Cercasi quarterback disperatamente

Allora è ufficiale! Tutti i massimi organi di informazione lo hanno confermato. Lunedì 8 febbraio, a partire dalle ore 9:00, a Hollywood cominceranno i provini per il ruolo di quarterback nei Los Angeles Rams. Per chi è interessato, si terranno presso gli Studios della MGM, della Columbia Pictures e della Disney, – per ovvie ragioni… – non alla Warner Bros.!

Ma chi si sta cercando? Che caratteristiche dovrebbe avere il candidato ideale?

Pur intrufolandosi tra gli addetti ai lavori è difficile dirlo. Anche perché tutto mantenuto è sotto il massimo riserbo; non si sa nemmeno se dovrà recitare da protagonista o interpretare il ruolo di semplice comparsa.

Noi di Horned Heroes però, sfidando tutte le restrizioni Covid e superando ogni tornello blindato, siamo riusciti a volare fino a LA e, unici, grazie ai nostri potenti mezzi, siamo arrivati a dare una sbirciata all’agenda delle Major.

Il primo prenotato è un ragazzone di colore e di belle speranze, veloce e sgusciante, un po’ impreciso nel profondo, e forse non grande lettore e condottiero… si propone per interpretare una sceneggiatura run and shot.

Il secondo è un signore di mezza età, forse quasi due terzi… dallo sguardo un po’ assente e il sorriso vacuo, che fino ad ora ha interpretato sempre e soltanto ruoli… regular, lasciando ad altri quelli della seconda fase. Gli piace stare in tasche ben riscaldate… potrebbe svolgere il ruolo di pocket passer per ricevitori profondissimi, astenersi Weak Line.

Il terzo ha la faccia di cuoio del cowboy stagionato, barba baffi e sorriso ammaliante, un attore nato in tante pubblicità. E tutte le notti sogna lo… stesso anello. Gli piace prendere decisioni… e quindi potrebbe essere il candidato ideale per interpretare il ruolo di organizzatore dell’attacco direttamente in campo.

In più, nonostante sul tabellino ufficiale non figuri, i bene informati continuano a sostenere che si presenterà anche un certo Mister Wolf… (risolvoiproblemi). Non avrebbe le phisique du röle degli altri tre, i maligni sostengono addirittura che giochi con le scarpe modello Berlusconi dal rialzo interno per vederci oltre la OL, e il suo primo passaggio NFL non è che sia stato una meraviglia… Per questo attore è molto difficile capire che ruolo potrebbe svolgere…

Il problema però è che – nonostante tutte le nostre febbrili ricerche, anche nei cassetti più segreti – la sceneggiatura del film da interpretare non l’abbiamo trovata!

Perché il vero problema è questo: produttore, regista e sceneggiatore, la sceneggiatura non l’hanno ancora presentata! E forse nemmeno scritta.

E allora che film vogliono girare?

Perché solo così loro (e noi…) sapremmo di che attore (quarterback) hanno bisogno.

Jared Goff, si sa, non ha mai goduto di buona stampa: l’anno del suo passaggio da Cal Berkeley ai Rams addirittura si scherzava sul punto cardinale dove sorgeva il sole! Alla fine della sua prima stagione (sotto le sgrinfie di Jeff Fischer… argh!!!) era stato definito – sul sito NFL.com non su Vanity Fair… – la 50° peggior prima scelta assoluta su… 50.

Ma l’hanno dopo, supportato da una ottima linea d’attacco, aveva le stesse statistiche di Dan Marino al secondo anno (così da far sperare in una postseason straordinaria). Ma alla fine ancora tutti a scrivere che era solo un QB di sistema.

Al terzo anno ha portato i Rams al SuperBowl dove, sì, lì ha sbagliato un passaggio in endzone che avrebbe – forse – fatto girare la partita. Un passaggio… Aveva 23 anni. E via a massacrarlo…

Al quarto anno la OL – pesantemente infortunata e quindi rimaneggiata – lo ha protetto male e poco e – sempre forse – l’hangover della finalissima persa potrebbe averlo un po’ condizionato. Comunque ha pur sempre lanciato più di 4.000 yards e condotto una squadra un po’ incerottata, con Cook a mezzo servizio, e Gurley a un quarto… a 9 vinte e 7 perse.

Ma era sempre il punto debole.

Quest’anno… Beh, sì, questo non è certamente stato il suo anno migliore, ma…

Di ragioni ce ne sono.

Rianalizziamo un po’ la stagione per scovarne i come e i perché:

all’esordio, al Sofi Stadium contro Dallas – ad esempio – lo statement offensivo di McVay è stato completamente diverso da tutto quello che avevamo visto fino ad allora. Playaction col QB fuori dalla tasca, finta al single back, scramble a dx o addirittura a sx, passaggino in corsa al ricevitore che ritorna. Ha funzionato, anche se indubbiamente non era il suo pane e marmellata.

Ma nelle partite successive… senza apparenti ragioni, si cambia tutto: McVay vuole far ruotare i tre RB, e al primo down chiama sempre una corsa (il più delle volte nel mezzo, a schiantarsi contro la schiena dei nostri linemen!), i ricevitori a intasarsi nel mezzo, e sul fondo non ci si andrà più. Goff quindi è costretto a cercare alla svelta un ricevitore, sfilarsi dalla tasca, che non è la sua caratteristica, e perde controllo.

