Austin e Gurley affondano i 49ers

Quando metti di fronte i due peggiori attacchi della lega, difficilmente ne esce fuori una partita spettacolare, e la prima delle due sfide annuali tra Rams e 49ers giocata domenica a St.Louis non ha fatto eccezione a questa regola.
I lampi di Tavon Austin e Todd Gurley sono forse le uniche cose da salvare in una partita che ha offerto ben poco spettacolo ed ancor meno emozioni, resa interminabilmente noiosa dalla lunga sequela di fazzoletti gialli a segnalare le continue penalità delle due squadre. Anche la tanto decantata super difesa dei Rams ha avuto vita facile grazie all’assoluta impalpabilità dell’attacco di San Francisco, guidato da un Kaepernick in completo stato confusionale, incapace di eseguire anche le giocate più elementari.
I 49ers sono durati lo spazio di un drive, quello iniziale, nel quale Kaepernick riusciva a muovere la palla molto bene, trovando McDonald, Smith ed Ellington per dei buoni guadagni ed incaricandosi personalmente di chiudere un primo down, ma la difesa dei Rams lo costringeva all’incompleto su un terzo e 3, e Phil Dawson piazzava un field goal tra i pali per il vantaggio ospite che sembrava preludere ad una partita almeno combattuta.
L’attacco dei Rams, tuttavia, teneva fede alle promesse prepartita, stentando notevolmente, grazie all’attenta difesa di San Francisco che sembrava ben contenere lo spauracchio Gurley e grazie all’ormai consolidata abitudine dei ricevitori dei Rams di droppare palloni apparentemente semplici, come il passaggio profondo che Foles depositava nelle mani di Kenny Britt per vederlo miseramente cadere a terra incompleto.
Una grande giocata dello special teams degli arieti lasciava la palla dopo un punt sulle tre yard di San Francisco, e la possente linea di difesa metteva sul piatto tutto il suo dominio fisico fermando le tre corse centrali consecutive di Davis con perdita di terreno, arrivando a segnare una safety con Laurinaitis.
Una grossa mano la dava Kaepernick, comunque, non vedendo né un ricevitore che si smarcava alla sua destra immediatamente allo snap, né un ricevitore alla sua sinistra lasciato completamente senza marcatura. I due si sbracciavano come dei naufraghi su un’isola deserta alla vista dei soccorsi, ma Kaepernick non girava nemmeno la testa per guardarli: corsa centrale era, e corsa centrale doveva essere.
I Rams sembravano sul punto di piazzare un uno-due che avrebbe fatto pendere l’ago della bilancia a loro favore, ma Tavon Austin non riusciva a tenere un pallone perdendolo malamente in favore di Harold, che restituiva palla all’attacco dei Niners sulle 47 avversarie.
Nulla da fare, però, per un attacco in maglia bianca che appariva immediatamente fuori fase. Tre incompleti e via, palla nuovamente ai Rams. A questo punto, per i padroni di casa, si ripeteva un po’ il copione seguito la scorsa settimana contro i Browns. Una difesa che non concedeva nulla all’avversario faceva da contraltare ad un attacco che non riusciva a conquistare un primo down nemmeno piangendo cinese, ed il risultato era nuovamente un estenuante ping pong tra i due punt Hekker e Minion.
In mezzo a questo noiosissimo tira e molla, il lampo improvviso di Todd Gurley, che sfruttava un ottimo blocco in pull di Garrett Reynolds e si involava intoccato in touchdown dopo una galoppata di ben 71 yard, era l’azione che riaccendeva la partita. La trasformazione da due su Jared Cook (che miracolosamente non droppava il pallone, l’avrebbe poi fatto più tardi) portava i Rams in vantaggio di sette punti, ma soprattutto spezzava quell’equilibrio per il quale i Niners, pur balbettando in attacco, continuavano a restare attaccati alla partita con le unghie ed i denti.
L’attacco dei Rams sembrava ravvivarsi un po’, mentre quello dei Niners andava sempre peggio. Kaepernick si specializzava in screen laterali per Vernon Davis che fruttavano guadagni negativi di una o due yard ed il gioco di corsa, complice anche l’infortunio di Reggie Bush, non ingranava in alcun modo.
C’era il tempo di scambiarsi un field goal a testa prima di arrivare alla fine del primo tempo con un’altra piccola magia di Tavon Austin, che correva in touchdown dalle due yard.
Le facce sula sideline ospite erano tutte un programma, a partire da quella dell’head coach Jim Tomsula, che aveva un’espressione che definire scoraggiata  è dir poco.
Al rientro dopo l’intervallo le due squadre continuavano a duellare senza portare mai un affondo, e c’era del lavoro straordinario per i due punter, ma a metà terzo quarto i Niners avevano l’opportunità di riavvicinarsi nel punteggio  e girare a proprio favore l’inerzia della partita.
Benny Cunningham portava palla come un cameriere che serve ai tavoli, ed in quelle condizioni il fumble era decisamente inevitabile. Si avventava sulla palla Brooks, che la recuperava e la riportava in touchdown, peccato che per fare ciò si fosse aggrappato alla face mask di Cunningham per impedirgli di recuperare il fumble. Poiché il fallo era stato commesso prima del cambio di possesso, quando la palla era ancora libera, per regolamento il possesso restava dei Rams, ed il touchdown veniva annullato.
I Niners non subivano altri punti, perché il drive terminava con un field goal di Zuerlein bloccato da Dial, ma l’occasione di riaprire la partita era stata persa, e non sarebbe più tornata.
Ad inizio quarto quarto Foles trovava un piccolo passaggino per Tavon Austin dietro la linea di scrimmage, ed il piccolo ricevitore da West Virginia infilava il varco giusto mettendo il turbo, fermandosi solo 66 yard più avanti, dopo aver seminato tutti e segnato l’ultimo touchdown dell’incontro che, con la trasformazione di Zuerlein, fissava il punteggio sul 27-6 finale.
I Rams tornano ad avere un record positivo così avanti nella stagione per la prima volta dopo nove anni, e pensando al paio di partite lasciate per strada in maniera piuttosto opinabile, viene da mordersi veramente le mani.
Si tratta comunque di una squadra la cui caratteristica principale è la discontinuità, che sta prendendo giustamente vantaggio dalla parte di calendario sulla carta più semplice, che ha un Gurley (senza dimenticare Austin) sempre pronto a piazzare il big play decisivo, che ha una difesa della quale è oramai persino inutile continuare ad elencare i meriti, ma che sembra sempre sul punto di perdere la bussola della partita, perché le prestazioni dell’attacco sono un grosso punto interrogativo ogni qualvolta questa squadra scende in campo. Siamo convinti che registrando il reparto offensivo questa squadra poterebbe avere ambizioni importanti fin da subito, ma il punto è: l’attacco è registrabile o manca ancora qualche tassello (che sia qualche giocatore o un po’ di esperienza in più per gli attuali)?
Diverso il discorso sui Niners. Con l’offseason di smobilitazione (volontaria e non) vissuta quest’estate, c’era da aspettarsi che la squadra sarebbe stata poco competitiva, ma un disastro di tali proporzioni non era sinceramente pensabile. Questa ennesima prestazione scadente ha determinato un piccolo terremoto a Santa Clara. Via Vernon Davis per una scelta al prossimo draft, Kaepernick in panchina sostituito, per ora, da Gabbert ed una ricerca disperata di una trade all’ultimo momento per un quarterback (si parla di Garoppolo, che però i Patriots paiono volersi tenere ben stretti).
Un pessimo momento dalla parte sbagliata della baia, insomma.

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