All’esordio, zittito il Lumen Field

Fuochi artificiali in pieno giorno a Seattle. Sono quelli che ha sparato l’attacco dei Rams (ma anche la difesa) nella partita di esordio della stagione NFL 2023. Sfavoriti di poco meno di un touchdown, reduci da una preseason preoccupante e da una offseason da film horror nella quale è stato fatto un repulisti quasi totale di quasi metà squadra, i Los Angeles Rams non si sono adattati al ruolo di vittima sacrificale e, con una vittoria tanto netta quanto indiscutibile, hanno fatto sapere a tutti che no, quest’anno non sarà facile per nessuno, e la stagione scorsa rimarrà come un unicum nel ruolino di marcia di McVay alla guida  dei Rams.

Crediamo che nemmeno i più sfegatati ed ottimisti tifosi gialloblù si aspettassero una prestazione di queste proporzioni. Una difesa tanto giovane quanto reattiva, combattiva e dominante, ha fatto da contraltare ad un attacco che, seppur privo della sua stella Cooper Kupp, non ha fatto notare l’assenza, ed in cui tutti i giocatori e reparti sotto osservazione speciale, hanno disputato una gara eccellente, sfornando una prestazione collettiva che non si vedeva dalla stagione 2021.

Qualche sbavatura, qualche errore, ovviamente ci stanno tutti, ma nel complesso i Rams hanno disputato una gara solida e senza grossi errori, il cher gli ha permesso, una volta segnato il TD del 7-3 sul primo, lunghissimo drive offensivo, di proseguire in discesa fino a prendere il controllo completo della partita e degli avversari nel secondo tempo, in cui i Seahawks sono letteralmente spariti dal campo (14 giochi per 12 yards il misero bottino messo insieme da Geno Smith e compagni nel terzo e quarto periodo).

Per contro, i Rams hanno spadroneggiato sui passaggi (24/38 per 334 yard per Stafford, a cui è mancato solo il TD pass) grazie alla coppia Nacua / Atwell che ha preso possesso delle zone di campo lasciate sguarnite dalla secondaria di Seattle per ammassare ricezioni e yard (oltre 100 per entrambi) e tenere vivi i drive offensivi. Impressionante la prestazione del rpookie Pika Nacua, che è riuscito in molteplici occasioni a superare la linea del primo down anche solo di poco, dimostrando grande determinazione ma anche grandissimo senso della posizione.

C’erano molti interrogativi sulla linea d’attacco, a partire dal classico “chi gioca dove”. Con Allen al centro, Avila e Noteboom guardie, Havenstein e Jackson tackle, la linea d’attacco di Los Angeles ha disputato un’ottima prova. Perfetta sulla pass protection (Stafford è stato toccato solamente un paio di volte), positiva sulle corse interne, dove si sono aperte delle voragini che Akers non ha sempre saputo sfruttare, a differenza di Kyren Williams, autore di due touchdown. Meno bene sulle corse esterne, dove spesso mancava il supporto ai blocchi, e su un paio di trick play, dove sembrava che pochi sapessero quali avrebbero dovuto essere i loro assegnamenti.

Se c’erano dei dubbi sul gomito di Stafford, il veterano quarterback li ha definitivamente dissipati. Una prestazione maiuscola con una serie di lanci “impossibili” recapitati tra le mani dei ricevitori. Una buona visione di gioco ed un’ottima reattività in caso di incursione nel backfield, senza perdere la testa e sparare intercetti inutili, cosa che avveniva, purtroppo, con discreta frequenza nelle scorse stagioni, hanno fatto sì che la giornata fosse decisamente proficua per lui e per i Rams.

Se la linea offensiva rappresentava un punto interrogativo, la difesa era una sorta di mistero impenetrabile. Rinnovata per 9/11, con i soli Donald e Hoecht reduci titolari dalla stagione 2022, imbottita di giovani senza grossa esperienza, non aveva destato grandissima impressione in preseason, dove molti titolari avevano giocato in maniera piuttosto continuativa, diversamente dalle scorse stagioni e dalle abitudini di McVay per la gestione del personale in preseason.

La risposta data sul campo è stata di quelle importanti. Con Donald ad ancorare la linea, il primo livello è stato molto efficace sulle corse. Un po’ meno nella pass rush, soprattutto nel primo tempo, ma questo deriva dalla scelta di Morris di mandare in rush solo tre uomini lasciando gli altri otto in coperture. Una scelta che potrebbe non pagare sempre, ma che ieri si è rivelata azzeccata, perché Geno Smith non è apparso in forma smagliante come la scorsa stagione.

Qualche perplessità ha destato la scelta di mettere a uomo Michael Hoecht su DK Metcalf, un mismatch che ha procurato qualche grattacapo e che Morris ha immediatamente abbandonato.

Ottimo l’esordio di Byron Young, che ha lasciato intravvedere un grandissimo potenziale non ancora pienamente espresso, ma qualcosa più di ottimo è la valutazione che si è meritata la secondaria.

Al netto dello svarione di Kendrick, che ha abboccato alla doppia mossa di Metcalf sull’unico touchdown dei Seahawks, per il resto i ricevitori di Seattle sono stati ben addomesticati dal sistema di copertura della difesa, che non ha permesso big plays ma nemmeno troppi guadagni corti, risultando efficace e decisiva in diversi terzi down.

Unica nota, forse, da rivedere, la parte special teams. Ottimi il punt ed il kickoff, un po’ meno il punt return ed il kickoff return, dove si è concesso un po’ troppo.

Brett Maher da rivedere. Non precisissimo sui calci, sbaglia due field goal (uno bloccato) anche se da 56 e 57 yard, non proprio banali da mettere tra i pali.

Prendiamo questa vittoria, festeggiamo, ma non troppo. Prima di tutto perché una rondine non fa primavera, anche se la rondine è bellissima. Secondariamente, domenica prossima arriva uno dei clienti più scomodi che potessero toccarci: i San Francisco 49ers. Tra che sono fortissimi, tra che sono le nostre bestie nere da anni (anche se abbiamo vinto l’unica partita davvero importante, cioè il Championship 2021), la partita di domenica prossima al SoFi Stadium sarà sicuramente tutta da vedere. Chissà che non ci scappi un altro sgambetto a sorpresa.

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