Manca ormai davvero poco alla partita di sabato notte contro i Dallas Cowboys che aprirà i playoff per i Los Angeles Rams. Dopo una regular season che ha in qualche caso ecceduto le aspettative ed in qualche altro caso ha destato qualche preoccupazione, soprattutto verso la fine, non è più tempo di scherzare e, come ha “Catalanescamente” rimarcato Sean McVay “Chi vince va avanti e chi perde torna a casa”.
Sembra una banalità, anzi lo è, ma fa tutta la differenza del mondo. L’approccio ad una partita di playoff è forzatamente diverso da quello che si ha verso una partita di regular season, e non potrebbe essere diversamente.
Che partita sarà? Beh, speriamo bella, speriamo combattuta (magari non troppo, se vinciamo noi) e sicuramente interessante per alcuni temi che andremo ad analizzare.
Il primo, e più importante, riguarda Todd Gurley. Il nostro miglior giocatore offensivo è fermo praticamente da un mese per un problema al ginocchio, e sebbene abbia partecipato per la prima volta ad un allenamento completo giovedì, l’ottimismo di McVay che lo dà per sicuro in campo al 100% non convince del tutto. Non ci stupiremmo se, a stagione finita, Gurley si dovesse sottoporre ad intervento anche solo per una ripulita al ginocchio infortunato. Si dice che McVay, a playoff acquisiti e contando anche sul bel colpo di aver preso C.J.Anderson, abbia tenuto Gurley a riposo più per precauzione che altro, e che tutta questa manfrina dell’infortunio e degli allenamenti limitati sia tutta una messinscena per gettare un po’ di fumo negli occhi degli avversari. Lo speriamo, ovviamente, perché Gurley è una pedina fondamentale per il nostro attacco, come andiamo ripe5tendo dalla scorsa stagione. Gurley ha spesso beneficiato della scelta delle difese avversarie di scaricare il box per caricare la secondaria utilizzando spesso i pacchetti nickel che prevedono un linebacker in meno ed un defensive back in più, scelta dettata dal look con cui si presenta praticamente sempre l’attacco dei Rams, che schiera tre ricevitori fuori in oltre il 90% dei propri snap offensivi. Attacco dei Rams che invece è andato in crisi proprio quando le difese hanno fatto la scelta di giocare base o addirittura caricare il box con otto elementi, lasciando i ricevitori in copertura singola con zero aiuti sui raddoppi. E’ facile immaginare che sarà proprio una difesa di questo tipo che affronteremo sabato notte, soprattutto perché i Cowboys possono contare su una coppia di linebacker fenomenale in Van Der Esch e Jaylon Smith che saranno interamente dedicati a fermare il nostro numero 30. Se dovessero sorgere problemi con Gurley, inoltre, le ultime du epartite ci hanno dimostrato che Anderson potrebbe dare il suo importante contributo.
Il peso dell’attacco, quindi, ricadrà tutto su Jared Goff, il quale ha denunciato qualche carenza, nelle ultime partite, quando ha dovuto sopperire alla mancanza di un gioco di corsa. La speranza è che McVay abbia fatto tesoro delle sconfitte con Bears ed Eagles, e prepari un game plan in cui si prediligano le tracce medio corte ai bomboni a cui eravamo abituati ad inizio stagione e che non hanno quasi alcuna possibilità di riuscita, con un gioco di corsa bloccato ed una pass rush molto aggressiva.
La chiave sarà quindi il playcalling di McVay.
In difesa, inutile dirlo, l’obiettivo numero uno è bloccare Ezekiel Elliott e portare una gran pressione su Dak Prescott, esattamente due cose che la difesa dei Rams ha fatto poco e male durante la stagione. Importanza vitale sarà il contain dei due esterni Fowler e Ebukam per costringere Elliott a scegliere i buchi interni, dove Donald e Suh (specialmente quest’ultimo) dovranno fari un ottimo lavoro di contenimento al primo livello per non permettere ad un runningback agile e sgusciante come Elliott di arrivare alluno contro uno al secondo livello, in questa stagione il punto debolissimo della difesa di Wade Phillips.
Anche per la nostra difesa si tratta, quindi, di fermare il gioco di corsa per sfidare Prescott a mettere la palla in aria più di quanto non voglia, e quando deve lanciare tanto Prescott non ottiene buonissimi risultati. Sarà inoltre interessante vedere il duello tra Aqib Talib ed Amari Cooper.
Esattamente come per l’attacco, la speranza è che anche Wade Phillips abbia fatto tesoro dei disastri ottenuti in stagione con la sua pessima 2-4, teoricamente valida ma all’atto pratico vanificata dalla scarsa qualità e continuità di Barron e Littleton nelle posizioni di linebacker interni.
Rams – Cowboys è stata un classico dei playoff negli anni 60 e 70, e sebbene la fortuna non ci sia mai stata molto favorevole e spesso i Rams abbiano perso dai Cowboys sebbene superiori nel complesso della stagione (e qui torniamo all’inizio… nei playoff cambia tutto, a partire dall’approccio con la partita), la storia dice che siamo in perfetto equilibirio con quattro vittorie a testa.
