C’è stato un momento, durante la partita tra Rams e Panthers, in cui il sipario sulla stagione di Los Angeles stava inesorabilmente calando, nonostante manchino ancora 11 partite alla fine della stagione regolare. È accaduto verso la fine del primo tempo, quando Matt Stafford ha lanciato uno dei suoi oramai leggendari pick six che permetteva a Carolina di andare al riposo in vantaggio 10-7 anziché in svantaggio 7-3. Il tutto dopo che i Rams avevano dato qualche segnale di vita con un drive che aveva permesso ad Allen Robinson di segnare uno splendido touchdown su passaggio dello stesso Stafford, riscattando un primo tempo assolutamente indecoroso da parte dell’attacco della squadra campione in carica, capace di guadagnare ben 42 yard totali, prima di quell’ultimo drive.
Nel secondo tempo, però, i Rams si sono rimessi in carreggiata, Stafford, dopo aver passato l’intervallo in ginocchio sui ceci, non ha più forzato passaggi inutili, concentrandosi su quanto (tanto) gli concedeva la difesa avversaria, e sono riusciti a portare a casa anche in tranquillità una partita che sembrava sul punto di essere buttata al vento per l’ennesima volta.
I Panthers, illuminati dalla fioca luce di PJ Walker e di un McCaffrey che, a parte le fiammate iniziali, si è progressivamente spento, soffocato dalla difesa di casa che ha gradualmente alzato il livello, si sono rivelati un ostacolo abbastanza agevole da superare, e se la partita è stata in bilico per così tanto tempo, lo si deve più che altro all’inettitudine di quello che sembrava essere tornato l’attacco dei tempi di Jeff Fisher, rievocando i peggiori incubi nei tifosi dei Rams.
C’è da considerare che, almeno nel primo tempo, la difesa di Carolina ha ampiamente fatto il suo. Corey Littleton, un ex, era dappertutto, e la linea di difesa sovrastava regolarmente quella di attacco dei padroni di casa. In attacco, invece, oltre ad affidare la palla a McCaffrey, i Panthers non sembravano avere molte altre idee, ed in effetti il prodotto globale del reparto è stato di soli tre punti ed una manciata scarsa oltre le 200 yard di total offense. Carolina, poi, ha una serie di problemi non necessariamente riferiti al campo, che la rendono altamente a rischio in questa stagione, basti vedere cosa è successo in sideline tra il Robbie Anderson e l’head coach ad interim Steve Wilks, che ha mandato in spogliatoio il ricevitore a partita in corso e non certo perché non gradiva la pettinatura del giocatore, chiaramente fatta con i petardi.
Sulla testa dei Rams piove l’ennesima tegola di un tetto, quello della linea offensiva, che non ha praticamente più copertura. Anche Joe Noteboom è costretto a lasciare il campo per infortunio, e le sue condizioni verranno valutate meglio in questi giorni. L’effetto è di nuovo quello di un complesso puzzle, che vede Alaric Jackson andare nel ruolo di left tackle a sostituire Noteboom e Aboushi prenderne il posto come guardia destra: la quinta guardia destra diversa in sei partite fin qui giocate. Il solo Havenstein le ha giocate tutte e sei nella stessa posizione.
Nel secondo tempo, dicevamo, si è verificato un cambio di marcia deciso, non solo nella partita ma anche nella gestione del playbook e delle chiamate offensive. Hanno girato un po’ tutti i running back a disposizione, compreso Rivers, appena attivato dalla practice squad, ma il più produttivo resta sempre Darrell Henderson jr., ma il gioco di corsa è rimasto sempre deficitario, e se togliamo le tre jet sweep di Kupp, Skowronek (bello il suo touchdown) e Atwell, il guadagno netto sulla terra fatica ad arrivare alle 60 yard totali.
Meglio è andato il gioco aereo, ma solo nel secondo tempo, dopo il pick six che ha svegliato Stafford. Abbastanza buona la distribuzione dei palloni, con Allen Robinson finalmente grande protagonista.
A fine partita, il GM di Carolina Scott Fitterer è stato visto appendere i cartellini del prezzo ai suoi pezzi più pregiati, in vista della deadline per le trade del prossimo 1 novembre, mentre il suo collega Les Snead è stato pizzicato a segnarsi i prezzi di alcuni giocatori che potrebbero fare al caso di Los Angeles. Non è detto che gli incontri tra queste due squadre siano finiti con la partita di domenica pomeriggio.
Dopo la sosta rientreranno Van Jefferson e Brian Allen tra le fila dei Rams, e chissà che non possa essere l’inizio di un periodo positivo. Del resto si parte praticamente tutti alla pari, e la sfida con San Francisco dopo il bye potrebbe diventare la partita cardine su cui far girare la stagione.
La prossima settimana, invece, Carolina ospiterà Tampa Bay ed il vecchietto d’acciaio Tom Brady, non certo un avversario facile per cercare o provare di arrestare una caduta che sembra inesorabile ed inevitabile.