A che punto è la notte.

Quando il commissario Santamaria si trova ad indagare sull’omicidio di Don Bezza, nel famoso romanzo che dà il titolo a questo post, non può immaginare che quello è solo il primo dei tanti delitti che seguiranno. A fine stagione 2022 ci siamo immedesimati nel commissario, quando il Front Office ha deciso di rilasciare Bobby Waner, ed anche noi non avevamo iea che quello sarebbe stato il primo di innumerevoli colpi di scena che hanno portato i Los Angeles Rams ad avere a roster solamente 43 giocatori nell’immediata vigilia del draft.

Via Wagner, ma via anche Ramsey, Gaines, Robinson (A’Shawn e Allen), Floyd, Gay, Rapp, Mayfield, Scott, Edwards, Long jr., Powell, Dixon, Orzech, Brewer, e sicuramente ne dimentichiamo altri.

In entrata il solo Hunter Long, il tight end arrivato da Miami nell’affare Ramsey. In più la rifirma di Copeland e Shelton, oltre alle offerte di rinnovo per Hoecht, Jolly e Rozeboom e le ristrutturazioni contrattuali di Noteboom ed Allen.

La banchina degli arrivi è desolatamente vuota, mentre la gente si accalca in quella delle partenze. Cosa ci aspetta ora?

Chi legge queste pagine da un po’ sa benissimo che non amiamo scaldarci per il draft. I conti si fanno non prima di tre anni (ricordiamo empre che nel 2014 scegliemmo Greg Robinson con la seconda assoluta, primai di avere la fortuna di trovare ancora libero Aaron Donald) e spesso le scelte che sembrano cervellotuche sono quelle che funzionano meglio rispetto a quelle che seguono tutti i mock draft del mondo (per chi non sapesse cosa sono i Mock Draft, sono la più colossale panzana della NFL).

Les Snead, Sean McVay e Kevin Demoff la possono chiamare come vogliono, ma se non è un’operazione di rebuild totale questa, spiegateci cosa lo è. La strategia è abbastanza chiara: liberare il massimo possibile sul cap 2024, prendendo la stagione 2023 come una transizione verso la nuova costruzione di una squadra possibilmente destinata a durare nel tempo, lasciando perdere la strategia di accumulo di talenti (e pesi sul salary cap) che ha comunque portato un anello a Los Angeles (e questo non lo dovremmo mai scordare).

Il draft di stanotte inizierà a dare una prima prospettiva sulle intenzioni del front office. Abbiamo la possibilità di prendere un po’ di giovani talenti da sfruttare nel loro rookie contract, a cui si aggiungeranno quelli dall’anno prossimo, quando avremo di nuovo una prima scelta dopo quasi un decennio. Inutile stare a diacutere quali siano le “needs” dei Rams in questo momento. Non c’è un singolo reparto che non abbia bisogno di essere rimpolpato, quindi non c’è che l’imbarazzo della scelta. La strategia migliore sarebbe quella di andare per il miglior talento disponibile sul momento, ma storicamente Snead non ha mai amato questo approccio, affidandosi ai report degli scout, così come McVay, che addirittura guarda pochissimo i video dei giocatori draftabili, lasciando fare il lavoro sporco a Snead ed allo stuolo di osservatori in giro per il paese.

Con queste premesse, non aspettiamoci fuochi d’artificio e colpi eccezionali, ma qualche buon giocatore da costruire, cosa in cui il coaching staff dei Rams eccelle.

Per il resto: a che punto è la notte? È ancora buio, e l’alba si vedrà davvero solamente ai primi di agosto, quando apriranno le porte del training camp.

I commenti sono chiusi.