Se fosse stata una partita di regular season, la vittoria per 31-17 contro i Chiefs avrebbe avuto un che di esaltante. Un avvio impressionante, quattro giochi e touchdown, seguito da un intercetto ed altri sette punti poche azioni dopo, seguite ancora da una prestazione difensiva straordinaria. Tutto ciò avrebbe portato l’entusiasmo a mille.
Siamo però in preseason, e come non era il caso di stracciarsi le vesti dopo la “disfatta” di domenica scorsa contro i Colts, così non è il caso di parlare ora di Playoff, Super Bowl e titolo Intercontinentale.
Intendiamoci, la partita è stata piacevole (per i Rams), e si è visto un ribaltamento dei ruoli rispetto alla settimana corsa che non può che esere accolto positivamente, soprattutto in considerazione del fatto che i Chiefs hanno tenuto i titolari in campo tutto il primo tempo, mentre Braddford e compagni si sono accomodati in panchina poco oltre il primo quarto.
Che dire, i Rams sono apparsi tutta un’altra squadra, con Bradford sicuro e preciso dietro ad una linea che non solo gli ha tolto la pressione della scorsa settimana, ma ha anche impedito alla difesa anche solo di pensare di riuscire a mettergli una mano addosso. In effetti Bradford ha avuto una giornata tranquilla, senza preoccupazioni, senza botte e soprattutto senza che apparentemente sia stato in qualche modo limitato dalla caviglia che, si è scoperto in settimana, dovrà probabilmente essere operata a fine stagione.
Il solito Jackson non fa più notizia, come anche il ritrovato Amendola che, se riuscirà a tenersi “allacciato” il gomito lussato lo scorso anno, metterà su dei numeri davvero interessanti.
Ottima la prestazione di Lance Kendricks, che sembra pronto a mantenere le promesse dello scorso anno.
Fisher si deve esser fatto sentire per bene nello spogliatoio in settimana, perchè anche la difesa è parsa avere tutt’altra determinazione (quattro turnovers causati), risultando decisiva in diverse occasioni frustrando ogni iniziativa di Kansas City.
Particolarmente interessante è risultato essere lo schema difensivo con la linea a tre (quinn e Long ai lati con Brockers in mezzo) utilizzato da Fisher. Prove di 3-4 o necessità del momento? Dati gli ottimi risultati, è un’opzione da tenere in considerazione per il futuro.
Per quanto riguarda i rookies sotto osservazione, detto delle belle prestazioni difensive di Jenkins e Johnson ed offensive di Quick e Givins, resta l’incognita Isiah Pead.
Il ragazzo ha potenziale da vendere, e si vede, ma sembra essere in seria difficoltà nella transizione verso il football pro. Il touchdown che ha segnato ne è il perfetto esempio. Un off tackle dalla mezza yard, con un buco grosso come una casa, si è trasformato in un salto oltre la linea tanto spettacolare quanto inutile, perchè avrebbe tranquillamente potuto segnare senza nemmeno essere toccato. L’insicurezza, derivata anche dalle precedenti corse andate maluccio (compresa una per meno nove yards davvero incomprensibile), ha fatto sì che Pead decidesse di saltare la linea ancor prima di assicurarsi se la linea avesse aperto il buco o meno.
Molto meglio di Pead è apparso il suo diretto concorrente Richardson, molto più ficcante nelle incursioni nella secondaria avversaria.
La direzione giusta è stata intrapresa, gli errori della prima partita sono stati evidenziati e si è cercato di correggerli. L’ottimismo è d’obbligo perchè il lavoro sembra dare i suoi frutti. Speriamo che il trend positivo prosegua anche quando le partite conteranno davvero qualcosa.