Un'altra sconfitta che fa male per i Rams, che perdono 23-20 in overtime una partita che avrebbero dovuto e potuto vincere, anche in considerazione del fatto che i Niners hanno fatto di tutto, ma proprio di tutto per perderla.
Tre touchdown richiamati indietro per holding, un intercetto richiamato indietro per un offside, una marea di penalità che ha ammazzato drive nei momenti importanti della partita: questo il campionario degli errori di San Francisco che i Rams non hanno saputo capitalizzare.
Una giornata iniziata con molti interrogativi, fin dall'annuncio della lista dei giocatori non attivi che includeva John Greco e David Vobora, che non risultavano infortunati. Altri interrogativi ialla lettura dell'elenco degli starters, che vedeva Kevin Dockery partire cornerback titolare al posto di Bradley Fletcher, che entrava in campo sporadicamente nel primo tempo, mentre Dockery veniva continuamente battuto sul profondo dai ricevitori avversari.
Ed altri interrogativi ancora quando, in posizione critica ma comunque entro le capacità di Josh Brown, Spagnuolo chiamava una finta di field goal e conseguente pooch punt invece di tentare di mettere dentro i tre punti. Ed infine la scellerata scelta di non mettere piu' pressione su Alex Smith, imbastendo invece una sorta di prevent che, come il manuale insegna, non ha prevenuto una beata fava, consentendo ai Niners di convertire addirittura un quarto e diciotto, che arrivava dopo un buon guadagno concesso su un terzo e trentadue (TRENTADUE!!!).
Questa sconfitta ha molti significati per i Rams. Uno su tutti: la squadra non è ancora pronta per fare il salto di qualità ed essere una seria contendente per il titolo divisionale, perchè è assolutamente incapace di portare a termine le partite, manca la costanza e la continuità per tutti i 60 minuti di gioco e, soprattutto, ha un grossissimo limite nella disastrosa situazione in cui versa il reparto ricevitori.
Oltre all'eroico Amendola, che in più ritorna anche punt e kickoff, e canta e porta la croce per tutti quanti, il reparto si avvale di un Brandon Gibson che sembra più occupato a danzare di fronte agli avversari producendosi in finte e giochi di piedi iinutili, che non a conquistare il primo down, di un Laurent Robinson in versione "Chi l'ha visto" ed un Mardy Gilyard che non riesce nemmeno a ricevere un kickoff. Difficile, in queste condizioni, liberare tutto il talento che Sam Bradford sta facendo vedere partita dopo partita.
Menzione d'onore per Chris Long e George Selvie, che hanno fatto il diavolo a quattro in linea. Long sta uscendo fuori prepotentemente come uno dei migliori pass rusher della lega, al suo terzo anno di professionismo, ed oltre a Selvie tutta la linea difensiva ha giocato secondo i soliti altissimi standard a cui ci hanno abituato in questa stagione. Qualche problema in più tra i linebacker, tra cui spiccava l'assenza misteriosa di David Vobora, e per la secondaria, dove ai problemi di infortuni vari si aggiungono anche le scelte cervellotiche del coaching staff.
Domenica prossima si torna a casa, ma l'avversario sarà di quelli tosti. Arrivano infatti all'Ed Jones Dome i Falcons di Roddy Withe e Matt Bryant, ed il pronostico non sarà affatto in favore dei padroni di casa.