Comeback al cardiopalmo

Al termine di una partita pazza, a tratti inguardabile, costellata dal lancio di un numero spropositato di flag che ha fatto somigliare la crew arbitrale un gruppo di sbandieratori di Siena, i Los Angeles Rams escono vittoriosi dopo aver rischiato il tracollo nel primo tempo, salvati anche dal calcio sbilenco di Myers che, a tre secondi dalla fine, sbaglia il Field Goal della vittoria dalle 55 yard.

I Seattle Seahawks perdono la loro seconda partita stagionale contro i Rams, e se la prima sconfitta era stata una sorpresa, la seconda è stata ancor più sorprendente per come si era sviluppata nel primo tempo, quando Geno Smith sembrava aver preso le misure della difesa dei Rams. Con un sapiente mix di corse e passaggi, l’attacco di Seattle aveva portato i Seahawks a costruirsi un tesoretto di 13 punti di vantaggio. I due field goal a cui erano costretti dopo il touchdown iniziale, avrebbero dovuto suonare da campanello d’allarme, ma sinceramente fin lì l’attacco dei Rams aveva fatto davvero poco, con il solito Darrell Henderson a portare qualche guadagno su corsa ed uno Stafford che sembrava soffrire più del dovuto per l’infortunio al pollice nonostante il quale il quarterback dei Rams aveva voluto partire titolare.

La svolta arrivava, per i Rams, a nove secondi dall’intervallo, quando Stafford trovava Puka Nacua per il touchdown del 13-7. Nel frattempo, i Rams avevano perso Kupp per una distorsione alla caviglia, ma Nacua aveva ricominciato a ricevere palloni come ad inizio anno, quando Kupp non era in campo.

Il secondo tempo vedeva i Rams giocare finalmente in maniera convincente in attacco, senza però raccogliere grandi frutti, mentre i Seahawks perdevano Geno Smith per un colpo tremendo assestatogli da Aaron Donald, ed erano costretti a schierare Drew Lock, perdendo così ogni tipo di incisività in attacco.

Nonostante tutto i Seahawks riuscivano a mettere la partita a distanza di due possessi con il terzo field goal di giornata di Myers, ma non era abbastanza.

Matt Stafford, in precarie condizioni fisiche per l’infortunio al pollice subito tre turni or sono, si ricordava di essere famoso per le rimonte e portava prima Henderson a segnare da una yard, poi orchestrava un drive da manuale eccetto che per il finale. Invece del touchdown, nonostante quattro tentativi da dentro le cinque offensive, i Rams dovevano accontentarsi di un field goal che li portava avanti di un punto ad un minuto e mezzo dalla fine. Ciò significava, però, che per i Seahawks, pur senza time out, sarebbe bastato un field goal per ribaltare la situazione. Tornato Geno Smith in cabina di regia, sebbene acciaccato, raggiungere la zona field goal era una formalità, ma poi Myers calciava un pallone dalle 55 che sembrava il super tele della nostra infanzia, con quella traiettoria imprevedibile che lo faceva finire fuori di un soffio decretando la vittoria di Los Angeles.

Con un solo punto di differenza ed una conduzione della partita praticamente speculare, con ognuna delle due squadre in controllo in un tempo e fuori registro nell’altro, è difficile dire quanto sia meritata o meno come vittoria. Sicuramente è inaspettata, perché i Rams venivano da tre sconfitte consecutive mentre i Seahawks sembravano lanciatissimi per arrivare allo scontro divisionale con i 49ers a pari punti in classifica. Ora arriveranno con una vittoria in meno e la situazione sarà molto differente da quella che speravano di poter gestire. I Rams, per contro, continuano ad alimentare una speranza playoff che sembra alquanto velleitaria, salvo poi sfoderare questi assi dalla manica che fanno capire quanto questa squadra sia capace di sconfitte epocali per poi risorgere immediatamente ed inaspettatamente.

La vecchia volpe di Pete Carroll aveva anche giocato la carta Rypien, il quarterback rilasciato dai Rams dopo la sua disastrosa apparizione nella sconfitta rimediata contro Green Bay e regolarmente presente in sideline non certo per giocare ma per dare una mano nella lettura del playbook di Los Angeles. Evidentemente la mossa non ha prodotto i risultati sperati, e Rypien starà già facendo le valigie, sempre che le abbia disfatte nella sua breve permanenza nella città della pioggia perenne.

A fine partita McVay ha definito Stafford eroico. È chiaro che l’infortunio al pollice ha influito assai sulla sua prestazione che, anche senza guardare i numeri, non è stata sui suoi soliti standard. I freddi numeri, però, a volte servono il giusto, per vincere le partite, ed in questo caso più che i numeri hanno influito quei due drive finali condotti in maniera spettacolare. Tra le corse di Freeman, che ha finalmente trovato un po’ di spazio, e le ricezioni di Puka Nacua, che è tornato alla ribalta dopo l’infortunio, l’ennesimo, di Cooper Kupp, Stafford ha guidato la squadra fino al sorpasso come ha fatto tante volte nella sua carriera.

Stava per non bastare, però, perché la difesa di Morris, che avrà anche dei buoni numeri e dei buoni ranking, ma durante la partita ti dà sempre la sensazione di stare per crollare da un momento all’altro, ha concesso l’estremo tentativo agli avversari, e solo uno svirgolo di Myers ci permette, oggi, di raccontare una vittoria dei Rams anziché l’ennesima sconfitta a filo di sirena.

Parlavamo delle velleità dei Seahawks, che sono ancora sostanzialmente intatte, ma che devono passare dalla doppia forca caudina della sfida ai 49ers e dovranno necessariamente coinvolgere di più nel loro gioco offensivo due assi nella manica come Lockett e Metcalf, mentre a Los Angeles si vive nell’incertezza tra il sogno playoff, magari anche conquistati di riffa o di raffa, e la necessità di costruire qualcosa per la prossima stagione, partendo da una secondaria difensiva capace di fare le migliori cose e poi buttare tutto nel cesso subito dopo.

I commenti sono chiusi.