Facciamo davvero fatica a commentare una delle peggiori sconfitte dell’era Fisher, se non addirittura dell’epoca Post GSOT. Una partita pessima, quella di ieri sera a Baltimore, da parte di entrambe le compagini che hanno fatto di tutto per non vincere. Alla fine l’ha spuntata St.Louis, che ha letteralmente regalato la vittoria ai Ravens con una serie di decisioni da ufficio inchieste.
C’era molta curiosità attorno all’esordio del quarterback Case Keenum, che sostituiva un pietoso ed inefficiente Nick Foles, mandato in panchina da Fisher in uno dei suoi sempre più rari momenti di lucidità, ma la curiosità lasciava ben presto il posto alla rassegnazione di vedere in campo un altro mediocre gestore di gioco ed alla speranza che non combinasse troppi pasticci.
Intendiamoci, rispetto a Foles Keenum è un passo avanti, se non altro per la sua mobilità che gli permette di estendere i giochi quando la linea collassa e deve scappare per la vita (cosa che Foles non ha nelle sue caratteristiche, ed infatti resta imbambolato con la palla in mano guardando il campo senza vedere i ricevitori finchè si prende la stringa nelle costole dal difensore avversario), ma è chiaro che un quarterback serio è un’altra cosa. Non per nulla Cignetti lo fa lanciare il minimo indispensabile, tanto che Keenum finisce il primo tempo con un roboante 3/10 per ben 31 yard. Non che Flacco dall’altra parte faccia molto meglio (11/16 per 87 yard e 1 intercetto), ma come dicevamo all’inizio, le due squadre sembra quasi giochino a perdere. I Ravens perdono subito Justin Forsett, che subisce una brutta frattura al braccio destro su un placcaggio di Aaron Donald, ed ai Rams non può bastare il pur volenteroso Gurley, che dietro una linea inesistente riesce ad ammassare solo 43 yard.
Nonostante tutto, Gurley metteva a segno il touchdown che permetteva ai Rams di chiudere in vantaggio il primo tempo, segnatura favorita da un lancio sul profondo di Keenum su Cook sul quale veniva commessa una interferenza piuttosto chiara (tranne che ai tifosi di Baltimore, si direbbe) che metteva l’attacco dei Rams sulle dieci offensive.
Senza le penalità dei Ravens, però, l’attacco dei Rams non è mai riuscito a muovere il pallone con continuità, alternando buoni giochi (pochi) a chiamate ridicole ed esecuzioni ancora peggiori.
Nonostante tutto, però, i Rams riuscivano a contenere i Ravens ad un solo field goal, e dopo un intercetto di Trumaine Johnson si permettevano persino di raddoppiare con un bel passaggio di Keenum per Kendricks. Da notare che in tutta la partita né Kendricks né Cook hanno droppato un passaggio, il che ha del fenomenale.
La prima avvisaglia che qualcosa sarebbe andato storto la si aveva dalla trasformazione del secondo touchdown, che Zuerlein si faceva bloccare, lasciando quindi ai Ravens la speranza di poterla pareggiare con un touchdown ed un field goal. Cosa che puntualmente avveniva, grazie anche ad una serie di fumble da paura: Austin su punt return, Keenum che si intrappava da solo nello scambio con Gurley, lo stesso Gurley ed infine ancora Keenum, anche se in quest’ultimo caso c’entravano altri fattosi, come vedremo.
Keenum, dopo un buon inizio, aveva fatto quasi rimpiangere Foles (quasi, eh…) per poi riprendersi verso la fine del terzo e l’inizio del quarto quarto.
Sul 13-13 a meno di due minuti dalla fine succedeva di tutto e di più. Zuerlein sbagliava un field goal dalle 52, mantenendo i Ravens in partita. I Ravens stessi sbagliavano il field goal del sorpasso dalle 51 yard, ed i Rams si ritrovavano con la palla in mano sulle proprie 41. Sarebbero bastati un paio di buoni guadagni per rimettere sui piedi di Zuerlein la possibilità di vincere questa maledetta partita, invece al primo tentativo Austin droppa un lancio di Keenum, ed al secondo accade il fattaccio. Dumervil commette un offside e si trova nella cosiddetta situazione di “unabated to the quarterback” ma il ref Tony Corrente pensa bene di non fischiare e lasciare proseguire l’azione. Free play per Keenum, quindi. Potrebbe fare qualsiasi cosa, anche farsi intercettare forzando un lancio, invece si fa placcare dieci yard dietro la linea con la palla in mano e, cadendo, va a sbattere violentemente la testa sul terreno. Keenum è chiaramente in stato confusionale, tanto che non riesce nemmeno a rialzarsi. Nonostante ciò lo strettissimo protocollo della NFL sulle “concussion” viene completamente ignorato. Non l’arbitro, non il coach e addirittura non l’uomo della NFL che dovrebbe stare lì apposta ad occuparsi di questi casi, seguono quello che dovrebbe essere il protocollo in questi casi: far uscire il giocatore dal campo e valutarne la sua condizione.
