Disfatta a Dallas, vincono i Cowboys 31-7

Commentare una partita in cui una delle due squadre non è praticamente esistita in campo è sempre piuttosto difficoltoso, e la schiacciante vittoria dei Dallas Cowboys per 31-7 sui St.Louis Rams non fa eccezione.
Da dove partire, dunque, se non dalla squadra che in campo, invece, c’è stata eccome, non sbagliando praticamente nulla, finendo per portare a casa una vittoria talmente facile che a tratti sembrava di essere ancora in preseason.
I Cowboys non hanno fatto nulla di speciale, ma l’hanno fatto bene, eseguendo con calma e disciplina i giochi che, in attacco ed in difesa, sembravano sempre essere quelli giusti per quella determinata situazione, quasi il coaching staff dei texani avesse un collegamento telepatico con quello dei Rams e chiamasse in continuazione l’azione migliore per l’attacco o la difesa messa in campo in quel momento dall’avversario.

Come spesso accade la battaglia delle linee è stata decisiva per l’esito della partita, ed i Rams l’hanno pesantemente persa sia in attacco che in difesa. Con una linea d’attacco reduce dalle buone prestazioni delle prime due settimane, quando avevano dato a Bradford abbastanza tempo per lanciare e, soprattutto, non avevano concesso alcun sack agli avversari, i Rams hanno invece subito la veemente pass rush avversaria concedendo ben sei sack e non riuscendo praticamente mai a controllare uno scatenatissimo Ware, che ha ripetutamente mandato col sedere a terra prima Jake Long e poi Chris Williams.
A parti invertite, invece, la linea difensiva dei Rams non è praticamente mai riuscita a mettere pressione su Tony Romo né a costituire un valido primo baluardo contro l corse, che hanno visto in DeMarco Murray un protagonista assoluto con ben 175 yards guadagnate su terra. E dire che il runner dei Cowboys non era nuovo a tali imprese. La prestazione di ieri sera è infatti la sua seconda migliore in carriera, dopo le 253 yards conquistate sempre contro St.Louis in una partita simile a quella di ieri sera giocata due anni fa. Con un gioco di corsa che guadagnava sei/sette yards a portata, i Cowboys non hanno avuto un gran bisogno di mettere la palla in aria, ma quando lo hanno fatto sono stati altrettanto efficaci, con Bryant, Witten ed Escobar lasciati liberi di ricevere dalla ormai solita difesa a zona morbida che Walton ha portato a St.Louis ed i cui risultati cominciano ad essere davvero pessimi.
Un chiaro esempio di come la difesa dei Rams abbia sempre lasciato estrema libertà ai ricevitori avversari con delle coperture che definire ridicole è dir poco, la si è avuta in occasione di un terzo down e sei che i Cowboys dovevano convertire. In una situazione del genere Walton ha mandato i cornerback a marcare i ricevitori con un cuscino di dieci/dodici yards, ed è stato davvero un gioco da ragazzi per Bryant eseguire una traiettoria giusto al di là della linea del primo down e ricevere in assoluta solitudine la palla appoggiatagli da Romo, anch’egli in tutta tranquilità stante la perdurante assenza di qualsivoglia traccia di pass rush. Bryant ha ancora avuto la possibilità di guadagnare qualche yard nell’attesa che Jenkins arrivasse dalla sua posizione ultraconservativa a placcarlo.
Se per i Cowboys ha funzionato tutto alla perfezione, eccezion fatta per un muff sul primo punt della partita che però i Rams non hanno capitalizzato, per St.Louis è stata notte fonda in tutti i reparti.
Un gioco di corsa inesistente, con Richardson nuovamente infortunato ad un piede e Stacy inattivo, ha permesso ai Cowboys di attaccare con ferocia la linea nelle situazioni di passaggio, facendo crollare a suon di colpi il muro attorno a Bradford, che ha passato un pomeriggio di cui si ricorderà per un pezzo, soprattutto per l’enorme quantità di botte prese. Frastornato dalla forte pressione avversaria, colpito ripetutamente, un paio di volte anche al limite, se non oltre, del regolamento, anche Bradford ha finito per capitolare. Una serie di errori di mira piuttosto pacchiani, sommata all’incredibile numero di drop da parte dei ricevitori, che anche questa settimana hanno contribuito a rendere negativo il gioco aereo dei Rams, ha fatto sì che l’attacco dei bluoro non abbia assolutamente impensierito i Cowboys. Il problema, però, al netto degli errori dei giocatori in campo, sembra proprio risiedere in panchina, sia in attacco che in difesa. I Rams, infatti, hanno tenuto un atteggiamento incomprensibile per tutte e tre le partita di questa stagione, concedendo il vantaggio del punteggio agli avversari quasi fosse un piano preordinato. La rimonta è riuscita alla prima giornata con i Cardinals, non è bastata alla seconda giornata con i Falcons e non è nemmeno iniziata questa settimana con i Cowboys. E’ assolutamente incomprensibile il motivo per cui Walton ha trasformato una difesa che lo scoro anno era il punto di forza della squadra in una unità che marca i ricevitori a dieci yards, manda in copertura gli uomini di linea senza sostituirli con un linebacker nella pass rush e, più in generale, ha un atteggiamento che remissivo è dir poco. Parimenti in attacco Schottenheimer, che lo scorso anno si lamentava di avere poca esplosività nel materiale umano a disposizione, sembra quasi spaventato di usare la velocità e l’agilità che sono state aggiunte quest’anno, limitandosi ad un gioco di lanci corti che, ovviamente, non porta da nessuna parte. Peggio ancora, Schottenheimer non sembra in grado di trovare gli aggiustamenti a partita in corso. Contro Dallas ci ha impiegato due quarti a capire che per contrastare la grossa pressione su Bradford sarebbe stato utile provare qualche screen. Ed anche quando l’ha provato, ed ha funzionato, se lo è immediatamente dimenticato in un angolino del game plan, da dove non è più saltato fuori per il resto della gara.
Una menzione a parte, poi, la merita Fassel per i suoi special team. Tavon Austin ha fatto vedere qualche sprazzo del suo potenziale atletico, riuscendo a riportare in touchdown un punt, ieri sera. Peccato che il tutto sia stato vanificato da non una ma ben due penalità commesse dai suoi compagni di squadra. E se durante la preseason Fisher aveva detto che le penalità lo preoccupavano fino ad un certo punto perché si trattava di giovani giocatori, forse ora dovrebbe cambiare idea perché la maggior parte dei falli viene commesso da veterani che dovrebbero essere più che navigati, ormai. Ed è assolutamente inconcepibile come Fassel non riesca non diciamo a risolvere, ma almeno a ridurre questo problema negli special team, che restano il reparto responsabile del maggior numero di flag subite, quest’anno.
Tony Romo si porta quindi a casa una vittoria senza faticare troppo, mentre sul fronte Rams non si riesce a trovare un singolo punto positivo da cui trarre un po’ di speranza per il resto della stagione.
Giovedì notte arrivano all’Ed Jones Dome i rivali divisionali dei Niners, reduci da una doppia scoppola consecutiva del tutto imprevista. Quella che doveva essere una sfida epica per contendere ai Seahawks la leadership della Division rischia invece di trasformarsi in una sfida tra squadre derelitte e distrutte nel morale. Per entrambe è ora di raccogliere i pezzi e prepararsi al meglio ad una partita che potrebbe costituire il rilancio per chi riuscirà ad aggiudicarsela.
 

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