Da dominati a dominatori nell’arco di sei giorni, tanti sono quelli passati tra l’umiliazione subita dai Los Angeles Rams da parte dei Baltimore Ravens nello scorso Monday Night al 34-7 con cui gli stessi Rams hanno spazzato via gli Arizona Cardinals domenica sera.
La partita della State Farm Arena è stata totalmente a senso unico, fino a che i Rams non hanno iniziato a fare entrare i backup ed i Cardinals hanno fatto la loro timida comparsa in campo riuscendo a guadagnare qualche yard in più ed arrivando a violare la end zone avversaria con Murray dopo che per tutta la partita l’attacco della squadra di casa non era riuscito a superare la linea delle 40 yard offensive. Colpa di un Kyler Murray non al 100%, probabilmente, che ha facilitato il lavoro di contain da parte della difesa dei Rams che, memori delle scorribande di Lamar Jackson solo sei giorni prima, si sono presentati a Phoenix con un piano difensivo migliore e, soprattutto, sono riusciti a metterlo in pratica con molta più convinzione ed efficacia.
Per tre quarti di partita nei Cardinals non ha funzionato nulla. Non le corse di Drake, non quelle (poche) di Murray né il suo gioco di lancio, che non ha trovato sbocco alcuno. Non ha funzionato nulla in difesa, dominata in linea dal ritorno allo straight blocking della linea d’attacco dei Rams, impalpabile nei linebackers, incapaci, se non a sprazzi, di fermare Gurley o di portare pressione su Goff, invisibile nella secondaria, che si è persa Woods, Kupp e Higbee in più occasioni, consentendo a Goff di metter su dei numeri da record.
Il numero sedici degli ospiti era in serata grazia, e se non avesse dovuto lasciare spazio a Bortles nell’ultimo quarto, a risultato già ampiamente al sicuro, avrebbe potuto attaccare il record di Van Brocklin per la seconda volta in questa stagione, avendo accumulato 424 yard con 24 completi su 43 tentati e due touchdown pass, il tutto in soli tre quarti di gioco. Goff è sembrato perfettamente a suo agio nella partita, potendo contare su un’ottima protezione da parte della tasca. Mai in affanno, ha sbagliato mira solo un paio di volte (in una di queste occasioni gli è anche stata comminata una delle penalità per intentional grounding più ridicole che si siano mai viste in un campo NFL), ed è sempre stato piuttosto preciso e puntuale nel trovare i ricevitori liberi, prediligendo Robert Woods e Tyler Higbee, i quali hanno avuto una giornata da ricordare (13 per 172 yd per Woods, 7 per 107 yd e 1 TD per Higbee). Curiosa la situazione di Robert Woods, leader NFL per ricezioni e yard guadagnate tra i giocatori che non hanno messo a segno nemmeno un touchdown in questa stagione.
L’inizio della partita è stato un po’ timido, da parte dei Rams, che hanno percorso tutto il campo per due volte incamerando solamente un field goal, ma nel secondo quarto Los Angeles si è scrollata di dosso ogni paura ed ha colpito ripetutamente con Higbee, Gurley e Zuerlein per andare al riposo sul 20-0, grazie anche all’inconsistenza dei Cardinals.
Nel terzo quarto avveniva l’accelerata definitiva con il touchdown di Kupp, e poi ci pensava Taylor Rapp a mettere il sigillo definitivo con un ritorno di intercetto da 31 yard. Per il rookie dei Rams il terzo tentativo era quello buono, per il rookie dei Rams. In precedenza, infatti, Rapp aveva malamente droppato quello che poteva essere un agevole pick-six, mentre una penalità di pass interference gli aveva negato un intercetto poco prima di arpionare di nuovo un passaggio di Murray e riportarlo in touchdown.
Nell’ormai inutile quarto quarto, Bortles si distingueva per una corsa da meno dieci yard e la difesa, imbottita di backup, consentiva ai Cardinals di superare le 80 yard totali sin lì guadagnate e rompere la barriera delle cento, consentendo anche a Murray di segnare un touchdown su uno scramble di una quindicina di yard approfittando del maldestro contain dei linebacker esterni subentrati a Fowler e Matthews.
I Cardinals sono sembrati l’ombra della squadra che solo la settimana prima del bye aveva fatto tremare i Niners, che avevano avuto la meglio solamente a cinquanta secondi dalla fine, e la faccia di Kliff Klingsbury in sideline non era delle migliori, dando la netta sensazione di non sapere che pesci pigliare. Dopo Steelers e Browns i Cardinals incroceranno nuovamente i caschi con Seahawks e Rams, non certo una fine di calendario molto agevole.
I Rams, invece, restano ampiamente in corsa per un posto ai playoff, soprattutto dopo la sconfitta dei Vikings nel Monday Night ad opera dei Seahawks, un risultato che potrebbe parzialmente riabilitare una stagione particolarmente complicata. Da rimarcare come, ancora una volta, McVay abbia semplificato il playbook per dare ossigeno alla linea d’attacco e questo abbia coinciso con una prova più che convincente del reparto ma anche di tutta la squadra in generale, dimostrando ancora una volta come solo l’evoluzione del proprio playbook sia la strada maestra da seguire per tornare ad essere competitivi.