Il pranzo di Natale è, notoriamente, l’occasione in cui si esagera a tavola. Antipasti, primi, secondo, dolci, vini e liquori vari: solitamente si esce distrutti da un’esperienza del genere. I Los Angeles Rams hanno voluto aggiungere a tutto il ben di Dio che ha imbandito le tavole natalizie dei propri tifosi, una sonante vittoria per 51-14 contro i Denver Broncos.
Si, avete capito bene: 51 punti. L’attacco delle riserve e degli scappati di casa, guidati da un quarterback a cui nessuno concede nemmeno il beneficio del dubbio, ha messo assieme 51 punti, tre in meno di quelli segnati nella famosa partita contro i Chiefs del 2018 ed esattamente gli stessi segnati contro i Giants nel 2017, finendo così al secondo posto per maggiori punti segnati da quando McVay è head coach a Los Angeles.
Los Angeles ha completamente rovinato il ritorno in campo di Russell Wilson dopo la concussion, confermando di essere la sua bestia nera, ed anche senza Aaron Donald, il quarterback di Denver è stato sackato ben sei volte ed intercettato tre, lasciando poi il posto al backup Rypien per mettere fine ad un pomeriggio da incubo.
Senza nulla da perdere, senza pressioni particolari, con un quarterback che sa tenere il campo e che sta prendendo confidenza con un playbook piuttosto complicato, con un running back che finalmente trova i varchi giuasti grazie anche al cambio di rotta dell’head coach, che sacrifica le sue amate zone run per le più classiche gap run che consentono una maggior facilità di lettura a Cam Akers, i Rams hanno giocato una partita senza sbavature, finalmente precisi e performanti in attacco e con la solita difesa che ha fatto la voce grossa fin da subito.
Rispetto alla partita di Green Bay, McVay ha semplificato molto le chiamate, senza cercare il profondo a tutti i costi, aggiustando il gioco di corsa senza abbandonarlo non appena ha avuto un po’ di successo come ci ha abituato a fare spesso e volentieri, rispolverando i lanci veloci al tight end che quest’anno erano stato un po’ trascurati. Da qui nascono anche le ottime prestazioni di un Higbee finalmente ispirato e decisivo, autore di due touchdown, ma anche le oltre cento yard orse da Akers, che è sembrato un altro giocatore rispetto a quello che chiedeva di essere trasferito per dissensi “filosofici” con il proprio allenatore e che ha segnato ben tre touchdown
A mettere il sigillo finale, oltre ai tre field goal di Matt Gay, ci ha pensato il rookie Decobie Durant, che ha riportato per 85 yard in touchdown un passaggio intercettato a Rypien nel finale di partita.
In difesa da sottolineare la grande prova di Murchison, firmato in settimana come free agent e subito protagonista con quattro tackle e due sack, finchè non è dovuto uscire per un piccolo infortunio, e la monumentale prestazione di Bobby Wagner, che ha anche intercettato il suo ex compagno di squadra Russell Wilson.
Ed i Broncos? Mai stati in partita, nonostante i pronostici della vigilia li dessero come grandi favoriti. I due intercetti consecutivi subiti da Wilson nei suoi primi tre tentativi di lancio hanno completamente spezzato le gambe a Denver, che non è più stata in grado di riprendersi, nonostante alcune cose pregevoli le abbia comunque fatte vedere.
La mancanza di sintonia tra Wilson ed i propri ricevitori è apparsa evidente, con l’ex Seahawks sempre alla ricerca della giocata spettacolare anzichè accontentarsi del corto che la difesa dei Rams gli lasciava, finendo per sprecare occasioni su occasioni.
La linea di difesa si è fatta completamente sovrastare dalla linea patchwork dei Rams, non risultando efficace nel fermare le corse e non riuscendo a marcare in maniera adeguata i ricevitori avversari, tight end in testa. Ha avuto gioco facile Mayfield a trovare Higbee e compagnia sempre un passo avanti al difensore, sempre in vantaggio, sempre a portata di lancio. A differenza del suo collega in maglia bianca, Mayfield ha diligentemente preso quello che la difesa di Denver gli concedeva, lasciando poi alla bravura dei ricevitori il compito di guadagnare altre yard.
L’impressone generale è che a Denver ci sia già aria di smobilitazione generale, e non potendo cambiare i piani su Wilson, a pagare le conseguenze di una stagione tanto sciagurata sarà quasi certamente il coaching staff, che ha praticamente la valigia in mano.
A Los Angeles, invece, si studia per l’anno prossimo. Molti i prospetti interessanti in ottica 2023. Non ci si illude che questi 51 punti siano nient’altro che una giornata in cui tutto è andato alla perfezione e non certamente la norma per questo anomalo 2022, però le vittorie rinfrancano sempre il morale, ed in California ce n’è un sacco bisogno.