Disturbo narcisistico della personalità

I Rams li seguo ormai da circa 40 anni e 3 Super Bowl, e a quel Gran Ballo solo 3 quarterback ci hanno accompagnati: è finita male con tutti e 3!

Nel 1980 l’attacco giallo-blu lo guidava Vince Ferragamo. Era al suo terzo anno da Pro, proveniente – anche lui – da Cal Berkeley. Dopo due stagioni da back-up i galloni da titolare se li guadagnò a causa dell’infortunio al dito di Pat Haden. Infortunio a un dito, ricordatevelo… perché in questa storia è un particolare che ritorna. Il SB, a essere onesti, non lo giocò tanto bene, si fece pure intercettare, ma intanto lì ci aveva portati, e con dei playoff straordinari. Non servì a niente! Per 300.000 luridi dollari il Front Office dei Rams alla fine di quell’anno non gli rinnovò il contratto, e Vince decise emigrare per giocare nella lega canadese.

Kurt Warnersempre sia lodato – il Super Bowl, proprio 21 anni fa in questi giorni, oltre a farcelo vedere in televisione, al primo tentativo e quasi da rookie ce lo fece pure vincere, sotto la sapiente guida di Dick Vermeil. Due anni dopo, altro Super Bowl con lo strabiliante tabellino di 14-2, però l’allenatore era cambiato. A prendere in mano la squadra era stato promosso l’Offensive Coordinator di Vermeil, Mike Martz, un altro che amava sentirsi definire un genio dell’attacco, e anche di questa particolarità ne riparleremo. Intanto anche Warner, durante la precedente stagione, si era rotto un pollice; ecco che l’infortunio a un dito torna. Tra i due, da subito, non furono mai rose e fiori, nonostante il grandissimo Kurt interpretasse in modo sublime l’attacco che l’ex-OC aveva inventato. Non si capì bene perché anche in quell’occasione il rapporto si fosse deteriorato, ma Martz inspiegabilmente decise di preferirgli Marc Bulger, che alla fine si rivelò poco più che un giocatore mediocre. Così quella che doveva diventare una grande – forse la più grande – dinastia del football, il mitico The Best Show on the Turf, si dissolse velocemente come nebbia all’alba.  Kurt Warner dopo fece bene a New York, e arrivò pure a un intercetto in end zone riportato in meta dal secondo anello; ma questa è un’altra storia.

E siamo al presente e a Jared Goff.

Prima scelta assoluta; non nostra, ma che richiese un vero e proprio dissanguamento ai successivi draft. Prima stagione orrenda, ma sotto le sgrinfie di Fischer, che al mondo intero si permetteva di dichiarare che al former QB di Cal Berkeley LUI doveva insegnargli a… prendere gli snap dal centro! Via il Baffo, in due stagioni ha portato gli Horned Heroes al Super Bowl, che come avrete potuto notare dalla storia recente, per la nostra franchigia ultimamente non è un evento frequente! Così è arrivato un contratto milionario – forse esagerato… ma tant’è – e una stagione, la scorsa dichiaratamente deludente, ma pur sempre vincente (9-7). E ora, dopo aver raggiunto i playoff con tanto di vittoria in trasferta contro gli arcinemici Seahawks con il pollice rotto – e tre! – e riaggiustato in quattro e quattr’otto, l’immediato licenziamento in tronco! A stagione non ancora conclusa e il SB da giocare!

A rileggere le dichiarazioni di McVay e del suo compagno di merende Snead “Goff is a Ram, at the moment.” in fondo non dovrebbe nemmeno sorprendere… McVay il giorno dopo la sconfitta nella Frozen Tundra di preoccupa di far cacciare Shane Waldron, l’Offensive Pass Game Coordinator, e subito dopo pretende la testa di Goff. Per dimostrare a tutti – non potrebbe essere altrimenti – che la colpa di come è finita la stagione non è sua, e con un altro sistema di passaggi LUI – l’unico, il solo – avrebbe potuto far fare ai Rams di più!