Probabilmente Keenum non sa nemmeno dove si trova o come si chiama. Lancia un incompleto stranissimo per Welker (ma nessuno ancora si accorge di nulla), e poi si fa nuovamente placcare mentre vaga con lo sguardo assente dietro la linea di scrimmage (complice anche quell’inutile giocatore a nome Greg Robinson che fa passare Upshaw senza nemmeno degnarlo di uno sguardo). Sack, fumble e palla ai Ravens sulle 41 avversarie. 54 secondi sul cronometro e Baltimore senza time out.
Dopo un incompleto su Chris Givens (ah, dimenticavamo anche di dire che nel frattempo Flacco ha subito un colpo ai legamenti del ginocchio e sta giocando menomato…), arriva la corsa centrale di Allen che porta i Ravens sulle 32. Terzo e 1, :42 secondi ed il tempo corre. I Ravens non possono fermare il tempo (o meglio, se lo fermano devono tentare un field goal dalle 50 yard, avendone appena sbagliato uno dalle 51) e chi ci pensa? Ma Jeff Fisher, ovviamente, il quale chiama uno dei time out più stupidi sulla faccia della terra.
I Ravens ringraziano, preparano con tutta calma un nuovo gioco che risulta essere una corsa centrale da tre yard a conquistare il primo down. Flacco aspetta fino al 3 secondi dalla fine per fermare il tempo con lo spike e Tucker piazza la palla tra i pali dalle 47 portandosi a casa la vittoria.
Per il resto dei commenti, scremati dalle parolacce, dagli insulti e dai santi tirati giù in rigoroso ordine alfabetico, ci risentiamo tra qualche giorno, quando avremo sbollito tutto.
C’era molta curiosità attorno all’esordio del quarterback Case Keenum, che sostituiva un pietoso ed inefficiente Nick Foles, mandato in panchina da Fisher in uno dei suoi sempre più rari momenti di lucidità, ma la curiosità lasciava ben presto il posto alla rassegnazione di vedere in campo un altro mediocre gestore di gioco ed alla speranza che non combinasse troppi pasticci.
Intendiamoci, rispetto a Foles Keenum è un passo avanti, se non altro per la sua mobilità che gli permette di estendere i giochi quando la linea collassa e deve scappare per la vita (cosa che Foles non ha nelle sue caratteristiche, ed infatti resta imbambolato con la palla in mano guardando il campo senza vedere i ricevitori finchè si prende la stringa nelle costole dal difensore avversario), ma è chiaro che un quarterback serio è un’altra cosa. Non per nulla Cignetti lo fa lanciare il minimo indispensabile, tanto che Keenum finisce il primo tempo con un roboante 3/10 per ben 31 yard. Non che Flacco dall’altra parte faccia molto meglio (11/16 per 87 yard e 1 intercetto), ma come dicevamo all’inizio, le due squadre sembra quasi giochino a perdere. I Ravens perdono subito Justin Forsett, che subisce una brutta frattura al braccio destro su un placcaggio di Aaron Donald, ed ai Rams non può bastare il pur volenteroso Gurley, che dietro una linea inesistente riesce ad ammassare solo 43 yard.
Nonostante tutto, Gurley metteva a segno il touchdown che permetteva ai Rams di chiudere in vantaggio il primo tempo, segnatura favorita da un lancio sul profondo di Keenum su Cook sul quale veniva commessa una interferenza piuttosto chiara (tranne che ai tifosi di Baltimore, si direbbe) che metteva l’attacco dei Rams sulle dieci offensive.
Senza le penalità dei Ravens, però, l’attacco dei Rams non è mai riuscito a muovere il pallone con continuità, alternando buoni giochi (pochi) a chiamate ridicole ed esecuzioni ancora peggiori.
