Esordio in casa con shutout

Il primo scontro divisionale della stagione per la NFC West è quello che vede di fronte Cardinals e Rams nel suggestivo scenario del Los Angeles Memorial Coliseum, ed è l’occasione per entrambe le squadre di confermare il risultato della prima giornata. Ovviamente più contenti i Rams, per i quali la conferma del risultato significa la seconda vittoria consecutiva, fatto che non si verificava ad inizio stagione dal 2001, mentre i Cardinals devono incassare la seconda sconfitta consecutiva ed aprono una vera e propria crisi di gioco e risultati che coach Wilks dovrà cercare di risolvere al più presto se non vuole buttare via una stagione già a settembre come sta succedendo ora.
Per Sean McVay, invece, le cose vanno a gonfie vele, e nemmeno un inconveniente come l’infortunio di Zuerlein nel riscaldamento, che poteva rivelarsi potenzialmente devastante per i Rams, è riuscito a rovinare una giornata perfetta come quella che ha visto i Rams battere i Cardinals 34-0.
Il Coliseum offre il suo solito scenario di seggiolini vuoti, ma il pubblico si attesta comunque sulle 66mila unità, segno che poco a poco i Rams, grazie anche alla stagione vincente dello scorso anno, stanno conquistando i difficili ed esigenti tifosi di Los Angeles, e sono avviati (ferme restando le attuali condizioni) a diventare una delle franchigie con il maggior seguito allo stadio dell’intera lega.
La fredda cronaca vede i Rams sempre in perfetto controllo dell’incontro, senza correre grossi rischi e faticando forse solamente nel primo quarto, quando la difesa dei Cardinals si muove bene per chiudere i varchi ad un Gurley che sembra un po’ impacciato nei primi passi dietro la linea di scrimmage. Alcuni blocchi un po’ sospetti della linea d’attacco consentono ai rossi dell’Arizona di limitare i danni e tenere i Rams a zero. Ad una buona difesa, fa da contraltare un pessimo attacco. Che sia l’enorme pressione messa dalla difesa dei Rams, davvero indiavolata, che sia la sterilità del gioco di corsa (per tacere di quello su passaggio), fatto sta che i Cardinals non muovono palla e sono costretti spesso e volentieri al punt.
Nel secondo quarto Goff e compagni prendono le misure e comincia lo show di Todd Gurley, che mette a segno due touchdown e due trasformazioni da due punti intervallati da un field goal di Johnny Hekker dalle 20 yard.
Nel secondo tempo non c’è più storia, ed il terzo touchdown di Gurley (trasformato da Malcolm Brown) mette in ghiaccio la partita. Il risultato viene poi arrotondato da Higbee, che riceve un passaggio di Goff per il 34-0 finale.
L’attacco dei Rams si sta poco a poco togliendo di dosso la ruggine di una preseason passata a guardare i backup giocare. Contro i Raiders erano stati concessi due quarti, diventati uno solo contro i Cardinals. Ottimo, come sempre, il gioco di corsa con Gurley praticamente inarrestabile quando riesce a partire dietro i blocchi, ci sono stati numerosi progressi anche nel gioco aereo. Goff è stato decisamente più preciso, anche se quel pallone sparacchiato senza senso verso un liberissimo Robert Woods in end zone grida ancora vendetta. Il corpo ricevitori, senza dubbio il più talentuoso degli ultimi 20 anni dopo il trio Bruce, Holt e Akim, permette all’attacco di Los Angeles una varietà di opzioni decisamente ampia, ed ora che sono entrati in gioco anche i tight end le possibilità per Goff sono aumentate in maniera esponenziale. Impressionante come il buon Jared che, ricordiamolo, è solo al terzo anno da pro, abbia già una capacità di lettura su più livelli che non è facile da vedere nella NFL di oggi, con la velocità del gioco e la bravura dei difensori avversari.
