Season 2010 recap

Inizia con questo articolo, una serie di recap della stagione appena terminata. In collaborazione con il nuovo redattore di Ramsitalia Simone, analizzeremo la squadra reparto per reparto per vedere cosa ci ha portato il 2010 e quali sono le prospettive per la prossima stagione. Sarebbe bello stabilire una sorta di filo diretto con voi lettori del blog,per scambiarci pareri ed impressioni sulla stagione appena conclusa. Vi invitiamo  quindi a scriverci all'indirizzo ramsitalia@altervista.org inviandoci pareri ed opinioni, per dirci se non siete d'accordo con quanto scritto nelle nostre analisi o per dirci se lo siete..

Iniziamo questo riepilogo con una rapida carrellata delle 16 partite di regular season.

La stagione 2010 dei Rams si apriva con molte aspettative da parte dei fans. L'ingaggio di Sam Bradford era il motivo principale di ottimismo, anche a seguito dell'ottima impressione che il ragazzo aveva destato in preseason, arrivando addirittura a guadagnarsi il posto da titolare sin dall'opener, cosa sulla quale molti dubitavano, aspettandosi un anno di ambientamento come avvenuto per gli altri QB draftati al primo giro ed anche per il tanto strombazzato Tim Tebow.
La prima partita della stagione vedeva i Rams ospitare gli Arizona Cardinals alle prese con la successione di Kurt Warner. Nonostante la sconfitta per 17-13 maturata nel quarto periodo, era chiaro a tutti che la squadra messa in campo da Spagnuolo era solo lontana parente di quella che solo 9 mesi prima aveva terminato la stagione ad 1-15, peggior risultato di sempre della franchigia. Bradford lanciava per ben 55 volte al suo esordio e Mark Clayton si dimostrava degno sostituto dell'infortunato Donnie Avery, emergendo immediatamente come top target per i lanci del rookie d'oro.
Nella seconda partita stagionale, i Rams fgacevano visita ai Raiders all'Oakland Coliseum, ed arrivava la prima vera cocente delusione per la truppa di Spagnuolo. Dopo un primo tempo totalmente in controllo, i Rams affondavano lentamente nel secondo periodo, permettendo a Gradkowski, subentrato ad un inefficace Campbell, di completare una rimonta che dava la vittoria ai predoni per 16-14, lasciando però in tutta la truppa da St.Louis la netta sensazione di aver perso una partita praticamente già vinta.
L'ultimo weekend di settembre vedeva i Rams ospitare i Redskins per la terza giornata di campionato, e finalmente anche Bradford poteva sorridere grazie ad un quarto periodo in cui i Rams mettevano in cassaforte una partita che si stavano nuovamente lasciandio sfuggire di mano come la settimana precedente ad Oakland. Il touchdown di Darby ed i tre field goal di Brown nell'ultimo periodo davano ai Rams la prima vittoria stagionale con il punteggio di 30-16.
La settimana successiva, sempre tra le mura amiche dell'Ed Jones Dome, i Rams interrompevano una striscia negativa che si protraeva da cinque anni e dieci sconfitte consecutive, battendo nettamente i Seattle Seahawks 20-3 grazie a due TD pass di Bradford per Gibson e Darby. I Rams si trovavano anche conun record non negativo per la prima volta dopo più di due anni, e le cose sembravano finalmente iniziare ad andare per il verso giusto.
L'entusiasmo attorno ai Rams era alle stelle, ma la partita della quinta giornata al Ford Field di Detroit faceva tornare tutti con i piedi per terra. I Rams giocavano la peggior partita della stagione perdendo nettamente dai Lions per 44-6 grazie anche a due intercetti subiti da Bradford e ad un fumble perso che stroncavano ogni velleità di rimonta dei bluoro. Ad aggiungere danno a danno, ad inizio partita si infortunava gravemente Mark Clayton, lasciando i Rams del tutto sguarniti nel corpo ricevitori, situazione che si sarebbe trascinata fino alla fine della stagione e che fungerà da grosso freno per l'attacco di St.Louis.
Dopo la pessima esibizione di Detroit, però, arriva lo scatto d'orgoglio contro San Diego. Una partita sulla carta più che chiusa in favore dei californiani, ma che i Rams sanno far girare a loro favore portando a casa una vittoria per 20-17 strappata con le unghie e coi denti scongiurando l'ultimissimo tentativo di rimonta di Philip Rivers, che subisce ben 7 sack durante la partita da parte di una difesa indemoniata. Fa il suo esordio in attacco Danario Alexander, e lo fa catturando un pallone in tuffo nella end zone avversaria che vale il touchdown del 10-0 sul finire del primo quarto.
Si torna on the road per far visita ai Tampa Bay Buccaners, lanciatissimi verso i playoff, quest'anno. Sarà un'altra partita da mangiarsi le mani, per Spagnuolo e gli arieti tutti. Nel primo tempo c'è una sola squadra in campo: i Rams. Amendola ed Hoomanawanui prendono due palloni in end zone e Josh Brown aggiunge altri tre punti in risposta al field goal iniziale di Barth, e all'intervallo i Rams sembrano aver messo la partita in ghiaccio. Nel secondo tempo, però, l'attacco sembra rimasto nello spogliatoio, e la difesa regge finchè può, concedendo ai Buccaneers solamente tre field goal prima di capitolare definitivamente a dieci secondi dalla fine, quando Freeman trova in endzone Williams per il touchdown del soprpasso finale: 18-17 oper Tampa e tutti a casa con le pive nel sacco.
