I Rams tornano a “casa” dopo 21 anni a St.Louis. Nella giornata di ieri, nel primo dei due giorni di riunione dei proprietari NFL, la proposta di spostamento con costruzione dello stadio ad Inglewood è stata approvata con 30 voti a favore e due contrari. Finisce così la disputa tra Kroenke e la città di St.Louis che durava da qualche anno, ormai, ed i Rams tornano nella città che ha visto le migliori stagioni della storia della franchigia Lo spostamento a St.Louis effettuato nel 1995 è infatti coinciso con il periodo più buio della storia dei Rams. E’ vero, abbiamo avuto il GSOT e due Super Bowl in tre anni con una vittoria ed una sconfitta perlomeno sospetta, ma al di là di queste quattro/cinque stagioni la squadra nel Missouri ha raggiunto dei livelli di scarsezza senza pari, mentre a Los Angeles i Rams hanno avuto una lunga sequenza di stagioni vincenti e di titoli divisionali. Non che la città o lo stato siano determinanti nelle fortune di una squadra, ma sarà interessante capire se free agents e allenatori saranno più o meno motivati a trasferirsi a Los Angeles di quanto poco lo fossero a spostarsi a St.Louis.
Non è stato un percorso facile. Ancora ieri, all’inizio del meeting, il comitato preposto ad esaminare le proposte di spostamento a Los Angeles aveva raccomandato la proposta congiunta di Chargers e Raiders che prevedeva la costruzione di uno stadio a Carson, rispetto a quella di Kroenke ed il suo progetto di impianto multifunzionale ad Inglewood, sulle ceneri dell’ippodromo di West Hollywood.
Nella prima votazione, però, il progetto di Kroenke riceveva 20 voti favorevoli rispetto ai 12 degli “avversari”, ed alla seconda tornata le cose non cambiavano granchè (21-11). A quel punto sono iniziate le schermaglie politiche. Mancavano 3 voti per il quorum, ed il comitato aveva immediatamente chiamato al tavolo delle trattative i Raiders, che erano fin dall’inizio l’anello più debole di tutta la questione. Dopo una rapida trattativa, i Raiders si ritiravano dalla corsa a Los Angeles in cambio di 100 milioni di dollari supplementari per un progetto che coinvolgesse la città di Oakland per la costruzione di un nuovo stadio e per mantenere i Raiders nella baia.
A questo punto si andava alla seconda votazione che, come detto, approvava il progetto Kroenke praticamente all’unanimità, lasciando comunque la porta aperta ai San Diego Chargers, i quali avranno fino a Marzo per decidere se spostarsi anch’essi già a partire dal 2016. Se dovessero decidere di non spostarsi subito, i CHargers avranno comunque un anno di tempo per prendere una decisione. Se dovessero rinunciare, allora il medesimo tempo sarà concesso ai Raiders per considerare l’opzione di spostarsi a Los Angeles a loro volta. Il punto cardine di tutta la questione è che sia i Chargers sia i Raiders, se dovessero decidere di traslocare, dovrebbero trovare un accordo con Kroenke ed i Rams per utilizzare il nuovo stadio di Inglewood.
La NFL vuole quindi non più di due squadre a L.A. e non più di uno stadio, quello di Kroenke che, ricordiamo, ha il grosso pregio di non chiedere soldi pubblici per la sua costruzione.
Il nuovo stadio sarà pronto per la stagione 2019, e nel frattempo i Rams (e Chargers e Raiders, se dovessero decidere di traslocare anche loro) giocheranno al Memorial Coliseum, un ritorno al passato che non potrà che scaldare il cuore dei vecchi tifosi Rams come noi.
A St.Louis non l’hanno presa bene, e c’è da comprenderlo, ma sinceramente una buona parte della colpa di questo spostamento resta in capo ai media, che hanno scelto di crocifiggere Kroenke anziché creare un clima di supporto alla squadra, alla politica cittadina, che non ha mai seriamente preso in considerazione un progetto davvero in grado di essere attraente per i Rams (e nemmeno l’ultimo, per quanto suggestivo, lo era) ed anche i fans. Non quelli che, stoicamente, hanno presenziato fino all’ultimo ed hanno anche organizzato manifestazioni per mostrare il loro supporto, ma tutti gli altri che hanno preferito restarsene a casa, rivendendo i loro biglietti ai tifosi avversari, lasciando lo stadio mezzo vuoto nelle ultime stagioni e dimostrandosi dei cosiddetti “fairweather fans”, capaci di riempire il Dome solo negli anni di gloria (e poi ancora… ricordiamo un playoff contro i Packers con tanti, troppi, tifosi gialloverdi sugli spalti).
