Bella vittoria a Jacksonville

Con una prestazione solida e convincente i Rams si riprendono la vetta della NFC West (approfittando anche del bye di Seattle) sbancando l’EverBank Field di Jacksonville al termine di una gara piuttosto combattuta e gradevole da vedere, vinta 27-17.
Si, avete letto bene: gradevole, Rams e Jaguars tutto insieme nella stessa frase. Roba che anche solo lo scorso anno avrebbe destato più di una perplessità, invece in questa stagione i Jaguars sono una squadra in netta ascesa, con una difesa rispettabile ed un attacco ancora balbettante ma con un Leonard Fournette in grado di combinare qualcosa di importante in qualsiasi momento, mentre i Rams sono un progetto ancora in movimento, che riesce a vincere grazie ad una diversa caratteristica ogni domenica e che potrebbe diventare un’autentica mina vagante una volta trovato il giusto equilibrio tra attacco e difesa.
Definire l’avvio della gara come scoppiettante appare addirittura riduttivo. Pharoh Cooper riceve il kickoff iniziale tre yard dentro la end zone, rimbalza contro il muro di bloccatori e placcatori aggirandolo con uno spin eccezionale e si invola sulla sideline per uno spettacolare touchdown che in casa Rams mancava da ben 12 anni. I Jaguars mandano in campo l’attacco dopo il touchback di Zuerlein, ed al primo tocco di palla Leonard Fournette prende un corridoio che lo porta dritto in touchdown dopo una corsa da 75 yard. Sono passati solamente 25 secondi, e la partita è già sul 7-7 (con un sentito ringraziamento all’ennesimo problema tecnico del GamePass NFL, che ci ha tolto la possibilità di gustarci questo uno/due in diretta).
Il piano delle  due difese di Rams e Jaguars per questa partita era abbastanza scontato e pressochè identico: fermare il gioco di corsa avversario per obbligarlo a mettere la palla per aria. Da una parte si voleva sfruttare la scarsa qualità di Bortles, e dall’altra l’eccelso backfield difensivo, reduce dall’aver appioppato cinque intercetti (di cui due ritornati in touchdown) nientemeno che a Ben Roethlisberger.
Per quanto riguarda i Rams, se si eccettua la prima corsa ed un altro paio di portate durante la partita, il piano è riuscito alla perfezione. Fournette ha terminato (anzitempo per un leggero infortunio) l’incontro con un bottino di 130 yard in 21 portate che, senza l’exploit iniziale, diventano un più umano 20 per 55. Niente male per una difesa che sulle corse aveva avuto grossi problemi ad inizio campionato, e che poco a poco sta ritrovando la sua compattezza. Quando la palla è rimasta in mano a Bortles, l’enorme presisone del front seven ha procurato cinque sack ed un intercetto, e sebbene i numeri siano abbastanza confortanti, per il quarterback della Florida (23/35 per 241 yd, 1 TD e 1 intercetto), Bortles non è mai riuscito a prendere le redini dell’incontro e guidare il suo attacco in maniera convincente.
Al contrario i Jaguars hanno fallito l’obiettivo, con Todd Gurley che è stato un vero e proprio martello, guadagnando 116 yard con 23 portate, il che ha permesso a Goff di fare il minimo indispensabile per portare a casa la partita, anche se un paio di tentativi su Watkins nel profondo non se li è comunque risparmiati, senza mettere troppo a repentaglio il possesso di palla.
E’ buffo notare, comunque, come un touchdown per parte (per i Rams l’unico segnato dall’atacco) siano arrivati grazie a due passaggi, nonostante l’approccio conservativo utilizzato da entrambi gli attacchi. Ed a ben guardare si è trattato di passaggi anomali, perché i Rams hanno segnato su shovel pass sul tight end Everett, mentre i Jaguars hanno messo a segno uno screen pass con Ivory, per cui due azioni in cui non è stata “sfidata” la secondaria, ma la palla è stata ricevuta dietro o nei pressi della linea di scrimmage, a conferma, quindi, che il gioco lungo si è visto davvero poco.
