In preseason i tifosi dei Los Angeles Rams avevano comprato un pallottoliere per tener conto dei punti che avrebbero rifilato ai Seahawks, chiaramente la squadra più debole della NFC West. Poi, con l’avanzare della stagione, l’accumularsi degli infortuni e l’esplosione dei Seahawks come prima e poi seconda forza della Division, il pallottoliere lo avevano donato ai tifosi di Seattle.
Alla fine della partita di domenica scorsa, il pallottoliere è rimasto inutilizzato, perchè la partita è stata combattuta oltre ogni possibile immaginazione ed i Seahawks hanno avuto la meglio per soli quattro punti ad una manciata di secondi dal termine, grazie al combinato disposto (cit.) della two-minute offense diretta da Geno Smith e della solita Prevent-a-win defense di cui Raheem Morris non è solo un cultore ma, addirittura, un evangelist a livello mondiale.
Seattle, molto generosamente, decideva anche di cercare di venire incontro ai Rams in fatto di infortuni, e faceva fuori in serie quasi tutti i running back a disposizione, arrivando al punto di temere di dover far giocare un magazziniere nel ruolo per esaurimento dei titolari disponibili.
Il magazziniere, invece, giocava titolare nei Rams assieme al verduriere ed il lattaio in linea, il ragazzo dei giornali come ricevitore ed il bullo della scuola media nella posizione di quarterback. Visto il risultato, comunque, hanno fatto sicuramente una figura migliore rispetto ai titolari ed alle loro riserve che si sono alternati in campo nelle ultime 12 settimane.
Gran parte del merito di questa tutto sommato positiva prestazione dell’attacco di Los Angeles è dovuta al play calling di uno Sean McVay che sembrava aver ritrovato la verve e la creatività che, nelle scorse stagioni, lo avevano eletto a nuovo guru del football offensivo.
Akers trovava qualche corsia aperta e riusciva a correre una sessantina di yard totali, così come Powell, che portava palla solo tre volte ma con una media di 15 yard a portata. Il total rushing alla fine della partita cubava per 171 yard totali, un numero che non si vedeva dalla scorsa stagione e forse anche prima.
Per contro, il gioco aereo era limitato dal braccio non certo fotonico di Wolford, il quale aveva aggiustato il tiro rispetto al suo esordio (dubitiamo che i ricevitori siano tutti cresciuti dei dieci centimetri necessari a prendere i passaggi che Wolford lanciava contro i Saints). Le yard totali si fermavano a 178, su passaggio, ma erano abbastanza per muovere bene il pallone per tutto il campo.
I Seahawks (e non solo loro) pensavano di passeggiare sui resti dei Rams, e finalmente potevano giocare una partita senza dover pensare a come fermare Aaron Donald (il quale, vista l’assenza di Russell Wilson, decideva di saltare la prima partita in carriera per infortunio), ma le cose non sono andate come previsto.
Alla fine Geno Smith ha lanciato per 367 yard con Lockett e Metcalf con quasi 130 yard a testa a fare la parte del leone ma, come spesso accade contro la difesa dei Rams, è stato facile avvicinarsi alla red zone, più difficile uscirne con sette punti. I grossi problemi di Seattle, comunque, non sono arrivati dall’attacco ma dalla difesa, dove troppo spesso la linea di difesa non ha fatto il proprio dovere sulle corse e, pur portando una buona pressione su Wolford, ha patito più del dovuto la tasca mobile costruita attorno al nano baffuto con casco cornuto. Oltre al solito grande contributo di Woolen (7 tackle, un intercetto e tre passaggi difesi), il resto del reparto difensivo di Seattle ha dato l’impressione che se ci fosse stato un quarterback “”vero” sarebbero stati dolori. Troppe volte la secondaria è sembrata in affanno contro la velocità di Tutu Atwell e, di conseguenza, vulnerabile sul profondo e, come già detto in precedenza, la difesa sulle corse non è apparsa impeccabile, soprattutto considerati i quattro scappati di casa che componevano la linea offensiva dei Rams che hanno spesso avuto buon gioco ad aprire i varchi per i running back.
Partita nella partita per Bobby Wagner, che affrontava i Seahawks per la prima volta da avversario. Due sack, un intercetto, tre tackle for loss, due QB hit sono il suo tabellino finale, che sta a testimoniare di una partita vissuta da protagonista come non era ancora mai stato nelle prime dodici settimane di regular season. A Los Angeles sperano non torni in letargo per poi ricomparire solo all’ultima giornata, quando Rams e Seahawks si incontreranno nuovamente a Seattle con in palio (per Seattle) probabilmente un posto ai playoff.
Con questa vittoria Seattle resta aggrappata con le unghie alla possibilità di vincere la division, che passa comunque attraverso la sfida con i 49ers che si giocherà tra due settimane al Lumen field.
Settimana corta per i Rams, che affronteranno i Las Vegas Raiders nel Thursday night, sperando di interrompere la striscia di sei partite perse consecutive, dopo che ormai è certificato che McVay avrà una stagione perdente per la prima volta nella sua breve ma intensa carriera da Head Coach.