Franchise tag per Trumaine Johnson

Alla vigilia della free agency la decisione è finalmente arrivata: i Rams hanno messo il franchise tag su Trumaine Johnson. Questo significa che società e giocatore possono continuare a lavorare su un accordo pluriennale ma, nel mentre, chiunque voglia assicurarsi i servigi del cornerback dovrà sborsare come minimo 14 milioni di dollari e due prime scelte. Difficile, a questo punto, che Johnson giochi altrove nel 2016, sebbene potrebbe anche succedere che il giocatore decida di firmare il contratto per un anno alla cifra minima obbligatoria (14 milioni, appunto) e poi liberarsi nel 2017.
Se si chiudono le porte per Johnson, si aprono totalmente per Janoris Jenkins. Avendo rifiutato un'offerta da 9 milioni l'anno per cinque anni e non essendo stato scelto per utilizzare il tag, Jenkins potrebbe andarsene in qualsiasi momento a partire dalla prossima settimana. Nel frattempo, salvo risolvere la grana dell'agente nuovo, Jenkins ed i Rams continuano a trattare, sebbene questa scelta abbia messo i Rams in posizione di forza, ora, avendo chiaramente fatto capire a Jenkins che la proprietà ed il coaching staff lo vorrebbero ancora tra le loro fila, ma non a qualsiasi costo.
Nel mentre, due voci hanno smosso un po' le acque in questi giorni. la prima è quella relativa alle trattative in corso tra la proprietà e Jeff Fisher per un prolungamento del contratto. Da un punto di vista della stabilità della franchigia è un discorso comprensibile, ma quando si va ad analizzare la presunta stabilità (cioè siamo in pianta stabile tra le squadre della seconda metà della NFL, perennemente fuori dai giochi postseason) l'offerta di un prolungamento ad un coach che ha fallito il proprio obiettivo fa inarcare più di qualche sopracciglio.
A tenere alto lo spirito della fan base dei Rams ci pensa l'altra voce di questi giorni, cioè quella secondo la quale Peyton Manning sarebbe in procinto di firmare per una stagione con la franchigia di Los Angeles. Vedere il grande Peyton con il casco con le corna sarebbe probabilmente uno spettacolo, visti anche i quarterback che abbiamo avuto nel recente passato, ma sarebbe una scelta giusta e giustificata solamente nel caso avessimo un giovane virgulto da sviluppare (arriverà dal draft? Mannion possiamo considerarlo un talento da sviluppare?).
Il rischio sarebbe quello di ripetere l'esperienza già vissuta a Los Angeles con Joe Namath. Il vecchio campione che sverna ad Hollywood più impegnato ed interessato a girare spot pubblicitari che a lanciare palloni ai nostri ricevitori.

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