La vera differenza, però, l’hanno fatta gli special team. Non solo il ritorno di kickoff di Cooper per i Rams, ma anche il punt bloccato da Littleton e riportato in end zone da Brown. O forse sarebbe meglio dire “da pullman di giocatori guidato da Brown”, dal momento che la segnatura è stata un vero e proprio sforzo collettivo di quattro/cinque giocatori che hanno creato una sorta di orda selvaggia che ha travolto tutto e tutti portandosi Malcolm Brown in end zone con il pallone.
Non dimentichiamoci, poi, di Greg Zuerlein, che ha messo a segno un field goal dalle 29 ed uno dalle 56, rimettendosi così in carreggiata dopo il passo falso di domenica scorsa contro i Seahawks, mentre il suo omologo Myers ha sbagliato dalle 51 e dalle 54, e per il field goal messo a segno dalle 41 deve ringraziare la penalità che gli ha permesso di ricalciarlo, perché aveva sbagliato pure quello.
I Rams hanno comunque mostrato una maturità piuttosto inaspettata, e l’esempio lampante è stato l’ultimo drive, giocato giudiziosamente in maniera da mangiare tempo sull’orologio obbligando anche i Jaguars a chiamare tutti i loro time out. Una avanzata lenta ed inesorabile, grazie anche alle corse di Gurley, che ha portato tre punti fondamentali per riportare il vantaggio nell’ordine delle due segnature (da 24-17 a 27-17) ma soprattutto ha consumato cinque dei sette minuti che restavano alla fine, lasciando a Jacksonville l’ardua impresa di rimontare dieci punti in poco più di due minuti senza nemmeno un time out.
I Rams hanno anche ricevuto un grosso aiuto da una crew arbitrale che ha destato più di un sospetto nella gestione della gara. Oltre ad un paio di interferenze non chiamate, Los Angeles ha beneficiato dell’affrettata decisione di dichiarare down by contact Robert Woods, fermando così il ritorno di fumble di Colvin, che probabilmente non avrebbe segnato, ma avrebbe comunque guadagnato almeno una ventina di yard. Il challenge sacrosanto ha così cambiato la chiamata, ma ovviamente il ritorno non è stato fatto valere. Alla fine per Jacksonville sono arrivato comunque tre punti, ma con un campo più corto non si sa mai cosa sarebbe potuto succedere. In generale, comunque, la gestione della partita da parte della crew è sembrata la tipica gestione di una crew di Walt Coleman, incerta e senza polso, ed abbiamo trovato divertente il siparietto che seguiva ogni decisione un po’ contestata, dove Coleman veniva avvicinato dall’umpire (Jeff Rice) che sembrava quasi suggerirgli cosa dire, come amministrare la penalità e come trarsi d’impaccio.
Lasciati a secco Bouye e Ramsey, la difesa di Jacksonville si è retta principalmente sulle giocate in linea di Calais Campbell, una vera forza della natura che con il suo arrivo ha dato una svolta al reparto dei Jaguars e, nelle poche volte in cui Goff non ha goduto dell’ottima protezione della propria linea, ha fatto sentire la sua presenza nel backfield avversario, battendo anche Havenstein un paio di volte per un sack e qualche tackle for loss.
Dal canto suo anche il front seven dei Rams ha dominato la linea di scrimmage, mettendo a segno cinque sack, il tutto condito dall’intercetto di Robey-Coleman che ha fornito il break decisivo nel momento in cui i Jaguars sembravano potersi riavvicinare nel punteggio.
Domenica prossima trasferta intercontinentale per i Rams, che sbarcano a Twickenham per la sfida divisionale con gli Arizona Cardinals, una squadra apparsa in crescita dopo l’acquisizione di Adrian Peterson.
Per i Jaguars, invece, è in calendario un viaggio a Indianapolis, prima del bye di week 8.

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