Sempre peggio: i Niners vincono il MNF

Per il Monday Night numero settecento, all’Ed Jones Dome si affrontavano Rams e 49ers, una delle rivalità storiche della NFL, ed era anche l’occasione scelta da St.Louis per onorare il quindicesimo aniversario di quella straordinaria squadra chiamata “Greatest Show On Turf”, che nel triennio 1999-2001 fece sognare i tifosi degli arieti, regalandogli un Super Bowl, tre MVP NFL ed uno degli attacchi più esplosivi e spettacolari che la storia dello sferoide prolato ricordi.
I Rams di oggi, invece, sono una suqdra alla perenne ricerca di loro stessi, e questa ricerca ancora non ha dato frutti, nonostante i continui cambi di coaching staff e l’enorme accumulo di prime scelte, dovute soprattutto alla cronica scarsezza della squadra, che contribuisce a far sì che i Rams scelgano sempre nella parte alta (se non altissima) del tabellone del draft.
Anche San Francisco, in questo inizio di stagione, sembra avere qualche problema, ma non c’è nulla di meglio che una partita contro i Rams per ritrovare un po’ di gioco e morale per il seguito del campionato.
In fase di pronostico i californiani si facevano forti della loro striscia di sei MNF vinti consecutivamente, tutto l’opposto dei Rams, che non potevano far altro che mettere sul piatto cinque sconfitte nelle ultime cinque partite giocate il lunedì sera.
Come spesso sta accadendo in questa stagione, però, erano proprio i Rams a partire a razzo, ritrovandosi in vantaggio per 14-0 in men che non si dica, grazie ad una corsa di Cunningham ed un passaggio di Davis su Kendricks. I Niners, dal canto loro, “facevano i Rams” nel senso che accumulavano qualche penalità di troppo, droppavano una serie impressionante di palloni ed alla fine commettevano anche un fumble, prontamente recuperato da Laurinaitis.
La difesa dei Rams, pur non riuscendo a mettere le mani su Kaepernick, sembrava poter agevolmente controllare sia il gioco di passaggio che quello di corsa avversario, sfruttando ogni minima possibilità concessa dagli avversari.
La decisione di Fisher di far finalmente partire titolare la seconda scelta assoluta allo scorso draft Greg Robinson, sembrava finalmente pagare, dando solidità alla linea sia in fase di protezione per il passaggio che nel gioco di corsa, ed anche l’altro esordiente, Tre Mason, faceva vedere qualche buon numero portando palla per i padroni di casa.
Dopo aver concesso un solo field goal ai Niners in tutto il primo tempo, i Rams sembravano ripetere in perfetta fotocopia la partita di qualche settimana fa contro i Dallas Cowboys. In quell’occasione il crollo avvenne ad inizio terzo quarto, mentre in questa occasione i Rams anticipavano i tempi.
Tutto iniziava da un drive che sembrava destinato a portare ancora qualche punto ai Rams prima dell’intervallo, ma un primo down conquistato da Jared Cook sulle 25 avversarie veniva trasformato in una delle peggiori penalità per Offensive Pass Interference mai vista sulla terra, ed invece di giocarsi un primo e dieci dalle 25, i Rams si ritrovavano con un terzo e 19 dalle proprie 44. Il punt era dietro l’angolo, così come anche il disastro.
San Francisco prendeva palla sulle proprie cinque yard con un minuto e cinquanta sul cronometro prima della fine del tempo. Harbaugh poteva far correre il tempo come solitamente si fa in queste situazioni, ma il fatto che i Rams avessero ancora tre timeout poteva consentire ai padroni di casa di avere ancora qualche possibilità di attaccare dopo un eventuale three and out, per cui l’head coach dei Niners decideva di giocarsi ogni possibilità. Quello che probabilmente non si aspettava, era la pessima (solo pessima? Di più!!!) copertura di Janoris Jenkins su Brandon Lloyd, che si liberava del cornerback con una doppia mossa e si involava in touchdown con una ricezione da ottanta yards.
Dopo aver subito tutto il primo tempo, San Francisco si ritrovava in partita con una giocata fenomenale che spostava tutta l’inerzia della gara a proprio favore.
Lo si vedeva chiaramente al rientro delle squadre dagli spogliatoi per il secondo tempo: i Rams sembravano l’ombra della squadra vista nel primo tempo, mentre i Niners erano rabbiosi e determinati, e convertivano in oro qualsiasi cosa, arrivando al touchdown del vantaggio con un perfetto passaggio di Kaepernick per Boldin.
Dopo un rapido scambio di punt, erano ancora i Niners ad allungare, con il terzo touchdown pass di Kaepernick, questa volta per Crabtree, che batteva il rookie Gaines con un’altra doppia mossa.
In vantaggio di 10 punti, i Niners sembravano in completo controllo della partita, anche quando marciavano fino alle due avversarie per poi giocarsi il quarto down, anziché prendersi i tre punti del field goal, e venivano respinti da una prova di forza della difesa dei Rams.
La rimonta, sebbene possibile, sembrava davvero una chimera per un attacco dei Rams nel quale non funzionava quasi più nulla. Lo stesso Austin Davis, attaccato da ogni angolo dalla tremenda pressione della difesa avversaria, si ritrovava a sparacchiare palloni per aria senza nessun senso logico oppure a mangiarsi il pallone prendendosi un sack dopo l’altro.
In qualche modo riuscivano ad arrivare tre punti, che riportavano i Rams ad una segnatura di distanza, ma anche dopo lo stop difensivo che restituiva palla a Davis con un minuto e cinque secondi a disposizione per pareggiare i conti, non si aveva l’impressione che potesse accadere qualcosa di miracoloso. In fin dei conti i Rams si ritrovavano senza timeout, con ben 91 yard da percorrere in poco più diun minuto, ed il compito era già abbastanza arduo normalmente, figuriamoci per un attacco che aveva conquistato 71 yard in totale nel secondo tempo.
A mettere il sigillo alla partita ci pensava Austin Davis, lanciando verso Britt un bruttissimo pallone che veniva intercettato e riportato in touchdown da Johnson per il 31-17 finale.
Una vittoria ampiamente meritata per San Francisco che, sebbene priva di molti titolari soprattutto in difesa, e dopo aver perso anche Patrick Willis per metà partita, ha resettato corpo e mente dopo il brutto primo tempo e si è appropriata della partita sfruttando metodicamente la pessima serata dei cornerback in maglia blu con un Kaepernick capace di creare giochi dal nulla ed un Boldin in gran spolvero.
Da rivedere il backfield difensivo, che ha beneficiato della grossa pressione portata dal front seven ad uno spaesato Austin Davis ma che, quando chiamato in causa ha mostrato qualche amnesia di troppo, come in occasione del touchdown di Kendrick lasciato inspiegabilmente da solo. Domenica prossima non ci sarà un carneade buttato nella mischia per necessità, ma il signor “500 touchdown pass” Peyton Manning, e la musica sarà completamente diversa.
 

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