I Rams hanno ritrovato le istruzioni su come i vince una partita, ma per la seconda settimana consecutiva si sono completamente dimenticati di una regola fondamentale: le partite durano quattro quarti. E se contro i Chargers la tattica “build a lead and sit on it” molto cara a Spagnuolo fin dai tempi di New York, era stata sufficiente per portare a casa la doppia vu, questa settimana non è bastata per contrastare il ritorno dei Tampa Bay Buccaneers che, al di là delle ridicole dichiarazioni del loro head coach, non sono affatto la miglior squadra della NFC, e domenica l’hanno ampiamente dimostrato cercando tutti i modi possibili per perdere una partita, commettendo una caterva di penalità e sbagliando molto sia in attacco che in difesa. nonostante questo, però, i Bucs sono riusciti a piazzare il touchdown della vittoria a dieci secondi dal termine, dopo aver recuperato i 17 punti di svantaggio accumulati nel primo tempo con una lenta operazione di avvicinamento a suon di field goal.
18-17 il risultato finale per i Buccaneers, che lascia ampiamente l’amaro in bocca ai Rams, che già stavano pregustando un record vincente dopo quasi re anni dall’ultima volta che erano stati sopra il .500, e che rovina parzialmente la grande giornata di Steven Jackson, che è diventato nel corso dell’incontro il miglior runner della storia dei Rams superando una leggenda come Eric Dickerson dopo aver superato Marshall Faulk nella partita contro Seattle.
Leggermente sottotono, nonostante due TD pass, la prestazione di Bradford, che ha peccato molto di mira soprattutto nel secondo tempo, quando l’intero attacco è naufragato (Jackson a parte) nel tracollo generale che ha visto i Rams superare la metà campo avversaria solo ben dentro il quarto periodo.
Ancora un’ottima prova della difesa, battuta solo dal superlavoro che l’ha costretta a restare in campo praticamente tutto il terzo e quarto quarto, e che ha avuto una lunga serie di occasioni per chiudere la partita con almeno tre intercetti sicuri lasciati cadere in maniera incredibile, oltre ad essere stranamente poco reattiva ai fumble commessi dagli avversari.
A differenza della sconfitta contro Detroit, ampiamente meritata ed in cui i Rams non avevano mai dato l’impressione di essere in partita, questa sconfitta con i Buccaneers brucia davvero molto, perchè nel primo tempo i Rams hanno letteralmente dominato il campo, con un playcalling offensivo straordinario e vincente che, misteriosamente, si è involuto a tal punto che, nel secondo tempo, il three-and-out è diventato la prestazione standard dell’attacco in maglia blu.
E’ assolutamente necessario, ora che il tabu’ delle vittorie è stato finalmente sfatato, che Spagnuolo lavori in maniera approfondita sulla durata, sulla concentrazione e sull’attenzione, che deve rimanere identica per quattro quarti completi. Fatto ciò, il futuro dei Rams non potrà che essere roseo.