Non basta un buon primo tempo: vincono i Raiders

Seconda partita di stagione regolare e seconda occasione persa per i Rams, che cedono il passo 16-14 a dei Raiders certamente non irresistibili ma capaci, al contrario dei ragazzi di Spagnuolo, di ribaltare le sorti dell’incontro grazie ad cambio marcia avvenuto nel secondo tempo e facilitato dalla sostituzione dell’inefficace e fischiatissimo Campbell con Bruce Gradkowski, che ha saputo trasformare l’asfittico attacco nero argento.
Si dice spesso che le partite sono decise dagli episodi, ma nel caso dei Rams più che di singoli episodi si dovrebbe parlare di una intera raccolta di occasioni fallite o di decisioni almeno dubbie da parte indistintamente di quarterback, coaching staff e crew arbitrale in vari momenti della partita.
Ancora una volta pesano i tre punti in meno derivati da un field goal sbagliato che per Brown dovrebbe essere routine, ma mancano anche i punti che potevano derivare da un turnover se uno fra Fletcher e Grant fosse riuscito a tenere in mano il pallone che Campbell e Gradowski gli avevano gentilmente recapitato per via aerea. E mancano i punti che avrebbero potuto miracolosamente arrivare a fine partita se solo un Tony Corrente decisamente fuori fase per tutta la partita non avesse deciso di trasformare una mano appoggiata sulla spalla (con conseguente stramazzamento a terra del malcapitato Gradowski) in una penalità di violenza non necessaria che, invece di forzare i Raiders al quarto down, gli regalava il primo e dieci e, virtualmente, la partita.
Inutile negare che questa sconfitta, la seconda in altrettante partite che si potevano vincere, ha molti padri in attacco e sulla sideline.
Facendo tesoro della lezione della scorsa settimana, Shurmur ha preparato un game plan più incentrato su Jackson, in modo da dare un po’ di respiro a Bradford costringendo la difesa dei padroni di casa a rispettare tanto il gioco aereo che quello via terra. E all’inizio le cose hanno funzionato per il verso giusto, con i Rams che riouscivano a muovere palla bene, con Jackson usato come diversivo ma anche come portatore di palla inarrestabile e come ricevitore negli screen che Shurmur ha sapientemente chiamato per tutto il primo tempo per combattere l’enorme numero di blitz che la difesa dei Raiders mandava dentro.
Il primo a beneficiare di questo game plan è stato proprio Bradford, che nel primo tempo è riuscito ad infilare un ottimo 9 su 11 per 119 yards ed 1 TD, ma nonostante tutto, i punti sul tabellone a fine secondo quarto, sono stati solamente sette. Nonostante alcuni errori, come il sack che ha costretto Brown a calciare dalle 36 anzichè dalle 21, Bradford ha proseguito nella buona prestazione offerta nell’opener della scorsa settimana, mostrando la stessa calma e lo stesso piglio da condottiero.
Il secondo tempo, però, è stata una partita completamente diversa. La linea d’attacco non ha trovato contromisure agli aggiustamenti effettuati da Tom Cable alla sua difesa, e non è più riuscita ad aprire varchi per le corse di Jackson, mentre Bradford, messo ancor più sotto pressione, non è più riuscito a trovare il bandolo della matassa, sparacchiando palloni fuori misura. Anche i ricevitori ci hanno messo del loro, non riuscendo a liberarsi dalle marcature in maniera da facilitare il lavoro di Bradford, ed anche l’intercetto preso nel quarto periodo è più da imputarsi ad una traccia mal eseguita da Robinson che ad un effettivo cattivo lancio del rookie.
La cosa più incomprensibile, però, è stata la gestione delle chiamate da parte di Shurmur. Posto che i Raiders avevano chiuso anche gli screen su Jackson che tanto avevano funzionato nel primo tempo, mettendo otto uomini nel box ed i cornerback in bump praticamente sulla linea di scrimmage, non si capisce perchè le chiamate hanno continuato ad andare verso le slant da due yards e le tracce corte, senza mai sfidare i defensive back avversari con tracce profonde e gioco verticale. Solo verso la fine, con due segnature da recuperare, si è visto qualche lancio più profondo, ed infatti è arrivato il touchdown di Clayton che ha avvicinato lo score sul 16-14.
La difesa ha fatto la sua onesta partita, ma non ha saputo dare una risposta al cambio di quarterback e soprattutto al cambiamento di strategia, concedendo a McFadden oltre 100 yards su corsa e permettendo a Gradkowskidi sezionare la secondaria con una serie di lanci che hanno visto in Murphy l’obiettivo preferito.
Dopo aver fallito due partite relativamente facili, ora i Rams sono attesi da un impegno decisamente più difficile. All’Ed Jones Dome arriveranno quei Redskins che, dopo aver quasi dominato i Texans, si sono fatti raggiungere e superare in OT, ed avranno quindi più di un motivo per non collezionare un’altra sconfitta. E questo impegno lo affronteranno ancora una volta in emergenza infortuni, dato che ieri sera ben due tight end hanno riportato infortuni al ginocchio (Fells forse ce la farà, ma Bajema starà fuori un mese), e sarà quindi quasi d’obbligo attivare l’acerbo Onobun.

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