rispetto a quella analoga della scorsa stagione (terminata 4-12) per i Rams. Nel 2016 tutto sembrava avvenire per caso, le congiunzioni astrali dicevano bene a Los Angeles e si riusciva a vincere le partite soprattutto grazie ad una difesa monumentale (oltre che per gli errori avversari). Quest’anno la squadra appare più equilibrata e capace di imporre il proprio gioco, cosa che non succedeva da anni. Aggiustando la difesa i Rams potrebbero seriamente aspirare ad un ruolo più attivo in questa stagione, sebbene ora il calendario abbia in programma dei test decisamente più impegnativi rispetto a quelli di questo inizio di stagione, a cominciare dalla sfida con Seahawks e Jaguars nelle prossime due settimane prima della partita di Londra con i Cardinals.
I Cowboys, invece, sembrano una grande incompiuta. Partiti bene, si sono nuovamente persi nel corso della partita, facendosi sfuggire tra le dita una partita che sembravano comunque avere in mano, anche se i Rams non sono mai stati tanto lontani nel punteggio.
Prescott ed Elliot sono parsi insolitamente nervosi, e la loro prestazione ne ha risentito. Domenica a Dallas arrivano i Green Bay Packers, e non sono proprio la squadra migliore per cercare riscatto.