Quello dello scorso weekend è stato un draft strano, da parte dei Rams. Non tanto perchè i giocatori scelti siano delle incognite assolute o siano state effettuate delle scelte bizzarre, ma piuttosto perchè il front office dei Rams è riuscito nell'impresa di cogliere di sorpresa quasi tutti.
Dopo tutte le parole spese nei giorni precedenti al draft sulla necessità di fornire un backup a Steven Jackson, quando è statop il turno di St.Louis a scegliere, con Julio Jones chiaramente già andato ma con Mark Ingram ancora disponibile, in molti si aspettavano che Devaney e Spagnuolo scegliessero il runningback da Alabama.
Quando è stato chiamato il nome di Robert Quinn, quindi, piu' di un sopracciglio si è alzato per la (relativa) sorpresa. C'e' pero' da dire che la scelta di Quinn non puo' in alcun modo essere considerata negativa. Nonostante il tumore benigno al cervello ponesse molti interrogativi sulla sua salute, che i Rams hanno eliminato grazie ad accurate visite mediche preventive, e nonostante abbia saltato per intero la stagione 2010 per squalifica da parte della NCAA, Quinn era comunque considerato uno dei prospetti migliori di questo draft, ed il fatto che sia rimasto disponibile fino al quattordicesimo giro è stato abbastanza sorprendente, e l'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
Quinn andrà quindi a rinforzare la pass rush, e Quinn avrà tutta la stagione per essere "istruito" a dovere da James Hall, di cui sarà il sostituto naturale non appena il veterano deciderà di appendere il casco al chiodo.
Dal secondo al quarto giro, il comando del draft è chiaramente passato in mano a Josh McDaniels, e la selezione di Kendricks, Pettis e Salas ne è la riprova. La scelta dell'ennesimo tight end, un ruolo in cui i Rams hanno un affollamento inusuale, potrebbe sembrare inutile, ma Kendricks non è un tight end puro, e McDaniels lo potrà usare per muoverlo in tutte le posizioni dell'attacco, backfield compreso, e la combinazione di un tight end agile come Kendrick ed uno Pesante come Hoomanawanui ricorda molto il tipo di attacco che McDaniels utilizzava a New England in maniera molto produttiva.
Pettis e Salas dovrebbero mettere un po' di pepe nella competizione tra i WR, con i vari Avery e Gibson, ma anche Clayton, Alexander ed Amendola che saranno impegnati in maniera piuttosto impegnativa dai due rookie. Se Pettis sembra un sosia di Amendola, Salas potrebbe essere la vera sorpresa del draft. Nell'attacco esplosivo di Hawaii ha messo insieme numeri impressionanti, e con un QB da spread come Bradford potrebbe essere avvantaggiato.
L'ultimo giorno del draft ha portato quattro scelte il cui valore si vedrà in futuro. Come sempre succede, negli ultimi giri restano a disposizione giocatori su cui si sa poco o comunque il cui valore rientra nella media, sebbene spesso siano proprio questi i round più lucrativi, a lungo termine.
Jermale Hines è una cosiddetta "in-the-box safety", cioè una safety più orientata a difendere sulle corse, non per nulla viene considerato anche un linebacker esterno dalla parte debole. Forse un po' sottomisura per competere in NFL come linebacker, ma sotto le grinfie di Spagnuolo potrà sicuramente rendere al meglio.
Le scelte di Jabara Williams, Jonathan Nelson e Mikhail Baker sembrano orientate verso gli special teams, almeno per il momento. Nessuno dei tre dovrebbe essere un immediato apporto nel proprio ruolo primario.
Tutto sommato, dunque, un draft abbastanza positivo. Sono rimasti fuori alcuni buchi che verranno riempiti tramite la free agency, tipo il runningback di riserva o il linebacker esterno, se Hines non dovesse essere adatto, e forse necessita ancora trovare un cambio per la linea offensiva interna ma, tutto sommato, possiamo affermare con una certa tranquillità che gli anni dei draft matti di Martz o Linehan sono acqua passata.