All’Ed Jones Dome si affrontavano due squadre agli antipodi: una senza vittorie ed una senza sconfitte. Al termine della giornata, ognuna delle due è riuscita a mantenere il proprio zero, anche se i Rams potrebbero reclamare almeno un pezzetto di vittoria, avendo dato una grossa mano ai Vikings impedendo a sè stessi di segnare in almeno quattro favorevolissime occasioni e regalando agli avversari in maglia viola almeno un TD.
Ma andiamo con ordine. Guidati dal neo quarantenne Brett “Mi ritiro o no” Favre, i Vikings segnavano nel drive di apertura senza eccessivo sforzo portando fino in fondo un comodo drive da 9 giochi ed 80 yards che Adrian Peterson si incaricava di concludere personalmente con una corsa da 5 yards.
I Rams, in campo con la throwback uniform del 1999 per celebrare il decennale dal Superbowl XXXIV, sembravano in effetti essere usciti dalla macchina del tempo. Boller usciva in roll a destra dopo aver mandato a sinistra tutta la difesa con un’ottima play action su Jackson, e trovava bello libero McMichael, che saltava un avversario e si involava per un guadagno di 35 yards. Subito dopo Jackson si immedesimava nel ruolo del suo mentore Marshall Faulk e chiudeva il down con tre corse consecutive. Dopo questo bellissimo inizio di partita, Boller si ricordava di non indossare il 13 di Kurt Warner ma il 12 di Tony “Mr.Fumble” Banks, e tornavano gli incubi a St.Louis. Pressato da Williams, Boller caricava il braccio per lanciare, ma perdeva il pallone in un’azione che vedremo negli anni a venire nei classici Football Bloopers. La palla rimbalzava a terra per finire direttamente nelle mani di Jared Allen, che ringraziava e salutava per un TD da 52 yards.
Dopo sette minuti del primo quarto i Rams erano già sotto 14-0, e la giornata si preannunciava non molto diversa dalle ultime 14, facendo presagire la quindicesima sconfitta.
Dopo un 3-and-out per parte, i Rams si rimettevano in carreggiata, e Boller imbastiva un bel drive partendo dalle proprie 6. Finalmente il playcalling di Shurmur mostrava una buona varietà di chiamate, e gli screen parevano ben funzionare, permettendo all’attacco dei Rams di muovere per bene la palla contro una difesa che portava comunque una buona pressione sul quarterback e piazzava degli ottimi running blitz dalla secondaria per limitare il chilometraggio di Jackson. Ottima anche la chiamata di QB sneak su un quarto e una dalle 15, con il Dome che apprezzava finalmente una scelta “di coraggio” del coaching staff dopo quattro domeniche di conservativismo spinto.
Jackson pareva poter finalmente segnare il primo TD personale e su corsa della stagione, ma Sapp (che salverà altri TD in seguito), lo placcava sulla linea della una yard. Sul gioco successivo, Boler e Jackson pasticciavano sull’hand off, la palla cadeva a terra e Jared Allen (ancora lui) la recuperava mantenendo inviolata la propria end zone.
Cose già viste e riviste, quest’anno, ma la reazione della squadra di casa non si faceva attendere. Favre forzava un lancio nel mezzo dove il rookie Laurinaitis riusciva ad acchiappare l’ovale e ritornarlo per 7 yards (dopo averne percorse almeno 30 lateralmente alla ricerca di un corridoio libero).
Con una nuova possibilità sulle 25 offensive, i Rams parevano infuocati, ma il drive stallava sulle 11 offensive grazie a due drop di McMichael e Jackson. Brown non falliva il field goal e portava il punteggio sul 14-3 per i Vikings, lasciando però un po’ di amaro in bocca ai Rams.
Minnesota ristabiliva subito le distanze con Longwell, che convertiva in tre punti un breve drive partito in ottima posizione di campo grazie ad una stupida penalità di Butler sul ritorno di kickoff.
I Rams ripartivano dalle proprie 30, e di nuovo Boller si incaricava di muovere l’attacco cercando (e trovando) il TE Daniel Fells per buoni guadagni e mischiando i giochi con qualche buona corsa di Jackson. Era proprio Fells a ricevere sulle 4 avversarie, proteggere la palla a due mani ed incunearsi in backpedaling nella difesa avversaria cercando di avanzare il più possibile. Nonostante la posizione di estrema protezione della palla, Greenway riusciva a metterci una mano facendola saltar via. Henderson ricopriva ed i Rams restavano nuovamente a bocca asciutta entro le cinque yards offensive.
Con meno di due minuti da giocare nel primo tempo, stupiva la decisione di Spagnuolo di non usare i due timeout rimasti per cercare di forzare i Vikings al punt ed avere ancora qualche opportunita’ di giocare in attacco prima della pausa, soprattutto con la partita ancora apertissima sul 14-3.
Come oramai tradizione consolidata, i Rams tornavano in campo nel secondo tempo completamente piatti, ed il primo drive si fermava quasi subito. I Vikings riprendevano il possesso dell’ovale e Favre trovava il bombone su Rice per piazzare la palla sulle 13 offensive, da dove arrivava il classico TD del Tight End. Schiancoe eludeva la guardia di Laurinaitis, che abboccava alla slant interna, e si presentava solo soletto in end zone, dove Favre gli recapitava il pallone del 24-3 che, in pratica, spezzava la partita in due.
Rams e Vikings si scambiavano un 3-and-out, e subito dopo Boller veniva quasi decapitato da Williams, che lo sackava colpendolo sul casco. La penalità era sacrosanta, ma Boller subiva il colpo più di quanto non desse a vedere.
Poco dopo, infatti, lanciava una palla incomprensibile nel bel mezzo di un gruppo di giocatori dei Vikings che si ammassavano in end zone, facendosi così intercettare e mettendo fine alla sua giornata in campo.
Favre e Peterson mettevano il loro sigillo sulla partita, e nel drive successivo entrava Marc Bulger, ancora non perfettamente a posto dopo l’infortunio alla spalla subito alla seconda partita.
Facilitato anche da una difesa più soft, dato il punteggio, Bulger trovava un bel 3 su 3 nei passaggi, l’ultimo dei quali era un perfetto pass per Avery che segnava finalmente un TD per St.Louis. Dopo l’inopportuna danza di Avery per celebrare un TD a quel punto abbastanza inutile ai fini del risultato, scoccava l’ora di Tarvaris Jackson e Chester Taylor, che sostituivano rispettivamente Brett Favre e Adrian Peterson, saggiamente tenuti a riposo da Childress a situazione oramai stabilizzata.
I due, desiderosi di mettersi in mostra, portavano avanti la palla praticamente da soli, e Taylor segnava il TD del definitivo 38-10 a meno di due minuti dalla fine.