Ci eravamo lasciati la scorsa settimana con la considerazione che l’unica cosa che i tifosi dei Rams potevano ancora chiedere alla squadra per questa stagione era una prestazione dignitosa contro i 49ers, rivali per eccellenza.
Mancata malamente la prima parte della richiesta, resta ancora la partita del primo gennaio, in cui probabilmente San Francisco farà giocare figli e amici dei giocatori per preservare i titolari per i playoff che hanno conquistato matematicamente proprio battendo i Rams 26-0 domenica scorsa.
Nell’assistere all’ennesimo scempio in maglia bluoro (in realtà bianca, essendo fuori casa), non abbiamo nemmeno avuto il piacere di vedere all’opera la tanto sponsorizzata superdifesa di San Francisco che, per la cronaca, ha subito l’ultimo touchdown su corsa un anno fa da parte di Steven Jackson e quest’anno fa ancora registrare uno scintillante zero in quella categoria. Non l’abbiamo potuta vedere non perchè non sia scesa in campo, ma perchè l’attacco dei Rams è stato talmente inesistente che nessuna persona sana di mente potrebbe pretendere di misurare la forza di una difesa da questa partita.
I Rams hanno semplicemente e candidamente rinunciato a giocare fin dall’inizio. Un solo drive in tutta la partita superiore alle cinque azioni è un dato che non necessità di ulteriori approfondimenti. Non ci si spiega perchè McDaniels abbia ostinatamente perseverato nel dare palla a Jackson e Norwood per vie centrali quando era chiaro anche ad un bambino di tre anni che il mismatch tra la linea d’attacco e quella di difesa era tale da non consentire l’apertura del benchè minimo buco interno. Qualche possibilità in più c’era giocando all’esterno, ed infatti i pochi guadagni dei due treccioloni di St.Louis sono arrivati proprio dalle corse esterne, prontamente abbandonate dopo aver verificato la loro buona riuscita.
Non ci si spiega nemmeno come mai il costante raddoppio della secondaria su Brandon Lloyd abbia avuto come effetto quello di far rinunciare a priori anche solo di provare a cercarlo. Lloyd ha dimostrato più volte di avere i numeri per battere le doppie coperture, ma McDaniels e Feeley hanno semplicemente deciso che “vabbè, ne ha sempre due addosso, non lanciamogli neanche la palla”.
Vogliamo parlare di strategia? Quando su un terzo e più di venti yards da prendere mi chiami una corsa interna, posso pensare che tu abbia cercato di prendere la difesa in contropiede, ma quando il drive successivo mi chiami la medesima azzione nella medesima situazione, posso pensare solo che tu sia mentalmente disturbato. Senza contare il quarto e uno giocato dando la palla al fullback, uno schema che avevano capito anche quelli che non stavano guardando la partita.
Se in casa Rams si vuole trovare un aspetto positivo della sconfitta di domenica, bisogna guardare alla difesa. Nel primo tempo, dopo un inizio un po’ balbettante, il pacchetto linea e linebackers ha offerto una prestazione tutto sommato dignitosa, bloccando il gioco di corsa e contenendo abbastanza bene lo spauracchio Gore. Dopo aver concesso 228 yards a Beanie Wells, affrontare un runningback che vale il doppio rispetto al Cardinal e tenerlo ben al di sotto delle 100 yards è decisamente un successo, ed anche il fatto di aver costretto San Francisco ad accontentarsi di tre field goal, soprattutto nel caso del drive già partito dentro in red zone, testimonia di come la difesa dei Rams abbia mantenuto la squadra in partita come meglio non si poteva chiedere.
Anche la difesa sui passaggi è stata sufficiente, nonostante ormai da tempo si debbano schierare i tre quarti dei defensive back presi con i punti del supermercato, grazie anche all’enorme pressione che Long e Quinn hanno messo su Alex Smith. Il giudizio non cambia nemmeno considerando le due occasioni in cui la difesa ha ceduto permettendo due touchdown pass da 52 e 56 yards allo stesso Smith per Crabtree e Williams. Resta il fatto che una squadra con un attacco al minimo sindacale avrebbe cercato di sfruttare almeno un paio delle occasioni in cui la propria difesa li ha messi in grado di mettere qualche punto sul tabellone. Invece i Rams si sono affacciati nella metà campo avversaria solo due volte in tutta la partita. Poco, troppo poco per poter minimamente pensare di dare un voto anche risicatamente positivo al reparto.
Sarebbe ingiusto rimandare i Niners a test più probanti per verificarne la reale consistenza, perchè le partite difficili le hanno avute e le hanno anche vinte, ed ora devono solo dimostrare di poter reggere le corazzate del calibro playoff. Sinceramente vorrei avere io lo stesso problema dall’alto del mio record 10-2. Dev’essere una bella posizione da cui doversi preoccupare delle prossime partite.
What’s next? I Rams tornano in prime time lunedì prossimo in uno dei Monday Night più inutili che la storia ricorsi, e lo faranno probabilmente con il terzo quarterback in campo ed il quarto (firmato in fretta e furia) in panchina, perchè non sia mai detto che i Rams passano una settimana senza un infortunio serio, ed anche Feeley ora si ritrova con un dito rotto.
I Niners sono ospiti dei Cardinals, freschi vincitori contro i Cowboys in overtime, in un altro scontro divisionale il cui risultato sembra già scritto.