La partita casalinga con Carolina arriva al momento giusto, quindi, per rimettere in sesto il morale di una squadra che ha subito un pesante contraccolpo dalla sconfitta della settimana precedente. Le uniformi throwback creano una sorta di alone magico in tutto il Dome, riportando indietro nel tempo la lancetta dell'orologio. Bradford sembra Warner, Jackson sembra Faulk, Gibson e Amendola impersonano Bruce e Holt, ed i Rams vincono 20-10 una partita dominata molto più di quanto non dica il punteggio.
La bye week giunge esattamente a metà stagione, e permette ai Rams di leccarsi le ferite ed iniziare a svuotare l'infermeria dai troppi infortunati che la affollano. Pian piano quasi tutti gli infortunati torneranno a disposizione di Spagnuolo per la seconda parte della stagione.
Alla ripresa i Rams rendono visita ai Niners reduci dalla partita di Londra, in quella che è la storica rivalità degli arieti. San Francisco era partita con i favori del pronostico per il titolo divisionale, ed ora si trovava ad arrancare in ultima posizione dopo un disastroso avvio di stagione. La partita contro i Rams non tradiva le attese, grazie anche alle magie di Troy Smith che faceva impazzire la difesa di St.Louis. Josh Brown acciuffava l'overtime con un calcio a tempo scaduto, ma il supplementare premiava i padroni di casa che, al secondo drive, mettevano a segno con Nedney il field goal della vittoria che rimetteva virtualmente in corsa i niners per un posto ai playoff.
Di ritorno dalla baia, i Rams erano attesi da una partita decisamente impegnativa, dovendo affrontare gli Atlanta Falcons che quest'anno puntano diritti al grande ballo finale. I Rams hanno una reazione d'orgoglio e vendono cara la pelle, ma i Falcons sono semplicemente più forti, e quando Matt Ryan e Michael Turner decidono di innestare il turbo non ce n'è per nessuino. 131 yards su corsa per il runner, 253 di passaggio (con due TD pass) per il quarterback, ed i Rams sono bell'e serviti con un 34-17 che non ammette repliche.
La prima trasferta di un "trittico teribile" per i Rams li porta in quel di Denver, all'Invesco Field, dove potrebbe ripetersi la sfida tra Sam Bradford e Tim Tebow che infiammò il College Football nel 2009, quando Oklahoma e Florida si incontrarono nel BCS Championship Game. Tebow riscalderà la panchina per tutta la partita, mentre Bradford si esibirà in un perfetto Passing Clinic lanciando per la prima volta oltre 300 yards e tre touchdown, tutti sui tight end (due per Bajema ed uno per Hoomanawanui) che porterà alla prima vittoria fuori casa della stagione: 36-33.
La settimana successiva è l'ora di prendersi una rivincita sui Cardinals, dopo la sconfitta della prima giornata. Basta un touchdown di Steven Jackson, in compagnia di quattro field goal del solito Josh Brown, per espugnare lo University of Phoenix Stadium ed infliggere a coach Wisenhunt la prima sconfitta in carriera contro St.Louis. I Rams non vincevano due partite consecutive in trasferta dal 2007, ed il 19-6 con cui si sbarazzano dei Cardinals li mantiene perfettamente in corsa verso un insperato titolo divisionale che spalancherebbe le porte dei playoff.
La triplòetta non arriva, anche perchè nella terza trasferta consecutiva i Rams debbono affrontare i campioni del mondo in carica: i New Orleans Saints. Come già nella partita con Atlanta, i Saints si dimostrano troppa roba per i Rams che, dopo un timido tentativo di resistenza, lasciano campo libero agli avversari che si impongono con un 31-13 perfin troppo stretto.
La stanchezza di una stagiona logorante inizia a farsi sentire e si palesa tutta nella partita che i Rams giocano contro i Kansas City Chiefs. La squadra sembra svuotata di energie, ed i Chiefs non incontrano troppa resistenza nell'aggiudicarsi la Governor's cup vincendo a St.Louis 27-13 grazie ad un Matt Cassel eroici, che porta alla vittoria ai suoi dopo soli undici giorni da un intervento di appendicectomia.
Le ultime due partite definiranno il destino dei Rams: una doppia vittoria li scaglierebbe nell'universo dei playoff, ed i Rams iniziano subito bene, eliminando dalla corsa i San Francisco 49ers nell'ultima partita casalinga della stagione. Singletary cerca di ripetere la magia della partita di San Francisco, schierando Troy Smith quarterback titolare, ma i Rams non si fanno sorprendere e si aggiudicano l'incontro 25 a 17, rendendo l'ultima partita con Seattle una sorta di duello all'OK Corral: o dentro o fuori.
Nonostante le premesse, a Seattle va in scena uno spettacolo penoso. Eccezion fatta per la partita di Detroit, i Rams giocano malissimo, senza il mordente necessario per una partita di questo livello emotivo, ed i Seahawks si aggiudicano l'ultimo incontro della regular season 2010 con un perentorio 16-6 che mette la parola fine alla stagione dei Rams.
7 Vittorie e 9 sconfitte sono in ogni caso un bottino positivo. Sette vittorie sono una in piu' delle vitorie ottenute negli ultimi tre anni: sommate insieme. Indubbiamente il lavoro di Spagnuolo sulla difesa inizia a dare i suoi frutti, ed il processo di apprendimento di Bradford ha fatto passi da gigante raggiungendo obiettivi che sembravano molto più lontani. C'è di che essere ottimisti, una volta sbollita la rabbia per la mancata qualificazione ai playoff.

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