Abbiamo chiesto la vostra opinione sul draft dei Rams: questa è quella di Giacomo Giannecchini.
Partiamo dal presupposto che non ho seguito molto il college football della stagione 2016. Aggiungiamo anche che non mi sono preso nemmeno la briga di approfondire i filmati dei prospetti del Draft 2017. Nemmeno ho letto molti articoli scritti da esperti del settore. Sarà logico domandarsi: come è possibile che ci si possa formare un'opinione degna di essere pubblicata su un blog o rivista di settore? Credo forse di essere diventato una specie di rabdomante draftologico? No. Cercherò di spiegare le mie sensazioni positive in merito a questo Draft ramsiano con ordine.
Gli esperti di draftologia che conoscono a menadito i vari prospetti e le loro attitudini hanno un approccio “critico” ed analitico verso la grande pesca dei giovani: valutano il talento del ragazzo, le statistiche, il programma scolastico, gli avversari che ha dovuto affrontare, le attitudini mentali in campo, le capacità atletiche, le tendenze fuori dal campo, la misura delle braccia… ne traggono così un profilo, un prospetto.
In base poi ai bisogni della squadra che si trova a scegliere, gli esperti valutano se la squadra è riuscita a coprire le proprie urgenze, se ha scelto il talento giusto al proprio sistema, se lo ha preso troppo presto o meno secondo le loro tabelle di valutazione e, al fine, se ci sono concrete possibilità di una buona riuscita dell'investimento.
Nonostante tutto questo studio, anche i “santoni” della draftologia, hanno percentuali di successo piuttosto basse.
Io ho cercato un approccio diverso.
Non mi sono posto nel ruolo del General Manager o di uno “scout” NFL. Non ne ho le capacità e non mi pagano per farlo. Ho cercato invece di interpretare la “filosofia” dietro al Draft dei Rams. Non ho stabilito quali necessità avesse la squadra in base alle mie conoscenze in merito, ma mi sono posto la domanda: secondo Snead e McVay, quali sono le nostre esigenze? Come si sono mossi nella fase di Free Agency? Come mai queste scelte al Draft? Possiamo dire, semplificando, che sono partito con l'idea che i due massimi responsabili della squadra non siano due perfetti deficienti.
Partendo da questo presupposto mi è stato abbastanza facile intuire quella che è la loro idea di fondo. L'ispirazione di base. Giusta o sbagliata che sia.
Partiamo con ordine: è finita l'era Fisher.
E' arrivato McVay, mente offensiva e fresca che ha una filosofia di gioco molto chiara e già abbastanza delineata. McVay sembra nato per comunicare e per insegnare: ha la vocazione dei motivatori, degli insegnanti e, speriamo di no, dei venditori di aspirapolvere. E' sempre pieno di energia, ha una memoria impressionante ed è ossessionato dal football. Non parla d'altro.
Il suo entusiasmo è contagioso e anche il nuovo DC, Wade Phillips, fa spesso ironia sulle grandi capacità mnemoniche del giovanissimo McVay: ha riportato che Sean, dopo pochi minuti sapeva nomi e cognomi di tutti i giocatori a roster, mentre Wade, ha confessato, che per intere stagioni si affida ai numeri di maglia.
Phillips è un uomo concreto, un vero maestro di football che non sembra mai preoccupato di nulla. Ha un'esperienza incredibile e sa che può far migliorare qualunque difesa. Nella sua carriera ha dovuto spesso sistemare reparti difensivi terrificanti, trasformandoli in ottime difese. Per questo si è detto ottimista sulla nuova esperienza a Los Angeles: questa volta gli tocca una difesa già molto buona, che quando si è espressa al meglio è stata sicuramente tra le migliori di tutta la lega. Con gli occhi già si coccola Aaron Donald e Robert Quinn.
Wade Phillips è stato il primo sentore della ventata di cambiamento portata da McVay: il giovanissimo HC pare aver portato ai Rams un nuovo amore per il football, per il football insegnato. Fin da quando si è candidato come possibile HC, ha proposto un approccio incentrato sul far rendere i ragazzi al massimo, facendoli maturare e crescere, più che sul pescare fenomeni con atti di divinazione. Sviluppo è la parola d'ordine.
