Chiamati alla riconferma dopo il positivo pareggio ottenuto nella tana dei 49ers domenica scorsa, i Rams steccano malamente, regalando una partita ai derelitti New York Jets che si risollevano così il morale espugnando l’Ed Jones Dome con il punteggio di 27-13 che va addirittura stretto, nelle proporzioni, ai biancoverdi.
Sembrava la partita adatta, per i padroni di casa, per consolidare quanto di buono avevano fatto vedere al Candlestick Park. Di fronte avevano una squadra in caduta libera, con forti dissidi interni tra giocatori, alcuni dei quali non avevano più fiducia nel quarterback Mark Sanchez e chiedevano a gran voce la sua sostituzione con Tim Tebow ed apparentemente incapace di mettere insieme quattro quarti di football decente.
I ruoli, invece, apparivano capovolti. A parte i soliti primi positivi drive, per St.Louis calava la notte in tutti i reparti, attacco, difesa, special team e coaching staff.
Dopo aver fermato i Jets nel drive di apertura mettendo seriamente sotto pressione Sanzhez con una difesa all-blitzing, Bradford e Jackson conducevano un ottimo primo drive che portava i Rams alla meta di aperetura, ottenuta con un perfetto passaggio su Brandon Gibson dopo che ben tre difensori avversari decidevano che fosse il caso di marcare strettamente Isiah Pead, lasciando Amendola e Gibson completamente soli in end zone.
La relativa facilità con cui la difesa aveva fermato l’attacco dei jets ed i pochi problemi avuti nel drive d’attacco di apertura, facevano ritenere che per i Rams avere la meglio sui Jets si sarebbe trattato di una semplice formalità.
Inspiegabilmente, però, la difesa smetteva di mandare blitz e cercare il sovrannumero nel backfield avversario, ottenendo il doppio effetto di lasciare che Sanchez controllasse i propri ricevitori in tutta tranquillità e di perdere il controllo della linea sui giochi di corsa.
In attacco, Schottenheimer abbandonava, nonostante i buoni risultati, Steven Jackson in panchina, e dopo un paio id corse poco produttive di Daryl Richardson si dimenticava anche di quest’ultimo, contando praticamente solo più sul gioco di passaggio. Bradford, però, appariva nettamente sottotono rispetto alla buona prestazione ottenuta a San Francisco e, sebbene anche a causa di una linea tornata tutt’altro che impermeabile, soprattutto in Shelby e Richardson, commetteva una serie di errori di valutazione e di tocco che lo facevano regredire di molto, rispetto alle ultime prestazioni.
Dopo aver rischiato un paio di volte, l’intercetto arrivava puntuale su un passaggio tirato maldestramente dopo una valutazione ed una lettura ancora più maldestre.
I Jets divrentavano così padroni del campo, con un Mark Sanchez che, arrivato a St.Louis con la peggiore percentuale di completi dell’intera NFL, ne usciva con la terza prestazione personale di sempre (sempre parlando di percentuale di passaggi completati) ma, soprattutto, stravincendo il confronto diretto con Tebow che, nelle poche occasioni in cui veniva schierato combinava un pasticcio dietro l’altro, compresa una macchinosa e mal eseguita finta di punt a metà campo letta e fermata alla perfezione da Laurinaitis in uno dei pochi sprazzi di lucidità del MLB in una partita altrimenti molto al di sotto degli standard a cui ci aveva abituati.
Un miglioramento, rispetto a San Francisco, i Rams l’hanno sicuramente ottenuto, riducendo sensibilmente le penalità commesse, senza però lasciarsi sfuggire l’occasione per farsi annullare un ritorno di kickoff in touchdown del rientrante Givens per un holding (a dir la verità piuttosto dubbio) del rookie McLeod.
Approfittando del letargo in cui i Rams erano caduti, i Jets allungavano nel punteggio anche grazie a due touchdown del runningback Bilal Powell, al suo debutto in carriera nel tabellino dei marcatori.
Un grosso problema che continua ad assillare i Rams sono i turnover. Sono ben cinque partite che St.Louis non recupera un fumble o effettua un intercetto, mentre dal canto proprio i palloni persi non si contano. Ancora una volta un possibile fumble di Sanchez gli è rimbalzato giusto in mano, mentre quando è successo a Bradford la palla è praticamente saltata in mano ad un difensore dei Jets, ma la realtà è che senza provocare turnover la strada è sempre difficoltosa.
I Rams si sono risvegliati nell’ultimo quarto, quando hanno nuovamente attraversato tutto il campo per segnare il touchdown del 27-13, ma due drive in una partita, quello iniziale e quello finale, sono decisamente pochi per poter sperare di portare a casa l’intera posta.