Ho chiesto spiegazioni, e l’unico che mi ha risposto è un amico psicanalista: “Siamo di fronte” mi ha detto convinto “a un tipico disturbo narcisistico della personalità, non ci si può sbagliare.” I sintomi e le azioni in McVay ci sono tutti. Senso di onnipotenza, deve fare tutto lui… e quando le cose vanno male non è mai sua la colpa, così a fine stagione caccia sempre i suoi assistenti. Costante bisogno di ammirazione, i giornalisti devono continuare ad adularlo definendolo un genio dell’attacco, per questo mette a repentaglio il QB titolare in inutili quanto inconsistenti scramble. E per questo avrebbe preteso di farci giocare contro Seattle con un debuttante assoluto che il primo passaggio NFL se l’è quasi fatto portare nella propria end zone. E per finire mancanza totale di empatia: come l’ha gestita quella partita di playoff contro Seattle? Goff poteva giocare – e dopo l’ha ben fatto, e anche in modo più che decoroso – però lui l’avrebbe voluto tener fuori. Non comprendendo nulla della psicologia del suo titolare. E perché poi? Perdendo non ci sarebbe stato comunque domani, eppure ha preferito partire con un nessuno che usare Goff che di quella partita aveva bisogno anche per ricostruirsi il morale. Jared si è risentito… ma – pensiamoci un attimo – tra le superpagate stelle NFL chi non si sarebbe risentito?!? E inevitabilmente la relazione tra i due – che dovrebbe essere sacra come quella tra padre e figlio – si è frantumata come specchio gettato a terra. Quindi McVay ha preteso che fosse sostituito! Assumendo non un QB in grado di correre e lanciare per dare tridimensionalità all’attacco, come va di moda adesso, ma con un altro pocket passer, più vecchio, più lento, non certo grande lettore di difese, e sicuramente – vista l’età e il passato – meno allenabile e plasmabile. E gliel’hanno pure lasciato fare. Nonostante i costi saranno enormi.

Così i Rams in un colpo – di testa!!! – non solo perdono il loro giovanissimo e talentuoso quarterback, che nei prossimi anni – con migliori allenatori e mentori – sicuramente continuerà a crescere, ma si privano anche della terza scelta del draft di quest’anno e delle due prossime prime (2022 e 2023)! Follia pura!

Non venitemi a dire che i sintomi del narcisista irrecuperabile non si vedono in tutta loro triste evidenza. Senso di superiorità verso tutti… arroganza al limite della sopportazione… disprezzo per tutti quelli che ha attorno!

In più, sempre il mio amico psicanalista, ha riscontrato pure la caratteristica chiave per chi deve fare diagnosi: “l’impulsività e la instabilità caratteriale”. Ditemelo Voi se qui non ci troviamo di fronte a una situazione del genere? Non si poteva aspettare almeno fino a quando sarà ufficialmente e legalmente possibile ratificare questa folle trade?

Quindi tre su tre! Tutti e tre i quarterback che ci hanno portato al Super Bowl sono stati cacciati in malo modo.

Pertanto – visti i precedenti – prossimo Super Bowl verso il 2038, 2040… o giù di lì.

Jared Goff rimarrà sempre uno dei giocatori ai quali mi sono più legato, mi mancherà sicuramente. Sono sicuro avrà un proseguo di carriera per lui di grandi soddisfazioni.

In Stafford non vedo nessun appeal, e nemmeno nessuna modernizzazione verso l’attuale orientamento offensivo sul run and pass option – allora in quell’ottica avrebbe avuto un briciolo più di senso Deshaunn Watson.

Quindi concedetemi in anticipo che quest’inverno, quando Jared Goff rimetterà piede al Sofi Stadium con la maglia Lions, faccia il tifo per lui…

Un commento:

  1. Osservatore Romano

    1) Era The Greatest Show On Turf
    2) Warner ha fatto così bene a NY che dopo 7 partite è finito in panca per Manning e ha deciso di filare in Arizona dove sì, ha fatto “benino” 😉
    3) Stafford è più forte di Goff, e mica di poco, ciò non toglie che
    4) condivida il giudizio su McVay: è lui l’ostacolo tra i Rams e un altro SB
    5) le scelte al draft possono valere tanto o poco a seconda di chi le fa, quindi come prezzo non si possono giudicare ora – a parere mio lo scambio più che upgrade tecnico è un downgrade voluto nel cap

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