Non a caso in Free Agency, ad aggiungersi allo staff sono arrivati dei veri e propri insegnanti di football. Gente con grandi capacità comunicative che è riuscita a trasformare e a sviluppare i talenti più che a trarne profili attraverso statistiche e filmati. Di Wade Phillips si è già scritto. Matt Le Fleur come OC, è un altro ottimo esempio: fino allo scorso anno era il QB coach di un certo Matt Ryan. Greg Olson, come Qb Coach, è una vecchia conoscenza per noi Rams; infatti con lui alla guida dell'attacco nel 2006 abbiamo messo su numeri da capogiro: Marc Bulger lanciò per 4301 yard, Steven Jackson corse per 1528 yard e abbiamo avuto 2 ricevitori, ripeto 2, oltre le 1000 yard ricevute! Ma lo stesso Aaron Kromer, come coach della Offensive Line, è noto per saper sviluppare il materiale umano a disposizione, così come Bill Johnson per la Defensive Line. Lo stesso si potrebbe dire per Skip Peete, per i Runningback, e Eric Yarber per i Wide Receiver.
Insomma, lo staff che McVay ha formato è strutturato per diventare una scuola di football, una fucina in grado di sviluppare e far crescere i ragazzi. Questo è il punto.
Il duo McVay-Snead durante la Free Agency si è assicurato di mettere a roster anche qualche giocare di talento che aiuti a sistemare e a cambiare mentalità nei reparti che sembravano più in difficoltà.
Sono arrivati Andrew Whitworth e John Sullivan per la Offensive Line. Due veterani, un pro bowler e un all pro, e due uomini in grado di trascinare gli altri al livello superiore. La OL nell'ultimo anno è stata disastrosa ma già nel 2015 l'annata fu tutt'altra cosa, seppure con gli stessi uomini. Quindi Snead e McVay hanno deciso di razionalizzare: dentro due grandi giocatori esperti, spostamento di Greg Robinson a fare il tackle di destra e Kromer dovrà fare il resto.
A Los Angeles si è accasato anche il Wr Robert Woods: altro giocatore esperto, corridore di tracce pulite, ottime mani, affidabile. Proprio quello che serve ad un Qb non ancora sviluppato come Goff.
Si è aggiunto ai bluoro anche un CB, con sopra la garanzia del nostro DC: Kayvon Webster che con Phillips ha già vinto un Super Bowl a Denver, solo due anni or sono.
Con il cambio di filosofia difensiva da 4-3 a 3-4 c'è stato bisogno anche di portare a casa un LB esperto, ed anche qui Snead e McVay si sono assicurati i servigi di un Pro Bowler, che già ha lavorato con Phillips così da rendere più facile l'inserimento in campo: Connor Barwin.
Questi sono stati i nostri principali “colpi” di mercato che si sono tutti orientati nelle necessità più impellenti: le difficoltà imbarazzanti in OL, la pochezza del parco ricevitori (soprattutto di quelli con mani affidabili), il ruolo di CB opposto a Trumaine Johnson, e un aiuto nei LB per il nuovo schema di gioco.
Ma la strategia dei Rams non può essere compresa a fondo se non si spiega a dovere il punto fondamentale di partenza del lavoro del nuovo HC e del GM: sviluppare Jared Goff.
Questo è il punto dei punti. Su questo non si è badato a “spese”.
Nuovo Offensive Coordinator che ha contribuito a rendere l'attacco dei Falcons uno dei più spettacolari e produttivi degli ultimi anni, nuovo QB Coach che in questo ruolo trasformò Freeman, Josh Freeman, in un Qb da quasi novemila yard e 51 TD in tre anni! Lo stesso Sean McVay, che ha trasformato completamente Kirk Cousins da back up a pro bowler (e uomo da oltre novemila yard in due anni!) si è personalmente impegnato nello sviluppo di Goff. Tutto è teso a trasformare il ragazzone su cui i Rams hanno investito davvero tanto, in un QB decisivo.
E anche gli inserimenti di Whitworth, Woods e Sullivan, sopra riportati, sono chiaramente orientati verso lo sviluppo del QB ex Cal. Goff è il cardine di tutta la strategia di Snead e McVay.
Una volta compreso e archiviato tutto questo percorso, malamente descritto sopra, che la nostra dirigenza ha intrapreso in questo anno di ennesima rifondazione, è sicuramente più facile capire le scelte dei Rams al Draft 2017.
Basti pensare a Gerald Everett: TE, ottime mani, più simile ad un ricevitore che sa bloccare molto bene che non ad un TE che ha imparato a ricevere e a correre bene le tracce. Il paragone che anche gli esperti amano avvicinare al giovane Everett? Jordan Reed, TE dei Redskins, arma preferita di Cousins e di McVay a Washington. Quindi una mossa chiaramente pro sistema di McVay e ovviamente, assolutamente pro Goff.