L’ultima volta che i Rams hanno incontrato i Cowboys al Coliseum era il 30 dicembre del 1979, e vinsero 21-19 sulla via dello sfortunato Super Bowl XIV di Pasadena.
Pensando un passo alla volta, a oi basterebbe iniziare a mantenere viva la striscia vincente…
Sembra una banalità, anzi lo è, ma fa tutta la differenza del mondo. L’approccio ad una partita di playoff è forzatamente diverso da quello che si ha verso una partita di regular season, e non potrebbe essere diversamente.
Che partita sarà? Beh, speriamo bella, speriamo combattuta (magari non troppo, se vinciamo noi) e sicuramente interessante per alcuni temi che andremo ad analizzare.
Il primo, e più importante, riguarda Todd Gurley. Il nostro miglior giocatore offensivo è fermo praticamente da un mese per un problema al ginocchio, e sebbene abbia partecipato per la prima volta ad un allenamento completo giovedì, l’ottimismo di McVay che lo dà per sicuro in campo al 100% non convince del tutto. Non ci stupiremmo se, a stagione finita, Gurley si dovesse sottoporre ad intervento anche solo per una ripulita al ginocchio infortunato. Si dice che McVay, a playoff acquisiti e contando anche sul bel colpo di aver preso C.J.Anderson, abbia tenuto Gurley a riposo più per precauzione che altro, e che tutta questa manfrina dell’infortunio e degli allenamenti limitati sia tutta una messinscena per gettare un po’ di fumo negli occhi degli avversari. Lo speriamo, ovviamente, perché Gurley è una pedina fondamentale per il nostro attacco, come andiamo ripe5tendo dalla scorsa stagione. Gurley ha spesso beneficiato della scelta delle difese avversarie di scaricare il box per caricare la secondaria utilizzando spesso i pacchetti nickel che prevedono un linebacker in meno ed un defensive back in più, scelta dettata dal look con cui si presenta praticamente sempre l’attacco dei Rams, che schiera tre ricevitori fuori in oltre il 90% dei propri snap offensivi. Attacco dei Rams che invece è andato in crisi proprio quando le difese hanno fatto la scelta di giocare base o addirittura caricare il box con otto elementi, lasciando i ricevitori in copertura singola con zero aiuti sui raddoppi. E’ facile immaginare che sarà proprio una difesa di questo tipo che affronteremo sabato notte, soprattutto perché i Cowboys possono contare su una coppia di linebacker fenomenale in Van Der Esch e Jaylon Smith che saranno interamente dedicati a fermare il nostro numero 30. Se dovessero sorgere problemi con Gurley, inoltre, le ultime du epartite ci hanno dimostrato che Anderson potrebbe dare il suo importante contributo.
Il peso dell’attacco, quindi, ricadrà tutto su Jared Goff, il quale ha denunciato qualche carenza, nelle ultime partite, quando ha dovuto sopperire alla mancanza di un gioco di corsa. La speranza è che McVay abbia fatto tesoro delle sconfitte con Bears ed Eagles, e prepari un game plan in cui si prediligano le tracce medio corte ai bomboni a cui eravamo abituati ad inizio stagione e che non hanno quasi alcuna possibilità di riuscita, con un gioco di corsa bloccato ed una pass rush molto aggressiva.
La chiave sarà quindi il playcalling di McVay.
In difesa, inutile dirlo, l’obiettivo numero uno è bloccare Ezekiel Elliott e portare una gran pressione su Dak Prescott, esattamente due cose che la difesa dei Rams ha fatto poco e male durante la stagione. Importanza vitale sarà il contain dei due esterni Fowler e Ebukam per costringere Elliott a scegliere i buchi interni, dove Donald e Suh (specialmente quest’ultimo) dovranno fari un ottimo lavoro di contenimento al primo livello per non permettere ad un runningback agile e sgusciante come Elliott di arrivare alluno contro uno al secondo livello, in questa stagione il punto debolissimo della difesa di Wade Phillips.
Anche per la nostra difesa si tratta, quindi, di fermare il gioco di corsa per sfidare Prescott a mettere la palla in aria più di quanto non voglia, e quando deve lanciare tanto Prescott non ottiene buonissimi risultati. Sarà inoltre interessante vedere il duello tra Aqib Talib ed Amari Cooper.
Esattamente come per l’attacco, la speranza è che anche Wade Phillips abbia fatto tesoro dei disastri ottenuti in stagione con la sua pessima 2-4, teoricamente valida ma all’atto pratico vanificata dalla scarsa qualità e continuità di Barron e Littleton nelle posizioni di linebacker interni.
Rams – Cowboys è stata un classico dei playoff negli anni 60 e 70, e sebbene la fortuna non ci sia mai stata molto favorevole e spesso i Rams abbiano perso dai Cowboys sebbene superiori nel complesso della stagione (e qui torniamo all’inizio… nei playoff cambia tutto, a partire dall’approccio con la partita), la storia dice che siamo in perfetto equilibirio con quattro vittorie a testa.
L’ultima volta che i Rams hanno incontrato i Cowboys al Coliseum era il 30 dicembre del 1979, e vinsero 21-19 sulla via dello sfortunato Super Bowl XIV di Pasadena.
Pensando un passo alla volta, a oi basterebbe iniziare a mantenere viva la striscia vincente…