Nonostante tutto, però, i Rams riuscivano a contenere i Ravens ad un solo field goal, e dopo un intercetto di Trumaine Johnson si permettevano persino di raddoppiare con un bel passaggio di Keenum per Kendricks. Da notare che in tutta la partita né Kendricks né Cook hanno droppato un passaggio, il che ha del fenomenale.
La prima avvisaglia che qualcosa sarebbe andato storto la si aveva dalla trasformazione del secondo touchdown, che Zuerlein si faceva bloccare, lasciando quindi ai Ravens la speranza di poterla pareggiare con un touchdown ed un field goal. Cosa che puntualmente avveniva, grazie anche ad una serie di fumble da paura: Austin su punt return, Keenum che si intrappava da solo nello scambio con Gurley, lo stesso Gurley ed infine ancora Keenum, anche se in quest’ultimo caso c’entravano altri fattosi, come vedremo.
Keenum, dopo un buon inizio, aveva fatto quasi rimpiangere Foles (quasi, eh…) per poi riprendersi verso la fine del terzo e l’inizio del quarto quarto.
Sul 13-13 a meno di due minuti dalla fine succedeva di tutto e di più. Zuerlein sbagliava un field goal dalle 52, mantenendo i Ravens in partita. I Ravens stessi sbagliavano il field goal del sorpasso dalle 51 yard, ed i Rams si ritrovavano con la palla in mano sulle proprie 41. Sarebbero bastati un paio di buoni guadagni per rimettere sui piedi di Zuerlein la possibilità di vincere questa maledetta partita, invece al primo tentativo Austin droppa un lancio di Keenum, ed al secondo accade il fattaccio. Dumervil commette un offside e si trova nella cosiddetta situazione di “unabated to the quarterback” ma il ref Tony Corrente pensa bene di non fischiare e lasciare proseguire l’azione. Free play per Keenum, quindi. Potrebbe fare qualsiasi cosa, anche farsi intercettare forzando un lancio, invece si fa placcare dieci yard dietro la linea con la palla in mano e, cadendo, va a sbattere violentemente la testa sul terreno. Keenum è chiaramente in stato confusionale, tanto che non riesce nemmeno a rialzarsi. Nonostante ciò lo strettissimo protocollo della NFL sulle “concussion” viene completamente ignorato. Non l’arbitro, non il coach e addirittura non l’uomo della NFL che dovrebbe stare lì apposta ad occuparsi di questi casi, seguono quello che dovrebbe essere il protocollo in questi casi: far uscire il giocatore dal campo e valutarne la sua condizione.
Probabilmente Keenum non sa nemmeno dove si trova o come si chiama. Lancia un incompleto stranissimo per Welker (ma nessuno ancora si accorge di nulla), e poi si fa nuovamente placcare mentre vaga con lo sguardo assente dietro la linea di scrimmage (complice anche quell’inutile giocatore a nome Greg Robinson che fa passare Upshaw senza nemmeno degnarlo di uno sguardo). Sack, fumble e palla ai Ravens sulle 41 avversarie. 54 secondi sul cronometro e Baltimore senza time out.
Dopo un incompleto su Chris Givens (ah, dimenticavamo anche di dire che nel frattempo Flacco ha subito un colpo ai legamenti del ginocchio e sta giocando menomato…), arriva la corsa centrale di Allen che porta i Ravens sulle 32. Terzo e 1, :42 secondi ed il tempo corre. I Ravens non possono fermare il tempo (o meglio, se lo fermano devono tentare un field goal dalle 50 yard, avendone appena sbagliato uno dalle 51) e chi ci pensa? Ma Jeff Fisher, ovviamente, il quale chiama uno dei time out più stupidi sulla faccia della terra.
I Ravens ringraziano, preparano con tutta calma un nuovo gioco che risulta essere una corsa centrale da tre yard a conquistare il primo down. Flacco aspetta fino al 3 secondi dalla fine per fermare il tempo con lo spike e Tucker piazza la palla tra i pali dalle 47 portandosi a casa la vittoria.
Per il resto dei commenti, scremati dalle parolacce, dagli insulti e dai santi tirati giù in rigoroso ordine alfabetico, ci risentiamo tra qualche giorno, quando avremo sbollito tutto.