Della difesa non ci sarebbe nemmeno da parlare. Facendo tutte le atre del caso all’avversario di turno, la prestazione difensiva ieri è stata davvero monumentale, con una intensità vista raramente da queste parti. In settimana Phillips aveva lavorato molto sui placcaggi, perché contro i Raiders qualche placcaggio sbagliato o mancato di troppo erano costati cari. La risposta è stata un orda di giocatori che si muoveva come una cosa sola, pronta a placcare il malcapitato portatore di palla non solo uno contro uno, ma arrivando in seconda battuta in maniera da scongiurare ogni possibilità di errore da parte del primo placcatore. “Swarming Defense”, è stato il termine usato da McVay in conferenza stampa, e mai termine fu più azzeccato. Più ancora dei soli cinque primi down concessi o delle sole 137 yard concesse, a testimoniare della grande prestazione difensiva basta citare il fatto che i Cardinals hanno superato la metà campo solo nel penultimo gioco della partita.
Tra l’altro è interessante notare come Phillips abbia ovviato al problema del personale del secondo livello (linebackers) con lo schieramento in campo in diverse occasioni della Dollar Defense, la formazione composta da tre uomini di linea, un middle linebacker e ben sette defensive back, di cui due schiacciati sulla linea in posizione da linebacker. Una soluzione che ha permesso di bloccare le corse del temibile David Johnson senza lasciare spazio ad eventuali ricevitori, che venivano comunque coperti all’occorrenza da giocatori più agili di quanto avrebbe potuto essere un linebacker.
Menzione speciale, infine, per gli special team. Da una parte JoJo Natson, richiamato in settimana dopo un eccellente training camp, che ha sostituito Pharoh Cooper senza lasciare rimpianti. Anzi, quasi quasi vien da pensare che quando Cooper tornerà abile ed arruolabile, se Natson continuerà così sarà un bel problema trovargli posto.
Come già accennato ad inizio articolo, Hekker ha dovuto fare gli straordinari per sostituire Zuerlein, ma il risultato è stato eccellente. Il movimento non è stato proprio fluido, ma l’esito è stato più che positivo, tanto che ad un certo punto McVay ha seriamente pensato di smetterla di giocarsi i quarti down e far provare Hekker a calciare un field goal anche da distanze più importanti delle 20 yard che gli ha concesso.
Buio pesto in casa Cardinals, invece. Non sappiamo se Bradford abbia provato un qualsiasi moto di nostalgia pensando al fatto  che, se tutto fosse andato come avrebbe dovuto, al posto di Goff avrebbe potuto/dovuto esserci lui. Sappiamo sicuramente che ora inizia a sentire il fiato sul collo di Josh Rosen, perché dopo le due pessime prestazioni inanellato con Redskins e Rams il cambio al timone dell’attacco sembra prendere sempre più corpo.
Pur con l’attenuante della difesa che si trovavano davanti, gli attaccanti di Arizona non hanno trovato il bandolo della matassa per tutta la partita, sbagliando blocchi ed assegnamenti, lasciando Bradford in balia di una pressione continua e Johnson senza uno sbocco per poter correre. Pessima la prestazione della linea d’attacco, che ha condizionato tutto il gioco offensivo di Arizona.
Non tanto meglio è andata in difesa. Dopo un inizio promettente la linea di difesa si è fatta sopraffare da quella d’attacco dei Rams, e la luce si è definitivamente spenta. La secondaria è stata sovente in difficoltà non riuscendo ad impedire che Cooks, Kupp e Woods riuscissero a trovare i tempi giusti per liberarsi del proprio uomo e ricevere indisturbati, così come dopo il primo quarto nulla è più sembrato funzionare per arginare le sgroppate di Todd Gurley.
Wilks in conferenza stampa era davvero sconsolato, e sembrava il classico pesce fuor d’acqua. Probabilmente non si aspettava una partenza così scarsa da parte del suo attacco, capace di mettere a segno solo sei punti in due partite ed ampiamente in garbage time. Urgono decisioni difficili ma risolutive. Bradford non sembra avere in mano la squadra, e forse un cambio con Rosen potrebbe portare la scossa necessaria per una rapida inversione di rotta fin da domenica prossima, quando i Cardinals ospiteranno i Chicago Bears, un cliente non proprio agevole, di questi tempi.
Per i Rams va in scena il derby cittadino. Sarà di nuovo il Coliseum ad ospitare i Chargers, scomodi inquilini del futuro stadio dei Rams, che hanno avuto un inizio di stagione sicuramente interessante. Sarà una partita da vedere e gustare fino alla fine. Questo è sicuro.

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