Una vittoria che non sorride

Diamo il benvenuto sulle pagine di Ramsitalia a Giacomo, che ha accettato di contribuire saltuariamente  con degli articoli sui nostri amati Arieti. Questo è il suo primo, interessantissimo, spunto di riflessione sulla situazione attuale dei Rams.
 
Abbiamo vinto. Questa è la buona notizia e questa è anche "la" notizia, visto che mancavamo da un po' all'appuntamento con la prima casellina del record. Una vittoria che probabilmente è venuta più per demerito altrui che per merito dei nostri arietini, seppure si siano visti dei progressi. 
Massimo ha già detto tutto in merito, e molto bene. La linea comincia ad aprire qualche buco, Stacy sembra più determinato e più "punitivo" degli altri RB del fantomatico Commitee… rimangono tanti drop, poche idee nel play calling, penalità evitabili (ma molte meno), una secondaria ancora troppo perforabile, molti placcaggi sbagliati o non efficaci… 
Credo anche che Tavon Austin si sia già visto annullare un migliaio di yard da falli commessi (spesso senza reale necessità), durante i suoi ritorni di palla. 
Abbiamo vinto, ma non convinto. Onestamente, un tifoso Rams che ha visto la partita di ieri, non può sentirsi molto rincuorato; nemmeno il più ottimista. 
Ho letto di recente un bellissimo articolo sui ruoli, le responsabilità e gli errori dei vari "coach" in una squadra Nfl: molte considerazioni riportate in quell'articolo sono state fondamentali per far capire ad un "capatosta" come me, le dinamiche che probabilmente si stanno sviluppando anche in quel di Saint Louis. 

In un Lunedì sportivamente meno amaro e atmosfericamente piovoso, viene naturale darsi alle congetture. 
Ragionando un po' sui nostri problemi, a mente fredda, direi che ci sono delle difficoltà a tutti i livelli nel nostro "coaching staff". 
Partiamo dai Position Coach: troppi errori individuali, angoli sbagliati d'intervento, drop, tracce corse male, giocatori che non sembrano in forma… Qualcosa non funziona neppure a questo livello che si occupa maggiormente del singolo giocatore. 
Se i giocatori non brillano, se non hanno risposte immediate alle varie fasi della partita, buona parte del problema sta proprio a questo livello. 
Responsabilità ben maggiore compete ai Coordinator, sia d'attacco che di difesa. Un buon coordinatore ha una grande intelligenza "footballistica", tanta creatività e la capacità di fare chiamate sviluppando e rispondendo al gameplan avversario. Bisogna prevedere non subire. 
Questo sembra il livello con maggior difficoltà dei nostri Rams. I giochi quando vengono chiamati sono prevedibili, nessuna creatività, moltissime chiamate che non tengono assolutamente conto della situazione sulla linea di scrimmage, né dell'andamento della partita. Sopratutto nessuna intelligenza "footballistica". Tutto questo vale sia per la difesa che per l'attacco, ma in attacco l'evidenza delle mancanze è imbarazzante. 
Il livello superiore è quello dell'Head Coach. L'Hc deve supervisionare, deve motivare, deve proteggere, deve avere una visione d'insieme, una filosofia ben precisa. Il nostro Fisher fa molto bene queste cose: è sereno, protegge i ragazzi, motiva senza distribuire croci a destra e a manca, tiene l'ambiente sereno e positivo. 
Ma un HC, con il GM, sceglie anche i coordinators e i position coach, ed anche, ad un livello più basso nella gerarchia dello staff, i quality control coach, e  gli assistenti. Se la struttura non funziona, evidentemente ci sono state scelte sbagliate. 
Il problema è che spesso chi lavora bene ad una gerarchia più bassa dello staff viene promosso al livello più alto, per i meriti che ha accumulato nella precedente mansione. Ma le mansioni richiedono capacità diverse, e bisognerebbe promuovere chi dimostra di avere le capacità che serviranno nel ruolo a cui si viene promossi, non in quello precedente. 
E' stato un articolo illuminante per me. Improvvisamente mi si è fatto chiaro in testa che se qualcuno (uno a caso) si fa un nome per essere un ottimo assistente non vuol dire che sarà un ottimo coordinatore. Sono ruoli diversi con necessità diverse. 
Il fatto che, questo individuo ipotetico, abbia seguito le orme del padre e abbia sviluppato la sua carriera all'ombra dello stesso non pone certo a suo favore, e nemmeno il fatto che appena si libera un posto per Hc sembra andare in fibrillazione. 
Per onestà qualche dubbio sorge anche sul fatto che ogni volta che il suo nome viene tirato in ballo per un impiego da Hc, poi alla fine viene accantonato. 
Se non si fosse capito il personaggio ipotetico si ispira molto alla vita e alle opere di Bryan Schottenheimer. 
Rimuginandoci un po' su ti accorgi che anche Tim Walton, attuale nostro coordinatore della difesa, ai Lions si era fatto un nome come defensive backs coach. 
I Rams già l'anno scorso avrebbero voluto Walton come defensive assistant ma a quelle condizioni Walton preferì rimanere a Detroit. Solo quando gli è stato offerta l'opportunità di diventare coordinator, ha fatto le valige per il Missouri. 
Il dubbio è: tutti ricoprono il posto che meritano nello staff dei Rams? Non è che sono state fatte delle "promozioni", dei passaggi di livello nella scala gerarchica dello staff, basandosi soltanto sui risultati ottenuti negli scalini più "bassi"? Siamo certi che tutti abbiano le capacità adatte al ruolo ricoperto? Io francamente, che non ho mai giocato a football e che vivo ad un oceano di distanza dal centro geografico della questione, ho qualche perplessità. 
Un'altra domanda mi sembra necessaria: in caso che venga appurato che il mio dubbio sia legittimo e si scopra che i coordinatori non ricoprono il posto a loro più congeniale, che dovrebbe fare Fisher a stagione in corso?

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