Il penultimo atto della sciagurata stagione 2011 dei Rams va in scena a Pittsburgh, dove i bluoro vengono regolarmente rullati dal quarterback di riserva Charlie Batch dopo l’ormai abituale partita in cui un attacco sterile ed improduttivo fa da contraltare ad una difesa che regge tre quarti e crolla, esausta, nell’ultimo periodo. Il 27-0 con cui gli Steelers rimandano a casa i Rams è il secondo shutout della stagione, ed i numeri in attacco sono davvero da brividi. Se si eccettua il solito, immenso Steven Jackson che supera ancora le 100 yards su corsa e per la settima volta consecutiva va oltre le 1000 yards in stagione, il buon Clemens non riesce a ripetere la prestazione di domenica scorsa e si ferma a quota 91 yards, aiutato anche da un gameplan decisamente incentrato sul gioco a terra, e Brandon Lloyd viene limitato a tre ricezioni per 29 yards. Infine ci si è messo anche Josh Brown, sbagliando malamente due field goal, uno da 52 yards, e ci può stare, e l’altro addirittura dalle 33.
E’ ormai chiaro come questa squadra abbia in mente soltanto la dirittura d’arrivo della stagione per potersi riprendere, raggruppare le idee e subire quei drastici cambiamentoi che sembrano ormai alle porte.
Stan Kroenke, un proprietario molto assente fisicamente ma non per questo lontano dagli interessi della squadra, sta già lavorando alacremente per comporre lo staff della prossima stagione che, ormai sembra più che sicuro, non vedrà in campo nè Steve Spagnuolo come Head Coach, nè Billy Devaney come General Manager, salvando forse il solo Josh McDaniels come coordinatore offensivo.
I nomi che si fanno in questi giorni sono quelli di A.J.Smith per il ruolo di General Manager, se i Chargers lo lasceranno andare come sembra, ed il trio John Gruden, Jeff Fisher e Bill Cowher per il ruolo di capo allenatore.
Per quanto riguarda Smith il giudizio è sospeso. E’ sicuramente un buon GM con i suoi difetti, come dimostrato ampiamente a San Diego, e sembra una copia esatta di Devaney, uno cioè capace di costruire una squadra vincente ma incompleta (e la storia recente dei Falcons modellati da Devaney ne è la testimonianza più evidente).
Più delicato è il discorso relativo all’head coach. Spagnuolo ha chiaramente le ore contate, e pare molto difficile che gli venga concessa un’altra possibilità. Dei tre nomi che si fanno, Cowher ha già fatto sapere che non sarebbe interessato a tornare sulla sideline (anche se tra le reali intenzioni e le dichiarazioni ufficiali spesso c’è un abisso).
John Gruden è balzato agli onori delle cronache proprio dopo la sconfitta con Pittsburgh, ma la sua scelta appare davvero troppo rischiosa. A parte la gestione del personaggio, il cui ego smisurato ha provocato danni ovunque sia stato, lascia perplessi la questione Bradford. Sam è chiaramente reduce da un’annata negativa, con tutte le attenuanti che vogliamo e possiamo trovargli, e Gruden ha più volte esternato il suo giudizio negativo sul giocatore. Appare chiaro, quindi, che ingaggiando Gruden la prima cosa che farebbe sarebbe cercare di scambiare Bradford per prendere al draft Luck o RG3, a seconda della posizione finale. La mossa, per quanto sensata tecnicamente, sarebbe la pietra tombale per le ambizioni dei Rams per le prossime stagioni. Terminare il contrato di radford, infatti, significherebbe impegnare circa 30 milioni di salary cap, perchè tutti i bonus garantiti spalmati nei sei anni di contratto dovrebbero essere pagati subito. Avendo i Rams un piccolo tesoretto di 40 milioni disponibile per la prossima stagione, una mossa del genere non lascerebbe risorse per mettere sotto contratto i rinforzi che ci si attende dalla free agency e, forse, nemmeno quelli per firmare le scelte del prossimo draft.
Resta quindi come ultima ed unica, stando alle voci che circolano, alternativa l’ingaggio di Jeff Fisher, sul quale pesa il grosso dubbio dell’ambiente. E’ cosa ormai nota, infatti, che Fisher non abbia mai mandato giù il Superbowl del 1999 ed il placcaggio di Dyson sulla 1 yard a tempo scaduto, ed in tutti questi anni il baffone non ha mai mancato di far arrivare critiche salaci e pungenti cntro i Rams, senza contare che ogni volta che le due squadre si sono incontrate la sportività da parte dell’ex coach dei Titans è stata sempre messa nel cassetto.
Fisher dovrebbe quindi affrontare un pubblico maldisposto a perdonare anche il minimo errore ed una parte dellì’organizzazione non proprio ben disposta nei confronti di chi li ha denigrati per anni. Tutte cose risolvibili da una parte con un mucchio di soldini e dall’altra con stagioni finalmente positive.