La vendetta di Sean Payton

Nel caso in cui qualcuno si stesse chiedendo in che rapporti fossero rimasti Sean Payton e Gregg Williams, rispettivamente Head Coach e Defensive Coordinator dei New Orleans Saints vincitori del Super Bowl XLIV, dopo lo scandalo denominato “Bounty Gate” del 2012, ieri sera ha avuto una risposta netta e chiara.
Con 11:09 sul cronometro nel quarto quarto, la palla sulle 50 yard, il punteggio di 42-21 in favore dei Saints ed una partita oramai chiaramente incanalata sul binario che portava alla quinta vittoria stagionale di New Orleans, Sean Payton chiamava un trick play nel quale Willie Snead fingeva un end around per poi lanciare ad un solissimo Tim Hightower una palombella che il runningback trasformava in un touchdown da 50 yard senza che nemmeno un difensore dei Rams potesse anche pensare di riuscire ad infastidirlo.
Inutile. Non necessario. Umiliante. Proprio quello che Payton cercava nei confronti di colui che ritiene evidentemente colpevole della sua squalifica per un anno (ovviamente se si crede alla teoria del “io non ne sapevo nulla”, ma oramai siamo cresciuti da un pezzo e sappiamo anche che Babbo Natale non esiste). Lo si notava già sulla sideline, Payton, esultare ad ogni segnatura o bella azione dei suoi come se avesse vinto un Super Bowl. Purtroppo per lui dobbiamo comunicargli che la suq squadra continua ad avere un record negativo, nonostante la smargiassata di ieri sera. Speriamo almeno che si sia levato la soddisfazione ed ora guardi avanti (ma anche sempre un po’ alle spalle, perché, come ha twittato egli stesso nel dopopartita, “Life is a circle”. Per chiunque.
Per passare alla partita, i Rams continuano nella loro serie di partite “stupefacenti”, confermando che la guida tecnica della squadra è letteralmente allo sbando, e non ci stupiremmo di vedere Fisher ed il suo staff, assieme al GM Les Snead, fatti gentilmente accomodare fuori dalla porta a fine stagione, se non prima. La difesa dei Rams è totalmente evaporata ed è stata messa alla berlina sulle corse e sui passaggi indistintamente, tanto che alle volte sembrava non ci fossero in campo gli stessi giocatori che, per tutta la stagione, hanno tenuto a bada quasi tutti gli attacchi che hanno incontrato.
A parte il solito, monumentale Aaron Donald, che si è distinto mettendo a segno 4 tackle, 1 sack ed un fumble forzato, gli altri dieci giocatori (ed i loro sostituti) hanno praticamente guardato Mark Ingram scorrazzare per il campo indisturbato guadagnando 146 yard e Drew Brees completare  28 dei suoi 36 passaggi per 310 yard e 4 touchdown pass. Il total offense di 555 yard parla da solo ed è difficile da ignorare: erano 53 anni che i Rams non subivano più di 300 yard su passaggio e 200 su corsa nella stessa partita.
E dire che i tifosi dei Rams avevano sperato di aver finalmente trovato la quadra quando, ad inizio partita, Jared Goff orchestrava un drive magnifico per arrivare al suo primo touchdown pass da professionista: un perfetto lob che Tavon Austin riceveva in end zone. Per una volta Fisher sembrava mantenere la parola data in settimana di aprire il playbook e lasciare che Goff testasse anche il profondo, ed il risultato era più che ottimo.
I Saints rispondevano a fatica solo nel loro secondo drive offensivo, quando Brees trovava in end zone Coleman per il touchdown del sette pari. Terminato il primo quarto in parità, i Rams sembravano poter produrre il break decisivo quando Donald placcava Brees dietro la linea provocando un fumble che veniva recuperato da  Mark Barron sulla linea delle sei yard. Goff trovava immediatamente Britt in end zone, ed i Rams si trovavano in vantaggio 14-7.
L’attacco dei Saints, però, iniziava ad ingranare, e grazie anche ad un bel passaggio di Brees per Fleener che li portava in red zone, pareggiava i conti con una corsa laterale di Ingram dalle 10 yard, per poi subito dopo mettere a segno un altro touchdown sfruttando un fumble di Goff che restituiva la palla a New Orleans in una situazione fotocopia rispetto ma a parti invertite rispetto a quella del sack di Donald. La difesa dei Rams teneva, ma su un quarto e goal sulla una yard, invece di accontentarsi dei tre punti, Payton andava all-in, e Brees lo premiava con un pregevole touchdown in tuffo sopra la linea.
Era la svolta della partita. La difesa dei Saints iniziava a salire in cattedra e l’attacco di Los Angeles iniziava a faticare assai. Brees trovava ancora  Thomas in end zone per il touchdown del 28-14 a meno di due minuti dall’intervallo,  ed era la fuga decisiva, sebbene Goff tirava fuori un po’ di orgoglio e riportava i Rams a distanza di una segnatura con un bel drive culminato in un passaggio per il tight end Kendricks.
Era il canto del cigno per i californiani, che nel secondo tempo sparivano letteralmente dal campo, sia in attacco che in difesa.
I Saints andavano a segno con Ingram e Thomas, entrambi su passaggio da 21 yard di Brees, ed infine con il trick play di cui abbiamo parlato in apertura, finendo con un 49-21 che non ammetteva repliche.
Nel mezzo ci stava anche il primo intercetto in carriera per Goff, che si vedeva un passaggio per Kendricks intercettato da Vaccaro, che strappava letteralmente la palla dalle mani del tight end ospite.
La dimostrazione di quanto Sean Payton fosse entrato nella testa di Gregg Williams e di quanti danni avesse provocato lo si vedeva nell’azione del touchdown di Thomas, nella quale Williams sovraccaricava il lato destro della difesa, probabilmente per cercare un blitz, e poi teneva tutti al guinzaglio, con il risultato di permettere uno screen pass dal lato opposto ed un touchdown comodo comodo, dopo il quale Fisher e Williams avevano un’accesa discussione sulla sideline.
Come già domenica scorsa, la partita di Goff è stata tutto sommato positiva: 20/32 per 214 yard 3 TD e 1 intercetto. Considerando anche che la linea offensiva, già priva di Robinson messo “in castigo” da Fisher dopo la tremenda prestazione di domenica scorsa contro Miami, perdeva anche il suo sostituto Rodger Saffold, che si era spostato a tackle dal suo ruolo di guardia, lasciato a sua volta a Jamon Brown, per infortunio. Andrew Donnall entrava nel delicato ruolo di left tackle e faceva del suo meglio, ma sicuramente la situazione per Goff non era ottimale.
Dopo una batosta del genere i Rams si ritrovano a leccarsi le ferite e prepararsi per una partita tutt’altro che semplice domenica prossima, quando faranno visita ai New England Patriots al Gillette Stadium. Sicuramente non il migliore avversario da affrontare in questo momento (ma c’è un momento in cui è meglio affrontarli?).
I Saints provano invece a tenere accesa la fiammella della speranza di acciuffare un posto in qild card, anche se le possibilità appaiono assai remote, soprattutto perché una super prestazione come quella di ieri sera la difesa di New Orleans quest’anno non l’aveva ancora avuta, e difficilmente potrà ripeterla nuovamente. In Louisiana arriverà Matthew Stafford, e ci sarà da divertirsi.

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