Stagione al via: cosa aspettarsi dal 2009?

A pochi giorni dal season opener contro i Seahawks, che darà subito qualcuna delle mille risposte che i fans di St.Louis aspettano da tempo, proviamo a tracciare una sorta di riepilogo di quanto ci potremo aspettare dalla stagione 2009 dei Rams.
Se ancora qualcuno non se ne fosse accorto, a 10 anni dalla creazione di una delle squadre più esplosive della storia NFL, non per nulla subito etichettata come “The Greatest Show on Earth” (poi trasformato in “turf” dai soliti maligni), siamo giunti alla stagione del reset totale e del ritorno alle origini, quelle origini che hanno reso grande la franchigia nel passato: difesa tosta e gioco su terra preponderante.
Dopo aver sostituito un genio offensivo come Martz con un presunto continuatore del suo stile di gioco, ed aver scoperto che Scott Linehan non vale un’unghia del mellino di “Mad Mike”, e soprattutto dopo aver finalmente capito che i problemi non stavano solo in panchina ma anche e soprattutto all’interno del management, la proprietà ha iniziato la stagione con due mosse che hanno riscosso i pareri positivi di tutti.
Il licenziamento del General Manager Jay Zygmunt e la sua sostituzione con Billy Devaney ha permesso di rimettere una persona capace e competente al timone delle football operations, e la sua prima, vera operazione ha subito mostrato che ci sono tutte le intenzioni per fare bene e ricostruire una squadra partendo da basi solide. In questa prospettiva si deve leggere la nomina ad allenatore capo di Steve Spagnuolo, l’uomo che, praticamente da solo, ha sconfitto l’imbattibile corazzata Patriots 2007 con una grande difesa ma soprattutto con un carattere che a St.Louis si sognano da tempo.
E non è un caso che quest’anno lo slogan della squadra sia: 53. Cinquantatre come un solo team, tutti uniti verso un unico obiettivo. Cinquantatre per far sentire tutti parte di un qualcosa, dalla star QB all’holder, all’ultima riserva.
La stagione 2009 sarà quindi una vera e propria rivoluzione anche sul campo. Con l’affidamento a Pat Shurmur della gestione dell’attacco, Spagnuolo ha subito chiarito come intende far giocare la squadra. Niente pià bombe, big plays e 50 passaggi a partita, ma piuttosto palla a Jackson e pedalare, alternando ogni tanto dei passaggi sul medio corto, lasciando il profondo per le situazioni estreme. E’ questa la filosofia della West Coast Offense marchiata Shurmur, una variante di quella originale più orientata sul gioco a terra.
Sarà una sfida, quindi, per Marc Bulger, una uqrterback che ha mostrato in passato un’accuratezza con pochi pari mei passaggi ed un rilascio molto veloce che lo rendevano adatto ad attacchi più aperti e sbilanziati, ma che ha pagato negli ultimi anni, in termini di infortuni, la scarsa protezione della propria linea offensiva, sia a causa della valanga di infortuni capitati nella OL negli ultimi due anni, sia a causa degli schemi di protezione di Linehan (e di Martz prima) non propriamente adatti ai QB poco massici come Bulger.
Dopo due anni che definire mediocri sarebbe fare un complimento, Bulger è quindi chiamato al riscatto, pungolato anche da un parco riserve piuttosto “scomodo”, costituito da Kyle Boller, una grande promessa mai completamente sbocciata a Baltimore, e dal rookie Keith Null, che in preseason ha mostrato di possedere, una volta presa confidenza con la NFL, le capacità per essere un buon QB per il futuro della franchigia.
La stagione inizierà subito a mille per Steven Jackson, che quest’anno ha svolto tutto il lavoro del training camp ma che e’ stato limitato a meno di 20 downs durante le quattro partite di preseason, proprio in vista di un sistema di gioco che lo porterà a logorarsi molto. Data anche la sua propensione agli infortuni muscolari, Jackson è stato risparmiato il più possibile. Come backup troviamo Gado e Darby, entrambi leggermente infortunati, che daranno un po’ di respiro a Jackson, sempre che il numero 39 glielo conceda, dal momento che il runningback titolare ha più volte dichiarato che lui più porta al palla e più rende. Tra le altre cose Jackson beneficerà anche di un fullback, un lusso che in passato non ha avuto e che spesso lo ha portato a non poter esprimere al massimo la propria potenza di corsa.
Il nuovo corso si vede nel reparto ricevitori. Dopo i tagli di fine camp i Rams hanno mantenuto a roster solo quattro ricevitori: i titolari Avery e Robinson ed i backup Burton e Stanley. Una situazione in cui i Rams degli ultimi dieci anni non si sarebbero mai trovati (un anno hanno avuto anche sette ricevitori a roster) e che testimonia che Spagnuolo non si aspetta la necessità di un grande ricambio ai lati della formazione offensiva. Da vedere se, come sembra dalla preseason, Shurmur intenderà utilizzare i TE McMichael, Fells e Bajema in ricezione più di quanto non abbiano mai fatto i suoi predecessori, che spesso consideravano il TE un sesto uomo di linea e niente più.