La scelta sarà pur dipesa della OL che teneva poco e per poco tempo, o dei WR che la velocità esplosiva di Tyreek Hill non l’hanno mai avuta, ma intanto di passaggi lunghi, anche tentati, non solo completati, sempre meno. E Goff a muoversi fuori dalla tasca in improbabili – e pericolosissime – corse.

Così tutti addosso, anche quando alla fine si vinceva.

E allora?

La mia idea – ovviamente, del tutto personale – è che McVay, più che essersi… stufato di Goff, o ancora peggio, più che averne perso la fiducia, quel ruolo meraviglioso lo vorrebbe… per sé!

E visto che non lui può giocare – questo almeno lo capisce – invece di aiutare il suo quarterback, fa di tutto – magari inconsapevolmente, inconsciamente, non dico di no – per complicargli la vita. Gli cambia gli schemi tutte le volte, per mostrare che è il suo il genio che fa vincere le partite, e non le capacità del suo giocatore più iconico.

Anche la chiamata in causa di Wolford io la leggo in questa ottica psicanalitica: “Vinco per le mie chiamate, con chiunque faccio giocare.”

Così siamo arrivati alla messa in discussione di questi ultimi giorni: con le conferenze-stampa a fare il simpatico e a dire che non ci sono ruoli garantiti e tutti i giocatori verranno rivalutati (come se avessimo avuto una stagione pessima! Oppure se invece che un team NFL, si trattasse di una squadra di un college minore.)

Un allenatore che ha a cuore il suo campione (e tutta la sua squadra) si sarebbe comportato in tutt’altro modo perché i Rams è solo con Goff che vincono o perdono, e non mi meraviglio che Jared si sia offeso, o comunque se ne abbia avuto a male.

Perché se sono state gridate ai quattro venti, da un personaggio che ha sempre negato anche l’evidenza, queste dichiarazioni qualcosa vorranno pur dire.

Se davvero ci fossero in atto delle manovre sotterrane e concrete per portare a Los Angeles Aaron Rodgers credete che le avrebbero lasciate trapelare?

È solo fumo negli occhi, ancora una volta per mostrarsi lui alle telecamere come il manovratore indiscusso, quando invece molti dei problemi dell’attacco sono partiti proprio dalle sue convinzioni troppo rigide: un vecchio proverbio (tanto di moda ai tempi del vecchio… Baffo) dice: il pesce puzza sempre dalla testa!

Alla fine tutti questi proclami porteranno solo perdita di altra credibilità e autorevolezza nel ruolo più delicato, anche – e soprattutto – tra i compagni che devono proteggerlo e supportarlo con recezioni e corse, per il giocatore indiscutibilmente più importante di tutto il sistema.

Invece che questa manfrina sul quarterback, che tanto – si sa – non si può – e non si deve cambiare – perché è molto più bravo di quello che scrivono e al salary cap incide tantissimo – dunque tanto meglio sfruttarlo al suo massimo – sarebbe stato meglio mettersi umilmente a cercare un bravo offensive coordinator. In grado di creare schemi adatti alle caratteristiche dei giocatori a roster (senza inventarsi strane mosse imprevedibili solo per il gusto di mostrarsi geniale) e soprattutto capace di aggiustare in corsa, durante la partita, un piano offensivo quando non funziona. Quante volte abbiamo visto la difesa cambiare registro tra primo e secondo tempo? L’attacco mai; se il guru aveva deciso così, in quel modo si doveva continuare. Alcune volte, non lo dimentico, è andato tutto in modo eccelso, altre però abbiamo assistito a disfatte disastrose, vedi la imperdonabile sconfitta contro i Jets, che ancora grida vendetta; e che – nessuno può dirlo, ma nemmeno smentirlo – ci ha tolto la possibilità di arrivare quinti e di avere un altro percorso playoff.

Quindi che a Hollywood si facciano pure tutti provini possibili per il prossimo film sui Rams, che adesso escano pure tutte le indiscrezioni più assurde (a proposito avete sentito che un’ipotesi è anche quella di scambiare per la prima scelta assoluta di Jacksonville con la fresca moglie di McVay?!?), ma che al più presto si riconsegnino – con tutti gli onori – le chiavi dell’attacco al nostro beneamato numero 16. Perché i campioni si costruiscono anche e soprattutto col sostegno, non solo con le critiche.

Ah, dimenticavo: mentre mi aggiravo per gli Studios a cercare informazioni secretate, mi è scappato l’occhio su un curriculum inviato da una ex-fotomodella bionda, che perorava di scritturare il marito così lei sarebbe finalmente venuta a vivere nella città degli Angeli. Ho sbirciato la foto: mamma mia! Si trattava di un anziano signore con pure le basette bianche e un sorrisino un po’ effeminato. L’ho subito preso, accartocciato e gettato – in fiamme – nei rifiuti speciali! Tutti, tutti, ma non Lui!!!

 

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