Il ritorno del Gianca non è certo di quelli che passano inosservati. Opinioni precise e taglienti, come sempre. Sarebbe davvero interessante sentire anche le opinioni degli altri lettori di Ramsitalia sulla crisi che i nostri amati cornuti (ehm…) stanno passando, e poichè nel restyling del sito non siamo comunque riusciti ad includere un'opzione di commenti ai post, vi invitiamo a scrivere a ramsitalia (at) altervista (punto) org: pubblicheremo tutto (tranne gli insulti 🙂 ).
Tanto per gettare qualche altro argomento sul tavolo, diciamo subito che non siamo molto d'accordo con la disamina di Gianca. O meglio: non condividiamo la caccia al colpevole, preferendo concentrarci sugli aspetti che evidentemente non funzionano e partendo dal presupposto che la stagione non è assolutamente andata.
Quando venne pubblicata la schedule 2013, la quasi totalità degli addetti ai lavori aveva preventivato un record di 1-3 al termine del mese di settembre, perchè gli avversari, Arizona a parte, sembravano comunque al di fuori della nostra portata.
Il record è effettivamente quello, ma il problema principale è come ci siamo arrivati, vincendo una partita in rimonta, mancando un'altra rimonta di poco, per poi lentamente sbracare nelle ultime due partite, nonostante l'inizio di quella contro i Niners lasciava sperare in un'inversione di rotta.
Senza stare a rivangare inutilmente il passato con le storie sulla trade di RGIII (a proposito, sembra che avremo un'altra bella scelta supplementare l'anno prosimo, se i Redkins continuano di questo passo, anche se c'è RGIII), la questione principale crediamo che stia nel lavoro totalmente asincrono dell'head coach e dei suoi assistenti.
Fisher ha puntato su un attacco verticale, come giustamente fa notare Gianca, ma il playbook visto finora sembra quello di una west coast for dummies, con l'aggravante dio aver preso l'albero delle tracce dei ricevitori ed averlo usato totalmente a casaccio.
Chi ha l'abboamento al Gamepass, può usufruire della splendida funzione "coaches film" per vedere come si sviluppano le tracce dei ricevitori nei giochi di passagio. Prendetevi un'oretta libera e divertitevi a cercare segni di "attacco verticale" nella combinazione di traiettorie. Scoprirete cose fantastiche, e vi renderete immediatamente conto del perchè i ricevitori non sono mai liberi nell'uno contro uno e perchè spesso il gioco si riduce ad un passaggio nella flat o al runningback di turno dietro la linea di scrimmage.
Certo, non avere un gioco di corsa facilita molto il lavoro della difese, che può concentrarsi sulle coperture dei ricevitori, ma lo sviluppo assurdo degli schemi dà un'ulteriore mano alle retroguardie avversarie.
E qui entra in ballo la linea d'attacco, che dopo le prime due partite si è sciolta come neve al sole. Non è un caso che dopo non aver concesso nemmeno un sack nelle prime due gare, le prestazioni oscene dell'attacco siano arrivate quando la linea ne ha concessi ben undici in due.
Ma ovviamente la colpa è di Bradford. Il quale, non confondiamoci, ha commesso parecchi errori e giocato contro i Niners la peggior partita dell'anno, il che non mi impedisce comunque ci pensare a quali prestazioni "straordinarie" avremmo assistito se al posto suo ci fossero stati un Manning, un Rodgers o un Brees. Siamo sicuri?
Quando poi avete passato la vostra bella oretta a sacramentare contro l'attacco, passate ad analizzare la difesa, ed anche qui scoprirete cose piuttosto interessanti, anche se in questo caso sono molto più evidenti anche in diretta.
Insomma, per farla breve a nostro parere il problema sta più nel manico che negli uomini, e soprattutto l'unica soluzione a breve termine è che i tre coach principali, Fisher, Schottenheimer e Walton si siedano attorno ad un tavolo e decidano una volta per tutte quello che vogliono fare, analizzando cosa ha funzionato e cosa no in queste prime quattro giornate. La sensazione è che ognuno stia andando per una sua strada, diversa da quella degli altri.