Tutto fin troppo facile per i Dallas Cowboys, che passeggiano sulle macerie dei Los Angeles Rams e ortano a casa una vittoria per 43-20 che è ben più ampia di quel che dice il punteggio.
La partita dei Rams dura lo spazio di due drive. Inizia alla grande, con due sack nelle prime tre azioni, ma una (peraltro discutibilissima) penalità permette ai Cowboys di estendere il drive ed arrivare alla prima segnatura della serata. Los Ageles risponde subito, ma una pessima non chiamata arbitrale li obbliga ad accontentarsi di un field goal. È una pessima serata per gli uomini in maglia a strisce (e lo sarà per tutta la partita), ma lo è ancor di più per i Rams, che da quel momento perdono completamente la bussola e la partita.
Nel giro di sette secondo, alla fine del primo quarto, subiscono un field goal di Aubrey ed in pick six (il terzo della stagione, per lui) da parte di Bland. Subito dopo, ad inizio secondo quarto, si aggiunge un punt bloccato che si trasforma in una safety e due passaggi di Prescott per Lamb, totalmente dimenticato da una secondaria che ha offerto una prestazione orrenda. In men che non si dica, dunque, i Cowboys sono avanti 33-3, ed il touchdown di Freeman a due secondi dall’intervallo non dà, comunque, molte speranze ai Rams.
Alla ripresa delle ostilità il redivivo Skorownek segna il suo primo touchdown su ricezione in carriera, e la partita sembra riaprirsi, ma è un abbaglio. I Cowboys rimettono subito le cose a posto con Aubrey e Cooks. Il field goal del nuovo kicker dei Rams Havrisik fissa il punteggio sul 43-20.
Come dicevamo in apertura, è stato tutto fin troppo facile per Prescott e Lamb. Praterie immense lasciate dalla soft zone che Raheem Morris si ostina a giocare, oppure coperture in press con giocatori che non hanno la stessa velocità dei ricevitori che devono coprire, o ancora giocatori (come Kendricks) che non sanno dove si trovano nel mondo e guardano il ricevitore prendere la palla e passargli a fianco.
In una situazione del genere è persino difficile dare una valutazione obiettiva dell’attacco di Dallas, che ha veramente giocato a palletta come se davanti avesse i ragazzini dell’oratorio.
Diverso il discorso per a difesa, invece, che ha annichilito l’attacco di Los Angeles con una secondaria che ha fatto i bambini coi baffi tenendo la temuta coppia Kupp-Nacua a ricezioni e yardaggi molto limitati. Forse si poteva fare qualcosa di meglio sul gioco di corsa, dove i Rams hanno portato a caa un dignitoso 3.9 yard per portata, ma al di là di un paio di azioni, anche il gioco di corsa non è mai stato un vero problema per la difesa di Dallas.
I Rams hanno davvero poco su cui recriminare, ma vedono il futuro molto meno roseo non tanto per la sconfitta che, sebbene messa in conto visto l’avversario, fa male per le proporzioni e per come è arrivata, quanto per l’incognita Stafford. Il quarterback ha infatti dovuto lasciare il campo a Rypien per un doppio infortunio al polso ed al pollice occorsogli nelle battute finali del primo tempo.
Sarà decisivo il bollettino medico di martedì per capire se Stafford giocherà contro i Packers oppure partirà Rypien e per quante partite, ma è chiaro che i Rams pagheranno assai caro il non aver voluto pensare ad un piano B nel ruolo di quarterback, soprattutto quando il prescelto come backup, Stetson Bennett, era stato messo da parte per i suoi problemi fuori campo. Rypien non è certo il backup che ognuno vorrebbe, e dietro di lui non ci sono altri giocatori pronti a subentrare, per cui bisognerà in ogni caso accendere un cero affinchè Rypien resti sano.
In casa Cowboys l’ottimismo è conseguenza di una vittoria facile ma comunque portata a casa in maniera solida (anche le partite più facili, bisogna sempre vincerle sul campo) che ha spazzato via quel senso di incertezza che aveva dato la scoppola rimediata dai 49ers..