E a proposito di linea, proprio in questo reparto arriva la scommessa maggiore di Spagnuolo, che ha lasciato andare Orlando Pace spostando Alex “3 Illegal Procedure a partita” Barron nel ruolo di Left Tackle e promuovendo titolare come Right Tackle la prima scelta del draft 2009 Jason Smith.
Smith, che al college ha sempre giocato tackle sinistro, ha avuto il suo bel da fare nel camp ad imparare la nuova posizione, e non sempre ha convinto nelle quattro partite di preseason, ma Spagnuolo lo ha promosso titolare usando il buon vecchio metodo di buttare in piscina chi non sa nuotare per fargli imparare più in fretta.
Ancorata al centro da Jason Brown, il free agent più importante arrivato in questa offseason, le due guardie saranno Jacob Bell e Richie Incognito. Indipendentemente dalla bontà della linea, l’obiettivo primario è quello di mantenere lo stesso lineup per il maggior numero di partite possibile, in maniera da amalgamare un reparto che negli ultimi anni somigliava di più ad un patchwork che ad una linea d’attacco.
Passando dalla parte opposta della linea, la brutta notizia arriva dall’infortunio al DT Adam Carriker, che lo terrà fuori per tutta la stagione. Carriker era considerato il lineman di punta, quest’anno, dopo una lenta maturazione nelle scorse stagioni, ed assieme a Long, Little e Ryan aveva fatto vedere delle buone cose contro le corse, storicamente un punto debole delle difese dei Rams dal 2001 in poi, nelle prime partite di preseason. Lo sostituirà Gary Gibson, non esattamente uno che “spacca” come si direbbe in gergo giovanile, ma la sicurezza di avere come backup un certo Hollis Thomas, che a dispetto degli anni sembra ancora avere molto da dare, lascia ragionevolmente tranquilli.
Il pacchetto dei linebackers vede Will Witherspoon tornare finalmente al suo ruolo naturale di Will Linebacker (Nomen Omen), che permette a sua volta a Chris Draft di giocare nella più congeniale posizione di Sam. E in mezzo? Il Mike sarà il rookie James Laurinaitis che, a dire il vero, deve ancora mettere su un po’ di massa muscolare per interpretare al meglio il ruolo, ma che in preseason ha fatto venire l’acquolina in bocca agli amanti dei giocatori colpitori. I runner avversari sono avvisati.
Il reparto forse più indecifrabile è la secondaria difensiva. La trade a sorpresa con cui Devaney e Spagnuolo hanno mandato il cornerback Tye Hill ad Atlanta, ha lasciato un po’ tutti interdetti. Hill non ha sicuramente fatto bene fin qui nei Rams, vuoi perchè l’anno da rookie l’ha speso ad imparare ed i due successivi è stato spesso infortunato, ma la domanda che si sono fatti molti è stata: siamo sicuri che Jonathan Wade, promosso titolare per la partenza di Hill, sia tanto meglio di quest’ultimo? A memoria di stagione 2008 diremmo proprio di no, ma sicuramente Spagnuolo ed il suo staff vedono i giocatori tutti i giorni, cosa che noni non possiamo fare, ed avrà tratto le sue conclusioni. Come avrà certamente fatto per la scelta di tenere a roster, come prima riserva di Oshiomogho Atogwe, la Free Safety David Roach, autore di una delle peggiori preseason che la mente umana ricordi. Placcaggi mancati, coperture sbagliate, ricevitori persi. Tutto questo gli è valso la conferma a roster. Mah, speriamo ci smentisca sul campo.
Per il resto, Atogwe, Bartell e Butler sono giocatori oramai rodati, ma proprio per quello ne è ben conosciuta la tendenza al big play piuttosto che al placcaggio sicuro, cosa che spesso gli fa fare delle figure barbine che costano normalmente sette punti alla squadra. Spagnuolo ha lavorato molto su questo aspetto, ed è sperabile che il terzetto abbia capito l’antifona.
Infine gli special teams. Detto che Brown e Jones sono un deposito in banca per kickoff, field goal e punt, sembra che la preseason ci abbia consegnato due ritornatori con buone prospettive. Stanley sui punt e Darvy sui kickoff si sono ben comportati, anche grazie a dei rinnovati schemi di copertura che hanno finalmente fatto guadagnare qualche yard ai ritornatori bluoro, cosa che non succedeva dalla guerra del 15-18.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla stagione dei Rams, dunque?
Tutto può suvccedere, ma crediamo sia ben difficile che i Rams possano ambire ad un posto ai playoffs, neanche sfruttando la pochezza della NFC West. I Cardinals sono due passi avanti, e con Seahawks e Niners saranno battaglie all’ultima yard, a cominciare dall’opener di domenica sera.
Ottimisticamente buttiamo lì un 8-8 come record finale, ma più realisticamente un 6-12 è nelle possibilità di questa squadra, e sarebbe un primo, importante passo verso la ricostruzione voluta da Devaney e Spagnuolo.

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