Per noi tifosi d’oltreoceano sinceramente lo spostamento di città conta fino ad un certo punto. Egoisticamente avremmo forse preferito la creazione dei London Rams per il semplice fatto che sarebbe stato più comodo e meno dispendioso andarli a vedere, ma si tratta davvero di fantafootball.
Personalmente, manca ancora un tassello importante e fondamentale a tutta la storia: il ritorno alle divise royal blue e golden yellow, le corna sulle maniche ed i numeri squadrati. Allora si, saremmo davvero tornati a casa.
Non è stato un percorso facile. Ancora ieri, all’inizio del meeting, il comitato preposto ad esaminare le proposte di spostamento a Los Angeles aveva raccomandato la proposta congiunta di Chargers e Raiders che prevedeva la costruzione di uno stadio a Carson, rispetto a quella di Kroenke ed il suo progetto di impianto multifunzionale ad Inglewood, sulle ceneri dell’ippodromo di West Hollywood.
Nella prima votazione, però, il progetto di Kroenke riceveva 20 voti favorevoli rispetto ai 12 degli “avversari”, ed alla seconda tornata le cose non cambiavano granchè (21-11). A quel punto sono iniziate le schermaglie politiche. Mancavano 3 voti per il quorum, ed il comitato aveva immediatamente chiamato al tavolo delle trattative i Raiders, che erano fin dall’inizio l’anello più debole di tutta la questione. Dopo una rapida trattativa, i Raiders si ritiravano dalla corsa a Los Angeles in cambio di 100 milioni di dollari supplementari per un progetto che coinvolgesse la città di Oakland per la costruzione di un nuovo stadio e per mantenere i Raiders nella baia.
A questo punto si andava alla seconda votazione che, come detto, approvava il progetto Kroenke praticamente all’unanimità, lasciando comunque la porta aperta ai San Diego Chargers, i quali avranno fino a Marzo per decidere se spostarsi anch’essi già a partire dal 2016. Se dovessero decidere di non spostarsi subito, i CHargers avranno comunque un anno di tempo per prendere una decisione. Se dovessero rinunciare, allora il medesimo tempo sarà concesso ai Raiders per considerare l’opzione di spostarsi a Los Angeles a loro volta. Il punto cardine di tutta la questione è che sia i Chargers sia i Raiders, se dovessero decidere di traslocare, dovrebbero trovare un accordo con Kroenke ed i Rams per utilizzare il nuovo stadio di Inglewood.
La NFL vuole quindi non più di due squadre a L.A. e non più di uno stadio, quello di Kroenke che, ricordiamo, ha il grosso pregio di non chiedere soldi pubblici per la sua costruzione.
Il nuovo stadio sarà pronto per la stagione 2019, e nel frattempo i Rams (e Chargers e Raiders, se dovessero decidere di traslocare anche loro) giocheranno al Memorial Coliseum, un ritorno al passato che non potrà che scaldare il cuore dei vecchi tifosi Rams come noi.
A St.Louis non l’hanno presa bene, e c’è da comprenderlo, ma sinceramente una buona parte della colpa di questo spostamento resta in capo ai media, che hanno scelto di crocifiggere Kroenke anziché creare un clima di supporto alla squadra, alla politica cittadina, che non ha mai seriamente preso in considerazione un progetto davvero in grado di essere attraente per i Rams (e nemmeno l’ultimo, per quanto suggestivo, lo era) ed anche i fans. Non quelli che, stoicamente, hanno presenziato fino all’ultimo ed hanno anche organizzato manifestazioni per mostrare il loro supporto, ma tutti gli altri che hanno preferito restarsene a casa, rivendendo i loro biglietti ai tifosi avversari, lasciando lo stadio mezzo vuoto nelle ultime stagioni e dimostrandosi dei cosiddetti “fairweather fans”, capaci di riempire il Dome solo negli anni di gloria (e poi ancora… ricordiamo un playoff contro i Packers con tanti, troppi, tifosi gialloverdi sugli spalti).
Per noi tifosi d’oltreoceano sinceramente lo spostamento di città conta fino ad un certo punto. Egoisticamente avremmo forse preferito la creazione dei London Rams per il semplice fatto che sarebbe stato più comodo e meno dispendioso andarli a vedere, ma si tratta davvero di fantafootball.
Personalmente, manca ancora un tassello importante e fondamentale a tutta la storia: il ritorno alle divise royal blue e golden yellow, le corna sulle maniche ed i numeri squadrati. Allora si, saremmo davvero tornati a casa.