Al giro successivo è arrivato un WR, Cooper Kupp, uno dei ricevitori con le mani migliori del lotto. Affidabile e preciso. Molto produttivo nello “slot”, come dicono gli esperti. Questa acquisizione inoltre aprirebbe ad uno sviluppo di Tavon Austin in senso verticale, come una specie di DeSean Jackson. Indovinate un po' dove giocava D-Jax lo scorso anno e l'anno precedente? Esatto: nell'attacco di McVay agli Skins. Le idee del nuovo HC sembrano molto chiare.
Altra scelta: John Johnson, un ibrido tra S e CB, che farà molto comodo a Phillips per gestire in maniera molto più elastica il DB come reparto e giocatori come LaMarcus Joyner ed E. J. Gaines nello specifico.
Al quarto giro arriva un'altra arma per Goff: il Wr Josh Reynolds, uno che con la palla in mano è abituato a fare grossi danni. Non ha una velocità da spavento ma ha buone mani e riesce a mettere da parte un sacco di yard dopo aver ricevuto la palla. Sopratutto è un “big target” visto il perimetro che riesce a coprire.
A seguire due scelte per rimpolpare la difesa: l'OLB Samson Ebukam e il DT Tanzel Smart. Due talenti davvero molto intriganti anche se non di prim'ordine allo stato attuale delle cose (soprattutto Smart, a mio avviso). Materiale simile in mano a Phillips potrebbe riservare grosse sorprese.
Ed ecco un altro aiuto per Goff. Al sesto giro i Rams mettono a segno una scelta che è quasi una firma: una dichiarazione esplicita delle motivazioni che hanno ispirato la dirigenza. Quanto tempo era che non si vedeva la presa di un FB? Un uomo che blocchi a tutti i costi per Goff, o che sia pronto a spalancare una porta per Gurley. Nella peggiore delle ipotesi un giocatore pronto a dare tutto negli special team. Sam Rogers è un ragazzo dalla volontà di ferro, grandissimo lavoratore e prontissimo al sacrifico per i compagni. Estremamente amato dai compagni perché non si tira mai indietro ed ha buonissime mani nonostante la stazza.
La scelta di un FB è di doppia, potenziale, utilità: nei giochi con palla in aria ci sarebbe un affidabile ricevitore aggiunto o un bloccatore in più in fase di “pass protection”, invece con palla a terra diventerebbe un bloccatore aggiunto per aprire spazi per un RB vecchio stile, o come piace tantissimo (ma proprio tanto) dire agli esperti “downhill RB”.
Infine è arrivata anche una speranza: un DE da Pittsburgh. Ejuan Price. Un po' sottodimensionato per il ruolo. L'ultimo che abbiamo preso da Pittsburgh, leggermente sottodimensionato che giocava nella difensive line si chiama Aaron Donald. Come si dice dalle mie parti: “Non tutti i giorni è Domenica” ma sperare è gratis, per ora.
Qui si sono chiuse le giornate del Draft dei Los Angeles Rams e a mio avviso, una volta entrati nell'ottica di McVay-Snead, si può parlare di un ottimo Draft. Considerando il numero di scelte, le esigenze e gli obiettivi.
Comuni denominatori, quasi per tutti i giocatori scelti, sono la provenienza da piccoli College e la presenza al Senior Bowl (3 nella North e 3 nella South, se non ho contato male).
Investire una “pick” importante su una Guardia, giovane e da formare a livello NFL, non credo sarebbe stata una idea migliore. Si chiacchierava a proposito di Forrest Lamp al secondo giro, ma sinceramente non credo che avrebbe potuto dare un contributo così determinante alla nostra fase offensiva. Nel sistema di gioco di McVay è molto probabile che una svolta alla fase offensiva sia apportata da un TE e da ricevitori affidabili più che da una G, per quanto capace sia. Anche nel “progetto Goff”, credo che l'affidabilità dei ricevitori sia più determinante che non una maggiore profondità in linea.
Poi il campo mi smentirà ma, mi ripeto, nell'ottica in cui è stato affrontato il Draft, quello che andava fatto è stato fatto. Ora l'ardua sentenza passa al campo. Purtroppo c'è da aspettare Settembre. Quindi distendiamoci su una sdraio e godiamoci l'Estate in attesa che i nostri arietini ci portino un po' di soddisfazioni e ci ridiano la dignità che abbiamo perso lo scorso anno. GO RAMS!