A vedere il risultato finale di 42-6 in favore dei Colts, si potrebbe pensare ad un massacro, ma la partita di domenica a St.Louis è stata meno scontata di quanto si potrebbe credere.
Intendiamoci: Manning e compagnia non hanno mai perso il controllo dell’incontro, e la differenza tra le due squadre in campo è stata netta e decisa, ma tutto sommato i Rams hanno tenuto bene il campo, soprattutto considerando che si incontravano una corazzata ancora imbattuta ed una squadra che ha perso le ultime diciassette partite giocate, e che spera di vedere finalmente la luce domenica prossima contro i Lions.
I Rams venivano da una settimana particolarmente problematica per la clamorosa trade che aveva mandato il LB Witherspoon a Philadelphia in cambio di un ricevitore ed una scelta al draft 2010, e questa mossa era per molti il chiaro segnale che per Spagnuolo l’obiettivo era già la squadra 2010, avendo oramai dato per perso qualunque interesse nel campionato di quest’anno.
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, però, l’assenza di Witherspoon non si è sentita più di tanto, e la difesa ha prodotto il solito encomiabile sforzo rovinato negli ultimi tre minuti della partita da due touchdown evitabilissimi che hanno aumentato a dismisura ed immeritatamente il passivo.
La grossa differenza, in questa partita, l’hanno fatta gli attacchi. Quello di Indianapolis si è dimostrato la solita macchina perfetta, che permette di cambiare anche i protagonisti lasciando inalterato il risultato, e così senza più i Marvin Harrison, sono i Collie, i Garcon ed i Robinson a supportare i veterani Clarke (che mantiene viva la sctriscia di TD subiti da parte del Tight End avversario per i Rams) e Wayne (che prende tutto quello che gli capita a tiro nel raggio di cinque yards).
Quello di St.Louis, invece, pesantemente condizionato dalla situazione pessima del reparto ricevitori, ha nel solo Steven Jackson un punto fermo (il che è un eufemismo, visto che ha mosso palla per 133 yards totali), che però da solo non basta per portare punti. Non è un caso, infatti, che l’attacco dei Rams sia il meno prolifico della NFL.
La breve cronaca delle segnature vede i Colts mettere al sicuro la partita nel primo tempo, dove con Wayne, Clarke e Addai segnano i 21 punti (a 3) necessari a creare un divario incolmabile per i Rams di quest’anno.
Nel secondo tempo arriva il field goal di Brown che accorcia (si fa per dire) le distanze e porta lo score sul 21-6, ma il sipario cala definitivamente quando Bulger sbaglia malamente una traiettoria esterna e lancia direttamente nelle mani di Lacey, che ringrazia con un ritorno da 31 yards in touchdown.
Come accennato inprecedenza, i Colts vanno ancora sul tabellino due volte nel quarto periodo, ma solo nel finale e solo grazie ad una penalità di interferenza di Atogwe che mette l’attacco di Indy sulle 8 yards offensive, da dove Manning trova Collie per il suo terzo TD pass di giornata. L’ultima meta arriva da una corsa di Simpson, entrato per far correre il tempo e ritrovatosi invece a correre in meta praticamente intoccato dopo una sweep a sinistra dove Laurinaitis mancava il placcaggio per pochi centimetri.
Pur se non eccessivamente agonistica, la partita ha lasciato il segno su entrambe le squadre, anche se il danno maggiore lo avrà, come al solito, St.Louis: il RB dei Colts Ronald Brown si è infortunato alla spalla nel primo quarto, ma non sembra nulla di troppo serio, mentre il Long Snapper Chris Massey ed il Cornerback rookie Bradley Fletcher hanno terminato la loro stagione per St.Louis, entrambi con i legamenti del ginocchio rotti. Particolarmente serio e brutto da vedere l’infortunio di Fletcher, che ha messo male la gamba durante un tentativo di deflettare un passaggio e si è rotto sia i legamenti anteriori che i collaterali, ed i medici ne mettono adddirittura in dubbio il ritorno in campo.